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Steel Diver

Un gioco che manca di “profondità”.

Devo dire che di tutti i giochi della line-up iniziale del 3DS, quello che più di tutti mi incuriosiva, ma al tempo stesso sollevava forti dubbi, era proprio questo Steel Diver.

Nintendo che si mette a fare un gioco semi-strategico in cui si deve combattere a bordo di un sottomarino? Se me lo avesse detto qualcuno e non l'avessi visto con i miei occhi, probabilmente non ci avrei creduto.

Eppure è qui, nelle mie mani e sugli scaffali dei negozi, pronto per essere arraffato da chi ha sempre sognato di utilizzare un periscopio o di premere il pulsante che lancia un siluro verso una portaerei nemica.

Ovviamente non stiamo parlando di una simulazione vera e propria, che a dirla tutta sarebbe anche parecchio noiosa, ma di un titolo arcade che dovrebbe fare dell'immediatezza e del divertimento le sue due armi più affilate. Il fatto di aver detto "in teoria" scopre già in parte le mie carte, che dicono tutt'altro.

Inizialmente pensavo a "qualcosa" che concedesse maggiore libertà al giocatore, magari con un po' di esplorazione sottomarina. Purtroppo, invece, si tratta di un titolo che richiede semplicemente di andare da A a B, cercando di evitare mine subacquee e ostacoli vari e distruggendo, nel frattempo, tutti (o quasi) i nemici che si incontrano.

Le battaglie con i boss sono decisamente troppo lunghe e questo non giova certo al già lento ritmo di gioco.

I "mezzi" a disposizione sono tre e differiscono tra loro sia come dimensioni che come manovrabilità ed equipaggiamento. Non è difficile intuire che uno di essi è un piccolo sottomarino, scattante ma poco resistente, un altro è una sorta di gigante corazzato lento come una lumaca zoppa e il terzo è la classica via di mezzo che alla fine quasi tutti finiscono per scegliere.

Purtroppo una volta immersi nella profondità degli oceani ci si accorge che il gameplay di Steel Diver è davvero poca cosa: non ci sono indicatori di pressione da controllare, non si è mai a corto di munizioni (sono infinite) e i movimenti, come dicevo, sono limitatissimi.

Se tutto questo desse comunque vita a un ritmo di gioco frenetico, con mille variabili e possibilità, non sarebbe affatto male. Il titolo Nintendo, invece, abbina questa sua spiccata natura arcade a un "passo" molto più lento di quello che ci si potrebbe aspettare.

Come se ciò non bastasse, gli sviluppatori hanno inspiegabilmente tolto qualsiasi possibilità di giocare tramite stick analogico o D-pad. Tutto avviene tramite controlli touch e questo non contribuisce certo a sentirsi parte dell'azione, visto che lo sguardo è quasi sempre rivolto verso lo schermo inferiore del 3DS. Questa eccessiva macchinosità è bilanciata in parte da una maggiore precisione nel corso delle battaglie, ma... non avevamo appena detto che si trattava di un gioco arcade?

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Steel Diver

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Daniele Cucchiarelli

Contributor

Lavora nel giornalismo videoludico da oltre 20 anni. Anche se tutti quelli che lo conoscono gli hanno consigliato di "trovarsi un lavoro serio", resta sempre fedele al suo primo amore.

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