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Grand Slam Tennis 2 - review

EA Sports tenta la discesa a rete...

Una volta tanto Electronic Arts ha imparato che nuove serie si lanciano in periodi lontani da pericolosi rivali, non come in passato ci è capitato di vedere con un Mirror's Edge. Proporre questo Grand Slam Tennis 2 a ridosso di un Virtua Tennis 4 o dell'ultimo Top Spin sarebbe stato infatti un suicidio, a prescindere dalla qualità del titolo che ora andremo ad analizzare.

Dunque, il tennis. Non penso ci sia qualcuno che non conosca questo sport, ma facciamo finta che almeno uno di quelli che stanno leggendo queste righe si sia improvvisamente risvegliato da un'ibernazione durata 150 anni e facciamo un breve riepilogo. Un campo rettangolare, una rete nel mezzo, due atleti, poche regole e un unico obiettivo: rimandare dall'altra parte del campo la pallina una volta più dell'avversario... possibilmente entro le righe di bordo campo.

Ok, fatta questa doverosa lezione-bonsai passiamo a lui, a Grand Slam Tennis 2, sequel del gioco uscito tempo fa su Wii. Per questa seconda uscita EA ha snobbato la console Nintendo, scegliendo invece le due rivali HD, ossia PS3 e Xbox 360.

Le sessioni di allenamento, essenziali per imparare al meglio le basi del gioco, sono commentate da John McEnroe.

La caratteristica più sbandierata dai vari annunci che hanno preceduto il lancio del gioco nei mesi scorsi è stata la presenza esclusiva del torneo di Wimbledon, ma fortunatamente c'è anche qualcosa in più di un po' di erba inglese.

Si inizia e ci si trova di fronte a menù che non possono trarre in inganno: si tratta di un gioco Electronic Arts! Sono quasi identici a quelli degli ultimi FIFA e con una generosa dose di "ESPN Style", quindi puliti e facili da navigare. Peccato però che i tempi di caricamento tra un menù e l'altro siano un po' troppo lunghi rispetto alla media, un neo condiviso da quasi tutti i reparti del gioco.

Come sempre inizio dall'editor dei personaggi per creare il tennista virtuale che mi rappresenterà nella Carriera e durante le partite online. Le opzioni sembrano piuttosto ricche, si può modificare praticamente tutto, ma una volta entrati nei singoli sotto-menù ci si accorge che in realtà le scelte sono abbastanza limitate. Detto in parole povere: pochi modelli di viso, di capelli, di barba e così via. Per i volti è possibile utilizzare l'ormai famoso GameFace, ma siccome non ho mai sopportato di vedere la mia faccia deformata in versione poligonale, passo oltre e dopo aver messo insieme una sorta di gigante albino che gioca da mancino, esco per fare un po' di sperimenti.

Scelgo di fare una partita veloce e mi ritrovo davanti alla scelta dei tennisti celebri presenti nel gioco, notando che oltre alle solite facce che compongono l'Olimpo del tennis attuale (Djokovic, Nadal, Federer, Murray e soci per la parte maschile; Sharapova, Venus e Serena Williams, Henin, ecc. per la controparte femminile), il team di sviluppo ha inserito la solita pletora di vecchie glorie.

"Molte delle mosse tipiche dei grandi campioni del passato sono state riprodotte piuttosto bene"

A facce già viste come quelle di Boris Becker, in versione giovane stavolta, Borg, McEnroe e Sampras, si aggiungono volti meno noti come Pat Cash, Stefan Edberg e le eterne rivali Martina Navrativola e Chris Evert.

Molte delle mosse tipiche di questi grandi campioni sono state riprodotte piuttosto bene, dal tipico servizio di "Big Mac" alla leggerezza nelle discese a rete della Evert e di Edberg, dal diritto-frustata di Nadal al rovescio di Pistol Pete. Peccato però che tutte le altre animazioni del gioco non siano della medesima qualità, e mi riferisco soprattutto a quelle dei giocatori creati da zero o di quelli meno famosi presenti nel roster di Grand Slam Tennis 2.

A proposito del torneo di Wimbledon che ho citato poco fa, questa è una delle grandi esclusive del gioco Electronic Arts. Mai nessun titolo di tennis moderno ha avuto la possibilità di inserire questa prestigiosa gara nel proprio curriculum, tantè che anche i blasonati Top Spin e Virtua Tennis avevano dovuto affiancare ai tre tornei dello Slam, di cui avevano le licenze, un più anonimo London Championship o cose simili.

La leggerezza a rete di Edberg ritratta nel suo Wimbledon, torneo che vinse nel 1988 e 1990, sempre contro Boris Becker.

"Pur non aggiungendo nulla al gameplay, Wimbledon regala un'aura di sacralità alle partite disputate"

Pur non aggiungendo praticamente nulla al gameplay vero e proprio, il torneo in questione regala però un'aura di sacralità alle partite disputate sul suo mitico campo centrale. Va comunque detto che la fedeltà con cui il comportamento della pallina è stato riprodotto (sulla sua erba, così come anche sugli altri tipi di superficie) è discreta, senza però raggiungere la maniacalità del rivale di Microsoft.

Parlando di gioco vero e proprio, il primo argomento che bisogna toccare è ovviamente il sistema di controllo. Per Grand Slam Tennis 2, EA ha affiancato quello tradizionale ad un altro chiamato Total Racquet Control che, in maniera simile a quanto visto in altri giochi simili, sostituisce i normali tasti con lo stick analogico destro, abbinandolo a quello sinistro per i movimenti.

Funziona? Diciamo sì e no, nel senso che risultati discreti si ottengono da subito, ma riuscire a fare quello che lo stesso gioco propone, ovvero il poter tirare la pallina praticamente in ogni parte del campo, richiede sforzi e allenamenti forse al di sopra delle abilità (e della pazienza) del giocatore medio. Il problema maggiore risiede infatti nella limitata "corsa" dello stick analogico destro dei pad PS3 e Xbox 360, che non concede grandi margini alle angolazioni. Indirizzare i colpi agli angoli più estremi è un'impresa estremamente ardua, specie quando si capisce che la loro profondità dipende anche dalla velocità con cui si muove lo stick.

Vediamo in questo filmato come funziona il Total Racket Control.

"Il Total Racquet Control sostituisce i normali tasti con lo stick analogico destro, abbinandolo a quello sinistro per i movimenti"

Colpi piatti, top spin e colpi tagliati si ottengono inclinando in maniera differente l'analogico e in verità il loro effetto "post-rimbalzo" è piuttosto veritiero, ma nella concitazione delle partite è difficile riuscire a pensare a quale tiro sia il migliore, indirizzare la palla nel punto preciso e al tempo stesso posizionarsi al meglio per imprimere anche la giusta profondità.

Incredibilmente in controtendenza con qualsiasi altro gioco di tennis in circolazione è invece l'utilizzo delle voleé, che con il Total Racquet Control risultano addirittura più semplici. Questo perché in colpi di questo tipo il tempismo necessario è inferiore rispetto ai tiri dal fondo.

Sempre dannatamente complicate rimangono le palle corte, che si effettuano portando indietro lo stick mentre si tiene premuto R2 (o RT nel caso della versione Xbox 360) per poi riportarlo avanti gradualmente. Inizialmente si compiono veri e propri disastri ma la situazione migliora con il tempo, anche se mettere la palla dove volete sarà sempre un'impresa... ma questo d'altronde accade anche nello sport reale.

Le più grandi nazioni del mondo sono rappresentate da un loro tennista, tranne l'Italia... che fine hanno fatto le nostre Schiavone e Pennetta?

I pallonetti, rispetto ai drop-shot sono più semplici e si effettuano più o meno nello stesso modo, ma utilizzando il pulsante opposto: L2/LT. Ovviamente si tratta sempre di un colpo rischioso, specie se l'avversario non si trova con il naso sulla rete.

Il servizio, infine, è una piccola spina nel fianco. Mentre un gioco come Top Spin proponeva questo colpo in versione analogica ma molto più immediata, Grand Slam Tennis 2 ha voluto forse andare un po' troppo oltre. Il movimento "indietro-avanti" dello stick analogico, infatti, serve sempre per dare potenza e direzione al colpo, ma essendo questo diviso in due momenti diversi è più difficile venirne a capo.

I miei primi risultati sono stati a dir poco scoraggianti e pur intravedendo alcune potenzialità in questo sistema, e avendo ottenuto qualche ottimo colpo con la pratica, alla fine ho deciso di ritornare al servizio classico. In fondo, non dimentichiamoci che un gioco di tennis, oltre a tentare di essere realistico, deve sempre e comunque rimanere giocabile e divertente.

"Tornando ai comandi "normali" si nota un sensibile calo nelle possibilità di piazzamento della palla"

Come sempre, tutte le situazioni fin qui descritte cambiano totalmente con il ritorno ai comandi "normali", ovvero a quelli che utilizzano la combinazione "stick sinistro + tasti". Facendo questa scelta, però, si ha un sensibile calo nello spettro di possibilità di piazzamento della palla. L'ideale sarebbe avere la quantità sufficiente di pazienza per imparare al meglio il sistema di controllo analogico, ma se questo è tutto sommato possibile nelle partite contro l'Intelligenza Artificiale, molto più arduo è farlo contro avversari umani, nettamente più imprevedibili e difficili da battere.

Il trailer di lancio di Grand Slam Tennis 2.

Graficamente parlando il gioco ha abbandonato lo stile caricaturale del primo capitolo uscito su Wii in favore di un'impronta molto più realistica. Detto questo, siamo comunque un po' distanti dalla qualità dei modelli poligonali offerta dai rivali più prossimi del gioco Electronic Arts.

Per quanto riguarda le modalità di gioco siamo su terreni già battuti in precedenza ma con una piccola e gradita "sorpresa". Oltre ai classici allenamenti, con la macchina "spara-palle" e nella Scuola Tennis, alle partite veloci e ai tornei predefiniti, è possibile intraprendere una Carriera della durata di 10 anni. Il modo in cui questa modalità è organizzata è piuttosto classica: si parte dalla posizione numero 100 e l'obiettivo è diventare primi in classifica.

"I Grand Slam ESPN Classics offrono la possibilità di giocare alcune delle partite più memorabili della storia recente"

Nel corso della carriera si hanno anche degli obiettivi che regalano punti extra, che possono essere "batti Nadal nella finale del Roland Garros", oppure un più generico "vinci 5 partite sul veloce". Quando si inizia, ad ogni passo della stagione si può decidere se allenarsi per migliorare le statistiche, giocare un'esibizione o magari un torneo tra quelli disponibili. Nonostante di cose da fare, obiettivi da sbloccare, bonus da conquistare e statistiche da consultare, ce ne siano a volontà, il tutto risulta un po' troppo asettico e sinceramente continuo a preferire lo stile "gioco dell'oca" visto in Virtua Tennis 4.

Ecco in cosa consistono i Grand Slam ESPN Classics.

La sorpresa a cui mi riferivo poco fa si riferisce ai Grand Slam ESPN Classics, ovvero alcune delle partite più memorabili che i quattro tornei maggiori abbiano offerto nel corso della storia recente. Grazie a questa modalità potremo rivivere in prima persona le fasi cruciali di alcuni grandissimi match che hanno visto protagonisti le stelle più splendenti del tennis mondiale maschile e femminile. Dal punto di vista del puro gameplay non c'è nulla di nuovo, ma i fan più nostalgici di questo sport gradiranno non poco.

Il gioco, infine, come sapete supporta il PlayStation Move (ma non il Kinect di casa Microsoft), che si comporta in maniera discreta ma non eccezionale. Avendolo già provato con Virtua Tennis 4 posso dire che tra i due giochi è quello SEGA che si fa preferire per una risposta ai comandi leggermente più pronta e precisa. In ogni caso come variante al gameplay "normale" non è male, ma se siete pigri come me, ben presto tornerete al caro e vecchio pad.

E dunque, posso consigliarvi senza riserve questo Grand Slam Tennis 2? Da grande fan dello sport originale vi direi di sì, specialmente se, come me, è da tempo che aspettate un nuovo titolo dedicato a questo sport. Se dovessi invece dare un consiglio in base alla qualità effettiva del gioco, vi direi di non aspettarvi un capolavoro, ma un titolo comunque solido e orientato più sul versante arcade, nonostante alcune leggere velleità simulative. Se invece non amate affatto il tennis, la risposta è praticamente scontata... ma probabilmente non sareste arrivati a leggere fino a questo punto.

7 / 10

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Daniele Cucchiarelli

Contributor

Lavora nel giornalismo videoludico da oltre 20 anni. Anche se tutti quelli che lo conoscono gli hanno consigliato di "trovarsi un lavoro serio", resta sempre fedele al suo primo amore.

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