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Halo: Reach

L'anello si chiude qui.

Procedere a una descrizione di tutte queste modalità richiederebbe la stesura di un articolo a parte, ma sappiate che sono previste praticamente tutte le varianti che la mente umana abbia mai immaginato per un gioco in multiplayer, non ultima una gara a bordo dei Mongoose (dei quad) dove vince chi riesce a tagliare più traguardi tra quelli casualmente posizionati dalla CPU nella mappa.

Sempre affascinante è poi la modalità Cacciatore di Teste, dove ogni avversario lascia cadere alla sua morte un teschio che andrà raccolto e portato in un'area ben precisa, con gli altri che cercheranno di intercettarci lungo il tragitto. Simpatica anche la modalità Infezione, dove si inizia la mappa con un Infetto (distinguibile poiché usa la fist weapon degli Elite Covenant) che trasforma in suoi simili tutti coloro che uccide. Si finisce sempre con un poveretto che alla fine scappa inseguito da tutti gli altri...

Scorta è una variante del classico Capture the Flag (bisogna raccogliere le bandiere neutrali e portarle nel proprio territorio e aspettare che diventino proprie, prestando attenzione che gli avversari non facciano altrettanto con le nostre); in Invasione si utilizzano dei veicoli, con gli Spartan che devono difendere un nucleo dati e gli Elite che devono sottrarlo e portarselo a casa a bordo di un Phantom.

Ecco come funziona la Fucina di Halo: Reach.

Insomma, come si può vedere ce n'è davvero per tutti i gusti, e se ciò non bastasse c'è sempre la Fucina, un editor che permette di modificare delle mappe preimpostate create dagli sviluppatori e quindi di esportarle per giocarle online. La profondità degli strumenti messi a disposizione è davvero notevole e l'unico limite, oltre alla propria fantasia, è il tetto massimo di crediti spendibili ogni volta. Qualsiasi modifica infatti costa dei soldi, la qual cosa si rivela un espediente molto elegante da parte degli sviluppatori di limitare il carico gravante sulla console.

La cosa curiosa di questa modalità è che l'editor lo si utilizza stando all'interno della mappa, non al suo esterno, e si può giocare mentre si posizionano gli elementi. Ciò significa che, volendo, si potranno invitare degli amici all'interno del nostro livello per accelerare il processo creativo, e anche che volendo li si potrà fraggare a piacimento magari mentre stanno posizionando una mazza da golf in giro per il livello.

Non bastasse tutto questo c'è anche la modalità Sparatoria, in cui ci si troverà ad affrontare ondate crescenti di avversari: chi più resiste più punti totalizza, in un crescendo di nemici e pallottole che alla fine lascerà sdraiati a terra anche i guerrieri più esperti.

Detta così parrebbe una cosa semplice, ma anche in questo caso Bungie l'ha resa un gioco a parte, introducendo una tale quantità di parametri (durata del match, proprietà delle ondate, armi disponibili, numeri di generatori dai quali raccogliere le armi, teschi preimpostati, ecc.), modalità di gioco (Versus, Classico, Difesa del Generatore e altre ancora) e mappe, che volendo si possono passare delle settimane giocando solo a questa modalità.

La spiegazione della modalità Sparatoria.

Aggiungiamo al tutto la solita opzione Cinema (il gioco registra in automatico le nostre ultime sessioni e ci permette poi di editarle per creare dei video spettacolari da condividere con gli amici) e un sistema di Matchmaking che prevede addirittura di selezionare i propri avversari online sulla base di parametri quali Profilo Psicologico, Loquacità, Motivazione, Lavoro di Squadra e Tono con cui ci si rivolge al prossimo, e si capisce che siamo di fronte a ben più di un semplice gioco.

CONCLUSIONI

Halo: Reach, quindi, è la degna chiusura di una saga iniziata nel 2001 e in grado di vendere la bellezza di 34 milioni di copie. Capace di spremere il comparto grafico della Xbox 360 ai suoi limiti, di proporre una campagna in single player di livello cinematografico e di offrire probabilmente il miglior multiplayer disponibile sul mercato, Reach è un gioco che merita di essere preso in considerazione da qualsiasi appassionato di FPS.

Bungie infatti, così come la già citata Blizzard con StarCraft II, si è saggiamente poggiata ancora una volta su una base solidissima, aggiungendo poco e agendo miratamente su quei pochi parametri che meritavano di essere rivisti.

Siamo di fronte quindi al migliore Halo di sempre, e forse basterebbe dire solo questo. Purtroppo, però, la scarsa longevità del single-player impedisce a Reach di raggiungere quel "perfect score" che diversamente si sarebbe ampiamente meritato.

9 / 10