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Fallout New Vegas: Honest Hearts

L’uomo ustionato vive ancora…

Pochi giochi sono più longevi dei titoli della serie Fallout 3 e sicuramente New Vegas è stato un ottimo rappresentante della specie degli sparatutto/RPG made in Bethesda che ha proseguito nell'incarnazione di questa filosofia. Mescolare un gameplay completamente sandbox che tra quest principali e secondarie permette di arrivare a oltre quaranta ore di gioco ispirate a tutto quello che è stato l'universo di Fallout era sicuramente quello che si aspettavano i fan della serie.

Esattamente com'è accaduto per Fallout 3, fatto oggetto della pubblicazione di ben cinque DLC separati, anche New Vegas ha subito lo stesso trattamento ed è già a buon punto nella realizzazione di una compilation di nuovi contenuti a pagamento che aumentano considerevolmente le ore di divertimento del gioco originale.

Dopo Dead Money ecco quindi arrivare questo Honest Hearts: a quanto pare Bethesda ha una certa preferenza per le situazioni in cui un viaggio da una parte all'altra del deserto finisce per andare completamente storto visto che la trama di Honest Hearts parte da presupposti simili.

Il protagonista è infatti il membro di una carovana che sta attraversando un parco naturale dello Utah quando il convoglio viene improvvidamente attaccato da una delle fazioni che stanno lottando per il controllo di questa zona di deserto dimenticata da Dio e dagli uomini in cui la vita vale meno di una bottiglia vuota di Sarsaparilla.

Se leggete bene tra le righe noterete un ''benvenuti'' scritto su questo cartello.

Ovviamente le cose non andranno fin dall'inizio per il verso giusto e in men che non si dica la carovana Happy Trail per cui avevamo firmato un contratto di babysitting finirà ben presto i suoi giorni in una imboscata in piena regola. A questo punto non vi resterà che iniziare a esplorare anche questo distaccamento del deserto del Mojave che offre numerose possibilità di divertimento sotto forma di una ventina di quest: giocate a fondo possono arrivare a toccare la decina di ore scarse di peregrinazioni all'interno di questa zona poco contaminata rispetto allo standard degli altri titoli Fallout e anche tutto sommato più piacevole da visitare.

Trattandosi di una zona distante dalle grandi città obiettivo delle bombe nucleari, è relativamente intatta rispetto alla devastazione delle grandi città americane e caratterizzata da un livello di radioattività decisamente inferiore.

Le ambientazioni di Honest Hearts sono discretamente ben fatte, in particolare perché segnano un netto stacco con le pianure e colline di New Vegas.

In un contesto del genere bisogna dire che, almeno inizialmente è abbastanza piacevole lasciarsi coinvolgere nelle prime fasi della vicenda che ci vedono, come già accaduto nella strip, alle prese con le fazioni che in un modo o nell'altro cercano di dominare questo piccolo paradiso perduto.

Al solito, sono le scelte morali del giocatore a condizionarne l'allineamento e bisogna dire che le tre fazioni principali e quelle supplementari sono una buona occasione per mettere mano alle quest che fanno scorrazzare in lungo e in largo per gli avamposti, le cittadine e i complessi sotterranei che caratterizzano questa zona montagnosa.

Il problema è che la vicenda non suscita lo stesso interesse di quella vissuta dal corriere del deserto protagonista del primo titolo perché la sensazione di "già giocato" è molto forte. Trova quel documento, recupera il tal materiale, elimina quel personaggio sono i tratti distintivi di una serie di vicende che si lasciano giocare ma non costringeranno a rischiare più di tanto la pelle per sapere come va a finire.

I primi 15 minuti.

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Matteo Lorenzetti

Contributor

Dopo dieci anni di The Games Machine, approda finalmente alla redazione di Eurogamer.it. Onnivoro per quanto riguarda i generi, predilige sparatutto, giochi di guida ed RTS.

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