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Darkspore

La genetica secondo Maxis.

Chi, come il sottoscritto, si fosse trovato a seguire con un certo interesse le "gesta videoludiche" di Maxis nell'ultimo ventennio, avrà senz'altro giocato o perlomeno sentito parlare di Spore e delle sue infinte possibilità di interazione da parte del giocatore.

Ogni elemento del gioco in questione era infatti personalizzabile e condivisibile con la community e questo, sin dal suo debutto sul mercato, contribuì a creare un'esperienza potenzialmente interminabile.

Forti dell'esperienza maturata con Spore, gli sviluppatori non si sono però limitati a proporre un banale secondo capitolo che ampliasse tali feature ma, al contrario, hanno portato avanti una vera e propria rivisitazione del concept volta a dar luce ad un prodotto completamente nuovo: Darkspore.

Ciò che rende Darkspore un prodotto unico non sono tuttavia solo le sue notevoli opportunità di personalizzazione, ma il modo in cui queste si fondono alla perfezione con una realtà più vicina agli RPG e agli hack 'n' slash, e questo perché a dispetto delle previsioni il titolo ha ben poco in comune con il suo "predecessore". Ma andiamo con ordine...

Al termine di ogni livello riceverete specifiche ricompense volte a stimolare costantemente il vostro interesse.

L'avventura si svolge in un improbabile futuro in cui, in seguito a una fuoriuscita di DNA modificato dai laboratori di un gruppo di ambiziosi scienziati, la galassia viene invasa da un'orda di creature geneticamente modificate, denominate per l'appunto Darkspore.

E indovinate un po' quale sarà dunque la vostra missione? Ma è ovvio, formare una squadra di improbabili eroi per porre fine a questa crisi intergalattica!

Il primo impatto è insolito, e questo perché in un certo senso si ha quasi l'impressione di essere stati proiettati all'interno di una versione futuristica di Diablo: abbiamo infatti una visuale isometrica, loot a palate, mob ovunque messi lì solo per essere fatti a pezzi, e immancabili boss in grado di mettere in difficoltà anche i giocatori più smaliziati.

Il gameplay peraltro non fa che esaltare questo strano senso di déjà vu. La gestione della creature è affidata al mouse sia per muoversi che per attaccare, mentre le abilità speciali, come nel più classico degli RPG per PC, sono legate alla tastiera.

Insomma, chiunque abbia una certa esperienza nel campo dei giochi di ruolo non avrà sicuramente alcun problema a padroneggiare le dinamiche di Darkspore.

A dispetto di un gameplay molto tradizionale, Darkspore presenta tuttavia diversi elementi di sicuro interesse sia per i fan della categoria ma anche per eventuali neofiti. Ogni creatura a propria disposizione presenta infatti caratteristiche e abilità uniche, il cui utilizzo si rivela più o meno efficace e produttivo in base ai nemici da fronteggiare, e questo, considerando le peculiarità del prodotto, si traduce in un'esperienza estremamente varia oltre che aperta ad approcci differenti.

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Davide Persiani

Contributor

Davide inizia a lavorare nel campo dell'editoria videoludica all'età di 16 anni. Dopo qualche anno di gavetta in Spaziogames e Play Media Company, subisce l'irresistibile fascino di Eurogamer.it.
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