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The Legend of Zelda: Skyward Sword

Il Dulcis in fundo dell'ammiraglia Nintendo.

Con l'annuncio del Wii U e della prima line up di titoli per la nuova console, l'epilogo dell'attuale ammiraglia bianca di Nintendo è ormai praticamente un dato di fatto. Un pensionamento a dir poco invidiabile, considerando i milioni di fedelissimi di Wiimote e Nunchuck sparsi per l'intero globo in soli 5 anni.

Prima però di chiudere definitivamente un ciclo di vita e aprirne uno nuovo, all'insegna dell'alta definizione e di quella genialità che da sempre contraddistingue l'operato di Mamma N, Miyamoto e soci sono pronti a incantare ancora una volta le platee con The Legend of Zelda: Skyward Sword, ultimo episodio della saga di Link sviluppato per Wii che, al di là di una presentazione non propriamente sfavillante, sembra avere tutte le carte in regola per ridare ampio respiro ad una delle serie di punta della casa di Kyoto.

Defilati dalle affollatissime postazioni del booth Nintendo, con code di attesa dell'ordine dell'ora, abbiamo avuto la fortuna di provare la demo di questo nuovo Zelda nell'esclusiva Vip Zone con la dovuta attenzione, riuscendo a estorcere tutto il tempo necessario (ben più dei 10 minuti di gameplay, scaduti i quali la demo veniva automaticamente disattivata) per metterci alla prova con le tre modalità di gioco presentate.

L'utilizzo della tecnologia a sensori del Motion Plus permette di dar vita a combattimenti più immersivi.
Il comparto visivo di Zelda è coloratissimo e ispirato, con toni al limite del fumettistico.

Prima di addentrarci nell'analisi dei tre "livelli" offerti, vale la pena mettere a fuoco le principali novità introdotte dall'IP. La prima cosa che salta agli occhi di questo Skyward Sword è la sua direzione artistica, fatta di toni pastello e tinte luminose e colorate che tanto sanno di N64 e Ocarina of Time: le ambientazioni dark che caratterizzano il precedente Twilight Princess sembrano essere state abbandonate in favore di location più fiabesche e calde, tecnicamente più che godibili anche in apparati televisivi recenti pur senza ricorrere ai fasti dell'alta definizione (cosa che abbiamo potuto soltanto osservare nella demo tecnica del prossimo Zelda, disponibile in un "futuro imprecisato" per il già citato Wii U).

Lo schema di controllo si affida in toto alla tecnologia di movimento sensoriale del Wii Remote, facendo del Motion Plus un componente indispensabile in ciascuna delle tre tipologie di gioco offerte. Il risultato è un'esperienza piacevole e dal buon feedback, che ricrea a video gran parte dei movimenti effettuati dall'utente (in special modo le fasi di combattimento) senza introdurre lag o fastidiosi angoli morti. I più pignoli potrebbero chiedersi per quale motivo il famigerato Motion Plus venga sfruttato a dovere solo a questo punto dell'evoluzione di Wii, ma viste le circostanze (e la caratura dell'IP), tutto sommato possiamo chiudere diligentemente un occhio sulla faccenda.

La prima parte della demo ci ha messo alla prova con la "guida" di un enorme volatile, impegnati nell'inseguimento di un secondo uccello giallo che porta sul proprio dorso una statua: la posta in palio, per motivarci ulteriormente in questa gara dai numerosi contendenti che ostacoleranno la nostra impresa tirandoci contro delle fastidiosa uova, sarà nientemeno che la principessa Zelda.

Il trailer presentato all'E3.

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Alberto Destro

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Eterno Peter Pan intrappolato nel corpo di un trentenne, ha barattato la propria ombra per tastiera e controller. Il tutto per la gioia dell'adorata moglie, che si chiede cos'ha fatto per meritarsi un tale nerd.

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