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Dungeons

Il gestionale del male…

Tanti anni fa, quando il PC era la macchina da gioco egemone, i migliori sviluppatori assurgevano al rango di personalità in grado di spostare sensibilmente l'ago della creatività da una parte all'altra della bilancia del mercato dei videogiochi, soprattutto nell'era pre-Playstation.

I deus ex machina che potevano fregiarsi di questo titolo negli anni Novanta non erano pochi, e la successiva industrializzazione del settore nel decennio seguente li ridusse a quei tre-quattro che oggi sono ancora attivi nel settore. Uno di essi è sicuramente Peter Molyneaux che in quanto a buone idee non era probabilmente secondo a nessuno anche quando si trattava di partorire titoli fuori dal comune quali Dungeon Keeper.

Si trattava, per chi non lo sapesse, di un gestionale che permetteva al giocatore di controllare mefitiche segrete cercando di proteggerle dall'arrivo degli immancabili avventurieri, che sarebbero arrivati per depredarne i preziosi tesori custoditi al loro interno. Quindici anni dopo, ecco che un gruppo di appassionati ha deciso di seguire le orme del magnifico proponendoci Dungeons.

Tecnicamente Dungeons è abbastanza piacevole: sistema di illuminazione, conformazione dei dungeon e animazioni sono di buona caratura.

Si tratta di una variante del DK originale rivisitata in salsa moderna e con un pizzico di humor nei dialoghi che non guasta mai, disponibile su Steam in versione speciale.

In questa variante del gioco impersoneremo Deimos, un ex signore del male che, per tornare sulla cresta dell'onda (è stato tradito dalla fidanzata: ah, le demoni cornute...) dovrà darsi da fare realizzando dungeon sempre più complessi con cui ristabilire il suo prestigio negli inferi.

L'obbiettivo è quindi semplice: attirare il maggior numero possibile di avventurieri per poi farli cadere nelle peggiori trappole che la nostra mente malvagia possa concepire e farli morire quindi di stenti in prigioni appositamente preparate per loro.

Dungeons viene definito su Steam come un RPG ma in realtà è un gestionale sui generis, visto che il fine ultimo della collezione di livelli che ci viene presentata è il raggiungimento di determinati obbiettivi che coincidono con una sempre maggiore complessità dei dungeon da realizzare e nella relativa efficienza nel portare a temine un circolo vizioso ben preciso.

Ecco la vostra fidanzata responsabile di tutti i vostri guai. Chi dice donna...

A differenza di quanto accadeva in Dungeon Keeper, infatti, dove l'accento era posto sull'impedire agli eroi di entrare, i nemici sono la principale risorsa visto che la loro dipartita permetterà di aumentare le nostre ricchezze.

Non solo. Anche il loro apprezzamento per la bellezza del nostro dungeon aumenterà in relazione al numero di creature eliminate e all'originalità delle nostre segrete. Dalla "Soul Energy" accumulata sarà quindi possibile investire in nuove strutture per abbellire esteticamente o decorare pesantemente cunicoli, stanze e zone più o meno remote della nostra magione.

I vari livelli di cui è composto il gioco si svolgono quindi più o meno nello stesso modo: avventurieri ed eroi entrano, si infilano in tasca tutto quello che possono, danno un'occhiata in giro, magari fermandosi in una libreria (i maghi) o in un'armeria (i guerrieri), per acculturarsi o allenarsi prima di rientrare a casa per ora di cena.

Vediamo un po' del gameplay di Dungeons.

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Matteo Lorenzetti

Contributor

Dopo dieci anni di The Games Machine, approda finalmente alla redazione di Eurogamer.it. Onnivoro per quanto riguarda i generi, predilige sparatutto, giochi di guida ed RTS.
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