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Simon the Sorcerer V

L’anti Potter affronta gli extraterrestri.

Quando Harry Potter era forse solo un'idea nella mente della signora Rowling, il mondo dei videogiochi aveva già nel suo carniere un piccolo mago dalla discreta fama. In realtà non è che rientrasse esattamente nei canoni dell'educazione e della disponibilità verso gli altri, ma si sa, ogni figlio è bello a mamma sua e pertanto a noi è sempre andato bene così.

Nonostante le primavere alle mie spalle possano farmi credere che il protagonista del gioco sia conosciuto ai più, non mi stupirei nell'apprendere che qualcuno fra i miei lettori abbia trovato eccessivamente criptica questa piccola introduzione. Per cui mi sembra doveroso rivelare che il mago a cui facevo riferimento è nient'altro che Simon the Sorcerer.

Giusto per chiudere il cerchio e dare qualche coordinata storica, dovete sapere che Simon è stato uno dei pochi personaggi fatti di bit capace di rivaleggiare a testa alta con i big del settore nei primi anni novanta, ma che purtroppo, come molti pezzi dell'epoca, soffrì pesantemente il passaggio alle nuove generazioni di hardware e alla grafica tridimensionale.

Anche nei videogiochi le donne hanno sempre da lamentarsi...

Un ultimo episodio decisamente dimenticabile condannò infine il nostro all'oblio videoludico, candidandolo a probabile protagonista di un'eventuale puntata a tema di Meteore.

Questo perlomeno fino a questa quinta iterazione che, stupendomi non poco, ha saputo recuperare alcuni dei valori fondanti della serie aggiungendo allo stesso tempo una carica di ironia e pazzia quasi inedita. Il risultato? Un'avventura grafica che vi consiglio di annotare nella lista dei possibili acquisti sotto la voce "passatempi per giornate uggiose".

Se pensate che la fantasia possa avere dei limiti è giunto il momento di ricredervi e questo grazie al fatto di esservi imbattuti nell'universo di Simon: compreso dopo pochi minuti che il nostro eroe dovrà faticare per salvare la sua bella rapita dagli extraterrestri, il tutto prenderà atto in un mondo costellato da buffi personaggi e da simpatiche macchiette, una di quelle cose che fanno bene al cuore.

Una grafica in 3D pulita e sufficientemente curata permette inoltre di donare carattere a un impianto generale forse non all'avanguardia ma in grado di difendersi con onore dagli altri esponenti del genere. Anche se i protagonisti possono risultare eccessivamente spigolosi, la peculiare resa degli ambienti, un vero e proprio calderone di idee, dà quella marcia in più che rende il gioco visivamente accattivante e capace di incollarvi allo schermo. Risate permettendo, ovviamente.

I dialoghi di Simon V sono sicuramente fra i punti forti dell'avventura.

Visto da una prospettiva più ampia, quello che mi ha tuttavia sorpreso più piacevolmente è stata la sincera ammirazione per come il team tedesco ha saputo riproporre in maniera intelligente la classica struttura del punta e clicca, basata sul trio raccogli-esamina-usa, riciclandola in un gameplay che permette di non appiattirsi su un'eccessiva linearità.

In pratica l'intera avventura è suddivisa in tanti piccoli compiti da portare a termine, ma molti di questi permettono di adottare un approccio semi libero, lasciando al vostro libero arbitrio decidere come e in quale ordine affrontarli.

Rimanere bloccati in questo contesto risulta così davvero difficile e le otto ore circa richieste per terminare Simon V risultano pertanto di gioco "effettivo"; questo aspetto credo non sia da sottovalutare, soprattutto in un'ottica imperante di titoli basati sul paradigma delittuoso dell'allungamento del brodo.

Considerato poi che la difficoltà media di Simon V si attesta su livelli affrontabili da chiunque abbia un po' di esperienza con le avventure grafiche e che grazie al sistema di aiuti integrato anche i più negati avranno l'occasione di godersi il finale, stiamo parlando di uno di quei giochi "adatti a tutti".

Le allusioni si sprecano...

Come sempre infine, segnalo alcune note a margine che potranno interessarvi in caso voleste accordare la vostra fiducia all'opera di The Games Company: il gioco è sottotitolato in Italiano grazie al lavoro degli Adventure's Production, vera e propria fucina dell'avventura per il territorio italico, mentre il parlato rimane in Inglese; pur non raggiungendo livelli eccelsi di recitato, resta comunque nei canoni della comprensione umana.

Sono contento quindi che l'opera di recupero di un franchise storico abbia generato un prodotto sicuramente di buon valore: nella pletora di avventure grafiche dalla qualità altalenante degli ultimi mesi, ci troviamo sicuramente nella parte alta del gruppo.

Certo, manca forse un po' di quella verve o di quella magia che rende un gioco indimenticabile, ma per un'onesta sfida a base di punta e clicca, quanto messo in campo è sicuramente più che adeguato.

7 / 10

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Roberto Bertoni

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Proveniente dalla ridente Brianza, è cresciuto a pane e Amiga. Ama inoltre in maniera viscerale il retro, ma solo videoludico. Piatto preferito: pollo con la carrucola in mezzo.

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