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Dungeons & Dragons Daggerdale

Un misero avversario per Torchlight.

Poche settimane fa vi abbiamo proposto la recensione della versione console di Torchlight, un emulo di Diablo approdato su console per spegnere il cervello degli appassionati del genere "dungeon crawling" e del collezionismo selvaggio di loot casuale.

I titoli appartenenti a questa categoria finiscono spesso col risultare tutti uguali, ma nonostante questo i giocatori che li apprezzano continuano ad affrontarli con avidità, mai paghi della quantità spropositata di oggetti generata in modo casuale da raccogliere e custodire nel proprio zaino virtuale.

In un genere tanto legato a un gameplay ormai stantio e ampiamente rodato, a premiare un titolo rispetto ai diretti concorrenti sono pochi dettagli, che possono bastare per garantire l'agognato successo o per condannare al fallimento.

Nonostante le nobili origini garantite dalla storica licenza, Dungeons & Dragons: Daggerdale non può che essere confinato fra i "cattivi" del genere, principalmente a causa di una realizzazione tecnica mediocre che va a ostacolare il tradizionale processo di relax e annullamento tanto caro agli appassionati di questi prodotti.

Gli attacchi speciali si guadagnano salendo di livello e possono essere assegnati ai vari tasti del pad.
In Daggerdale è possibile scegliere fra 2 telecamere, una più vicina all'azione, l'altra più lontana e spesso impallata col fondale.

Una volta iniziata la partita il giocatore deve scegliere il proprio personaggio fra le quattro opzioni messe a disposizione da Daggerdale: il guerriero umano, l'elfa ladra, l'elfling mago o il nano chierico.

Ogni eroe può contare su abilità uniche e su talenti e limitazioni specifiche di razza e classe, in perfetta armonia con le regole della quarta edizione di D&D. Armonia che, tuttavia, si interrompe nel momento esatto in cui si entra in contatto con i primi gruppi di nemici, dove il rigido regolamento del GdR cartaceo lascia spazio alle più classiche delle mischie tutte attacchi fisici e colpi speciali.

Al di là di questo comprensibile elemento, comunque, il gameplay generale di Daggerdale non sarebbe nemmeno male, se non fosse per l'interminabile lista di problemi che il gioco si trascina dietro per l'intera durata dell'avventura.

Gli ostacoli più grandi per il pieno godimento dell'esperienza sono sicuramente gli innumerevoli bug che affliggono il prodotto, errori di programmazione che vanno dai piccoli fastidi sopportabili a veri e propri cataclismi in grado di minare seriamente la giocabilità del prodotto.

Qualche esempio? Durante le nostre sessioni ci è capitato (su due partite diverse legate a salvataggi separati) che la telecamera si incastrasse sul primissimo piano di un nano. Nessun comando da noi impartito è servito per sbloccare la situazione, che si è risolta unicamente quando, muovendo alla cieca il nostro personaggio, abbiamo raggiunto il punto in cui è partito un breve filmato.

Il trailer del gioco.