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Dead Space: Extraction

Il terrore corre su binari… in alta definizione!

Il ricorso a tale tecnica, a differenza della telecinesi, richiederà un approccio tattico da parte del giocatore, data la presenza inderogabile di un tempo di ricarica una volta esaurito lo slot. Inutile sottolineare come, dalla combinazione dei due moduli, possano nascere meccaniche di attacco inedite in un canonico railway shooter.

Ma non è tutto. La struttura di gioco di Extraction ricalca quella narrativa, offrendo una discreta serie di bivi che, pur non modificando l'epilogo del gioco, potranno complicare drammaticamente la scampagnata del quartetto. Non manca infine un parterre di minigiochi tematici, legati al bypass o alla riparazione di componenti elettronici che incontreremo nel progredire dell'avventura.

In sostanza, si tratta di muovere un puntatore all'interno di uno schema elettronico rimanendo entro il percorso stabilito ed evitando i vari ostacoli presenti. Facile a dirsi, ma aprire una porta sigillata elettricamente mentre un gruppo di Necromorfi prepara minacciosamente la carica, potrebbe costare più di qualche tentativo.

La fanciulla alla destra è la bella Lexine, sfortunata protagonista della vicenda che fa da cornice al gioco.

Il risultato è una meccanica di gioco attiva e coinvolgente, che richiede la massima concentrazione da un giocatore chiamato costantemente a dar prova dei propri riflessi per raccogliere oggetti e sfruttare l'ambiente a proprio vantaggio. A tal riguardo, semplicemente encomiabile è il sistema di controllo, che raggiunge il proprio apice nell'accoppiata Move e Navigation Controller. Intuitività e precisione sono la norma, e permettono di districarsi in manovre articolate in maniera del tutto naturale.

È possibile affrontare la sfida di Extraction utilizzando solo Move: il risultato è parimenti eccellente, anche se in questo frangente il giocatore dovrà ricorrere alla pressione dei minuscoli pulsanti del gelato Sony (quadrato per ricaricare, triangolo per cambiare arma). Niente di così trascendentale, anche se padroneggiare l'intero set di comandi richiederà uno sforzo (e una manualità) sicuramente maggiore.

Il comparto tecnologico si assesta su livelli ragguardevoli, confermando la bontà di un revamp in alta definizione capace di soddisfare abbondantemente l'utenza PlayStation. I modelli sono ottimi e dettagliati, figli di un processo certosino di texturizzazione che raggiunge le vette più alte nei Necromorfi: una cura maniacale del particolare alla ricerca del visivamente aberrante è ravvisabile nelle creature nemiche, che seppur presenti in varietà minore rispetto ai capitoli maggiori godono comunque di un impatto scenico di tutto rispetto.

Lo Story Mode potrà essere affrontato da due giocatori, che dovranno combattere un maggior numero di Necromorfi.

La resa poligonale dell'insieme è notevole, così come la realizzazione degli effetti volumetrici/particellari e delle varie location. L'interattività con gli scenari è piuttosto contenuta (limitata per lo più alla cattura di oggetti e alla distruzione di scatole), così come gli effetti di illuminazione globale (nonostante l'ottima flash light) non raggiungono lo splendore visto a bordo dell'Ishimura: il risultato rimane comunque ottimo, grazie a un impianto sonoro sopra le righe fatto di urla, ruggiti aberranti e crepitii minacciosi che provengono da ogni dove. Il tutto impreziosito da una sana dose di sangue, carcasse e corpi dilaniati, a ricordarci istante dopo istante la minaccia che siamo chiamati ad affrontare.

Alla resa dei conti, l'arrivo di Extraction nella next-gen Sony non poteva avvenire nel modo migliore. Le differenze con la versione Nintendo si esauriscono nell'upgrade grafico, mantenendo inalterati i principali capi d'accusa della precedente versione: una longevità contenuta (6 ore a difficoltà standard) e una carenza di modalità di gioco, limitate allo Story Mode e a un Survival Mode non troppo stimolante. La presenza di bivi e di un buon numero di segreti garantiscono un discreto coefficiente di rigiocabilità, massimizzato dalla possibilità di affrontare l'intera campagna in co-op.

Per il resto, Extraction è Dead Space allo stato puro: inquietante, fomentatore delle più ancestrali paure che si insinuano sotto la pelle del giocatore e ne fanno vacillare i passi. Con una meccanica di gioco sfaccettata che abbandona gli stilemi dello sparatutto su binario in favore di un approccio più action-oriented, Extraction rappresenta quel genere di IP che ogni amante di Dead Space non dovrebbe lasciarsi scappare.

8 / 10