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Bionic Commando Rearmed 2

Ancora luci e ombre in casa Capcom.

Forse in Capcom devono essersi accorti di aver messo insieme un bel flop con il capitolo 3D di Bionic Commando.

Forse si sono anche accorti che invece il gioco 2D che lanciarono più o meno nello stesso periodo non era niente male e che il pubblico lo gradì parecchio.

Fortunatamente, una volta tanto, la casa di Street Fighter e Resident Evil non è stata cocciuta nel suo voler perseguire la strada sbagliata e ha deciso di regalarci (si fa per dire) questo Rearmed 2 piuttosto che un sequel del gioco per PS3 e 360.

BC Rearmed 2 è uno dei pochi esempi di "seguito di un remake" sviluppato da un team diverso da quello originale. Il primo Rearmed fu curato dall'ormai defunta GRIN, i cui battenti vennero chiusi poche settimane dopo l'uscita del prodotto. Mi auguro che la stessa sorte non tocchi a Fatshark, casa peraltro non propriamente celebre nel firmamento videoludico.

Nel corso del gioco potete usare la Bio-Visione con il tasto R2 per ottenere informazioni e analizzare oggetti.

Ma torniamo a noi e a questa seconda avventura, che si svolge qualche anno dopo il primo Rearmed. La storia coinvolge ancora una volta le avventure di Nathan "Red" Spencer e del suo gruppo di combattenti (bionici) per la libertà.

Stavolta la FSA, l'organizzazione di cui fa parte Nathan, è minacciata da Sabio, un dittatore senza scrupoli che ha tra l'altro catturato il colonnello Brubaker.

Il team viene separato poco dopo l'arrivo sul posto e una minaccia invisibile si mette subito sulle loro tracce. Riuscirà Nathan a ricongiungersi con i suoi compagni e a salvare il suo amico? Lo sapremo solo nella prossima puntata...

Scherzi a parte, la trama di Rearmed 2 sembra essere stata messa insieme da uno sceneggiatore che ha fatto indigestione di film degli anni '80, in particolare quelli interpretati da Stallone e Schwarzenegger. Impossibile non vedere qualche richiamo ai vari Rambo, Commando e Predator... ma questo non ci dispiace affatto, giusto? L'importante è che poi non esca fuori Ivan Drago come boss finale.

Le musiche di sottofondo sono volutamente in stile 8-bit ma alla lunga stancano un po'.

La prima cosa che salta agli occhi in questo secondo capitolo di Rearmed è l'inclusione del salto tra le abilità del protagonista. Il precedente capitolo, per quanto fedele all'originale, risultava un po' troppo "rigido" nelle sue meccaniche e Fatshark ha evidentemente ascoltato le (tante) preghiere dei giocatori.

Includere il salto in un gioco come questo lo rende sicuramente più simile a tanti action-adventure-platform passati e recenti, Shadow Complex su tutti, ma chi non riusciva a digerire la sua mancanza nei capitoli precedenti è stato accontentato.

Certo, a giudicare dal design dei livelli, comunque buono, non sembra che il team di sviluppo si sia sforzato molto per costruire qualcosa che invogli il giocatore ad alternare l'utilizzo del braccio bionico con i salti, al punto che questi ultimi per circa l'80% del gioco risultano quasi inutili se si escludono dei banali passaggi in cui è impossibile aggrapparsi a qualche cosa e oscillare per superare l'ostacolo di turno.

E dire che le due tecniche sembrano fatte apposta per miscelarsi tra loro e dare vita a un gameplay più frenetico. Invece alla fine dei conti ci si ritrova a giocare questo Rearmed 2 quasi come il capitolo precedente, magari con un pizzico di agilità in più, ma non aspettatevi certo una rivoluzione.

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Daniele Cucchiarelli

Contributor

Lavora nel giornalismo videoludico da oltre 20 anni. Anche se tutti quelli che lo conoscono gli hanno consigliato di "trovarsi un lavoro serio", resta sempre fedele al suo primo amore.

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