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Back to the Future ep. 1

Un passato che si riaffaccia sul futuro.

Ogni generazione ha i propri miti: chi Mickey Mouse, chi Guerre Stellari, chi i Take That e chi il Grande Fratello; tralasciando per un momento il fatto che il fattore nostalgia possa rendere migliori i primi degli ultimi, credo di non sbagliare nell'affermare che molti dei ragazzi nati negli anni '80 pongano nel loro gotha la trilogia di Ritorno al Futuro.

E quando dico "molti ragazzi" vado ad includere ogni angolo del globo, in nome di un fenomeno e di un culto che ha saputo andare al di là di qualsiasi barriera geografica.

Quando allora è emersa la notizia che questa mitica saga, questo piccolo pezzo di cultura pop, avrebbe avuto un proseguimento, il fermento e l'ansia sono cresciuti in maniera dirompente, tanto che ogni notizia veniva passata al setaccio da fan sovraeccitati.

La prova del nove, il varco dove tutti aspettavano questi audaci ragazzi americani era infatti rappresentato dal motore narrativo, ovvero dal tentativo di capire come e in che modo le vicende avrebbero potuto prendere vita dopo il finale del terzo, indimenticabile film.

Ricordare Micheal J. Fox in un videogioco è qualcosa da pelle d'oca per ogni fan.

E qui, nonostante qualche palese arrampicata sugli specchi, non si può che applaudire all'omaggio che i Telltale hanno saputo fare all'opera di Zemeckis, testimoniando ancora una volta quanto sia elevata la loro capacità di entrare all'interno di licenze importanti, valorizzandone al meglio i punti di forza e cogliendone allo stesso tempo l'atmosfera e la spina dorsale.

L'idea alla base della trasposizione videoludica di BTTF ci vedrà così assistere alla scomparsa di Doc dopo un viaggio temporale mal riuscito avente per protagonista Einstein, il fedele quattro zampe del professore: una rivisitazione alternativa dell'inizio del primo film della trilogia, con quel sapore agrodolce a cui i fedelissimi di vecchia data sono da tempo abituati.

Dopo questa veloce intro il buon Marty si troverà pertanto costretto a recarsi nel passato a bordo della mitica DeLorean, con lo scopo di aiutare lo svitato amico, latitante oramai da anni, a districarsi da una situazione ad alto contenuto omicida.

Alcuni personaggi vengono introdotti ex novo nella saga.

Le premesse per un'ottima storia vengono rispettate in pieno, d'altronde gli ammiccamenti e i rimandi sono così tanti e così abilmente sparsi in ogni angolo del gioco che diventa davvero difficile riuscire ad affermare il contrario.

Se però fino a questo punto le campane stanno suonando a festa, non dobbiamo dimenticarci che stiamo pur sempre parlando di un'avventura grafica e purtroppo è proprio qui che emergono le carenze maggiori.

Passi infatti che i Telltale da oramai diverse opere stiano tralasciando l'elaboratezza degli enigmi in nome di una maggiore fluidità narrativa, ma con It's About Time si toccano davvero i minimi termini in complessità e strutturazione: pochi oggetti, poche combinazioni e un'unica strada per arrivare all'obiettivo.

Se il gioco ne guadagna sicuramente in capacità di coinvolgere il giocatore, mai interrotto a causa di qualche enigma di (pseudo) difficile soluzione, il mordente e il grado di sfida ne risentono pesantemente, tradendo le intenzioni di produrre un titolo più per gli amanti del film che per gli amanti dei videogiochi.