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Dawn of War 2: Retribution

L’Exterminatus sta arrivando...

Se c'è una cosa che non si può fare a meno di apprezzare di Games Workshop è l'estrema cura posta nella realizzazione del backgound di un mondo, quello di Warhammer 40000 che va molto oltre il semplice strategico da tavolo con le miniature.

La trasposizione della saga di Space Marines e Orki nell'universo dei videogiochi da parte di Relic è stata assolutamente eccezionale, sia nella prima serie di RTS dedicati all'universo fantascientifico di Games Workshop sia nella seconda, iniziata un paio d'anni fa con l'arrivo di Dawn of War 2.

Seguendo lo stesso modello commerciale, Relic ha pubblicato prima il gioco ufficiale e poi si è dedicata alla realizzazione delle espansioni: dopo il discreto Chaos Rising, che aggiungeva i Chaos Space Marine, è ora la volta di una fazione che in precedenza non aveva mai trovato incarnazione in nessuno dei titoli della saga, ovvero le Guardie Imperiali.

L'assalto finale alla base nemica è un grande classico: la massa critica è sempre fondamentale negli scontri finali...

Si tratta di militari fanatici fino al midollo, famosi per la pratica dell'Exterminatus, una definizione latineggiante che identifica una nuclearizzazione totale dei pianeti incriminati senza preoccuparsi dello sterminio di eventuali creature innocenti. Gente perbene, insomma.

Retribution segue da vicino le orme di Chaos Rising sul fronte della struttura e dei contenuti, ma bisogna notare che ci sono parecchie differenze tra i due titoli sotto molti aspetti. Come anticipato la più grossa novità è appunto l'introduzione della Guardia Imperiale con un nuovo set di unità ed eroi da utilizzare in single e multiplayer.

Tatticamente sono un incrocio tra la potenza di fuoco degli Space Marine e la duttilità numerica della loro controparte caotica: oltre alla classica suddivisione nell'attitudine tra attacco, difesa e supporto in relazione all'eroe prescelto, spiccano le unità di tier 2 e 3 che puntano sull'utilizzo massiccio di forze corazzate estremamente coriacee e potenti se adeguatamente evolute, ma non molto mobili sia in termini di velocità e maneggevolezza all'interno di scenari molto complicati dal punto di vista strutturale.

La copertura automatica delle unità è uno degli elementi migliori degli RTS di Relic realizzati con l'Essence Engine.

Nelle partite online in multiplayer e in skirmish da soli o in LAN contro la CPU le guardie imperiali si sono dimostrate una fazione tutto sommato facile da usare e sufficientemente flessibile da permetterci di affrontare qualsiasi nemico senza cambi radicali di strategia, il che le rende una scelta equilibrata per quasi tutte le situazioni in cui è necessario passare velocemente dall'attacco alla difesa e viceversa.

Una volta installato Retribution si possono sfruttare i nuovi contenuti essenzialmente in tre modi: in singleplayer o in modalità cooperativa, in multiplayer su Steam o, come detto poc'anzi, in Skirmish contro la CPU o in LAN.

Sul fronte delle possibilità di utilizzo offerte al giocatore si nota subito il cambio di politica rispetto a Chaos Rising: Retribution è effettivamente un gioco standalone che permette di usare tutte le razze in ogni situazione, una scelta decisamente saggia che conferisce a questo prodotto il valore che solo l'originale aveva, anche se limitato a Space Marines, Orki, Tiranidi ed Eldar.

In questo caso tutte e sei le fazioni sono immediatamente disponibili per sfidare online chiunque: acquirenti di questo gioco (ovviamente) e possessori di Chaos Rising e Dawn of War 2.

Il singleplayer di Retribution.

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Matteo Lorenzetti

Contributor

Dopo dieci anni di The Games Machine, approda finalmente alla redazione di Eurogamer.it. Onnivoro per quanto riguarda i generi, predilige sparatutto, giochi di guida ed RTS.

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