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Dragon Age: Origins - I Golem di Amgarrak

Un discreto antipasto in attesa di Dragon Age 2.

Agosto è stato senza dubbio un mese da ricordare per qualsiasi appassionato dell’ormai celebre franchise di Dragon Age: una roboante presentazione per il secondo capitolo della serie avvenuta in occasione della gamescom e una nuova mini-espansione per Origins, con cui continuare la propria avventura nell’affascinante mondo di Ferelden.

Dopo alcuni deludenti DLC, privi di quella magia che ha contraddistinto la campagna principale di Origins e in un secondo momento l’ottimo Awakening, gli appassionati si auguravano dunque che con “I Golem di Amgarrak” BioWare riuscisse a proporre un’esperienza qualitativamente in linea con la tradizione del franchise, ma le loro aspettative sono state soddisfatte solo in parte.

Se, come il sottoscritto, vi siete “innamorati” di questo franchise proprio per la sua profondità strutturale e narrativa, questo settimo DLC vi lascerà purtroppo con l’amaro in bocca, portandovi anche a qualche triste riflessione sull’ormai imminente futuro della serie. Ma andiamo con ordine.

I Golem di Amgarrak propone una struttura leggermente diversa rispetto ai due DLC che l’hanno preceduto, permettendoci di impersonare nuovamente il nostro “eroe originale”, invece di proiettarci nei panni di personaggi secondari.

L’azione si svolge interamente ad Orzammar, più precisamente nelle Vie Profonde, luogo in cui dovremo addentrarci per l’ennesima volta dopo aver ricevuto una richiesta d’aiuto da Jerrik Dace, un nano in difficoltà; una volta giunti sul posto, il nostro compito sarà infatti accompagnarlo verso Amgarrak, un antico thaig dedicato alla ricerca dei golem di Caridin in cui alcuni uomini, tra cui il fratello dello stesso Jerrik, sono misteriosamente scomparsi.

Dragon Age: Origins - I Golem di Amgarrak

Com’è facile intuire, ciò che vi aspetta è dunque una lunga serie di combattimenti in cui dovrete vedervela con nemici tanto forti quanto agguerriti, ognuno dei quali metterà a dura prova le vostre abilità. Sin dai primissimi minuti di gioco è infatti impossibile non notare il livello medio di difficoltà, decisamente superiore rispetto al passato e dunque a tratti proibitivo per chiunque non abbia a disposizione un personaggio sufficientemente potente o equipaggiato.

In occasione dello scontro conclusivo, di cui non vi svelerò ovviamente nulla, il mio guerriero berserker/campione/templare di livello 33 non ha infatti avuto vita facile nello sconfiggere il boss finale, dovendo ricorrere anche a qualche pozione curativa per evitare di essere fatto a pezzi.