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MotorStorm: Apocalypse

Velocità e distruzione su pista.

Motorstorm è un gioco legato da un filo invisibile a un'altra popolare saga PlayStation, quella di Killzone. Entrambi i prodotti furono mostrati in quel famoso E3 durante il quale Sony presentò la sua terza generazione di console casalinghe, e per mesi si discusse se quei fantastici trailer fossero in tempo reale o solo dei filmati messi furbescamente insieme per slogare le mascelle dei presenti.

Mentre però l'uscita di Killzone 2 mise d'accorco un po' tutti, il primo Motorstorm divise critica e pubblico in due schieramenti ben distinti. Ancora oggi c'è chi lo ritiene uno dei racing game più bastardi e appassionanti usciti finora su PS3. Al tempo stesso però, sono in molti quelli che lo ritengono mostruosamente sopravvalutato.

Il sottoscritto appartiene alla prima fazione, nonostante, devo ammetterlo, inizialmente nutrissi non pochi dubbi sul suo conto. Le idee inserite da Evolution Studios in quel gioco erano decisamente interessanti e riuscirono per certi versi a rinfrescare un genere che definire inflazionato era davvero riduttivo.

Gli scenari di corsa cambiano da giro a giro quindi siate pronti a reagire per non incorrere in problemi come questo.

La possibilità di affrontare le gare in maniera diversa (e su percorsi diversi) a seconda del mezzo scelto era a suo modo rivoluzionaria e il bilanciamento, benché livellato verso vette di difficoltà a tratti insostenibili, possedeva quel "je ne sais quoi" che quasi mi costrinse a far rimanere il disco di gioco nella mia console per parecchie settimane.

Il sequel al contrario, anche se acclamato da gran parte della critica, non suscitò in me grande interesse. L'ambientazione tropicale era decisamente meno stimolante del polveroso festival motoristico messo insieme nel capostipite. Stesso discorso per il capitolo PSP, contraddistinto da un gelido retrogusto artico che mi lasciò piuttosto indifferente.

Non ricordo perché ma quando questo quarto capitolo venne annunciato non ho avuto la tentazione di strapparmi i capelli dalla gioia (anche perché avrei avuto ben poco da strappare), ma con il passare del tempo la curiosità è cresciuta. Quando il codice recensibile è arrivato in redazione sono stato quindi felicissimo di prenderlo in consegna e spolparlo come ho fatto negli ultimi 4 giorni.

Iniziamo con i punti a favore, quelli che dovrebbero convincervi ad uscire di casa e acquistare la vosta bella copia di Motorstorm Apocalypse. Primo su tutti: il gioco è dannatamente divertente. Fin dall'introduzione si capisce che questo non è un titolo come quelli che lo hanno preceduto, nel bene e (come vedremo) anche nel male. Le gare, come da tradizione, sono tiratissime fin dall'inizio e l'ambientazione scelta dagli sviluppatori contribuisce ancora di più a renderle incerte dal primo all'ultimo giro.

Il trailer del gioco.

Purtroppo questo non è certamente il periodo migliore per descrivere quello che vi accadrà durante le gare di Motorstorm Apocalypse, ma non posso farne a meno quindi mi faccio forza e lo dico velocemente, tutto d'un fiato: il gioco è ambientato in una città americana (chiaramente ispirata a San Francisco) scossa da potenti terremoti e devastanti tsunami, che cambiano costantemente la morfologia delle piste e quindi il potenziale risultato finale delle gare.

Questa idea di base ha consentito agli sviluppatori di dare libero sfogo alla propria creatività e il risultato è uno dei giochi di corse visivamente più belli degli ultimi tempi.

Perdonatemi se mi risulta difficile in questo momento descrivervi alcuni degli "spettacoli" a cui assisterete nel corso delle gare.

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Daniele Cucchiarelli

Contributor

Lavora nel giornalismo videoludico da oltre 20 anni. Anche se tutti quelli che lo conoscono gli hanno consigliato di "trovarsi un lavoro serio", resta sempre fedele al suo primo amore.

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