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Botanicula - review

Un'avventura in punta di mouse.

Quando un paio di stagioni orsono arrivò sul mercato quel piccolo capolavoro di Machinarium, furono diversi gli appassionati di avventure grafiche che rimasero spiazzati dal curioso mix fra design e ingegno che allora caratterizzava il titolo di Amanita Design. Quello che i fortunati giocatori si trovarono davanti era infatti un titolo capace di combattere in modo convincente la naturale staticità di un genere i cui pregi sembravano essersi esauriti nel corso degli anni.

Innovare e affascinare, grazie alla carica poetica che sprizzava da ogni pixel, erano così i verbi che meglio descrivevano quello che i talentuosi ragazzi cechi erano stati in grado di sviluppare e per molti, me compreso, quel gioco fu l'occasione di avvicinarsi al frizzante mondo indie.

In Botanicula l'audio riveste una parte sicuramente importante.

Non contento però del (già ottimo) risultato raggiunto, il team ha deciso oggi di tentare nuovamente la sorte proponendo il qui presente Botanicula che, sebbene ampiamente debitore verso il suo predecessore, punta maggiormente l'acceleratore sulla creazione di un ecosistema credibile, realizzando un'opera se possibile ancora più affascinante.

Il contesto, come potete immaginare dal titolo, è prettamente ecologista: ambientato su una sorta di albero ancestrale dove diversi organismi vivono in maniera simbiotica, il gioco vi porterà a vivere il viaggio di un gruppo di cinque piccoli esseri impegnati a salvare una scintilla di vita dalle grinfie di un malvagio essere oscuro.

Come da tradizione Amanita tutta la trama non verrà proposta attraverso corposi dialoghi o dettagliate descrizioni ma si comporrà di tutta una serie di filmati animati e di scene bucoliche che permetteranno di mettere insieme i vari tasselli e capire quello che vi aspetta livello dopo livello.

Se la cosa può già in qualche modo spiazzarvi e mal predisporvi, valutate fin d'ora se procedere all'acquisto: lo scopo di Botanicula non è infatti quello di fornire una sfida per le menti più abili o di far scorrere adrenalina a fiumi, quanto di raccontare una storia e di far immergere completamente il giocatore in essa.

Ogni filo d'erba ha la sua vita e la sua storia da raccontare…

Sì, perché il tratto distintivo di questa avventura punta e clicca, nel senso letterale del termine, è semplicemente quello di mettere il giocatore davanti ad una serie di ambienti dove l'unica forma di interazione consiste nell'attivare determinati hot spot sparsi per lo schermo, con una parte minimale dedicata all'utilizzo di oggetti recuperati qua e là per l'albero morente.

"Il senso di scoperta e meraviglia darà i contorni di un'avventura al confine fra il sogno e la poesia"

Il senso di scoperta e meraviglia farà così da padrone per ogni interazione, dando i contorni di un'avventura al confine fra il sogno e la poesia, accarezzando al contempo quel sottile confine che solitamente divide la parola videogioco dal mondo etereo dell'arte.

Lo stile di Amanita si riflette così direttamente anche su tutto quello che concerne il fronte grafico, tanto che basterebbe guardare attentamente un qualsiasi screenshot per comprendere chi è l'autore del gioco: palette cromatica morbida, animazioni fantasiose e in generale tutta una serie di scelte di design peculiari rappresentano un biglietto da visita abbastanza chiaro che premia peraltro la volontà di distinguersi chiaramente da un panorama spesso troppo piatto.

Dove poi Botanicula raggiunge l'eccellenza è nel comparto audio, capace di deliziare i vostri timpani con una serie di ritmi e sinfonie oniriche, capaci di accompagnare le vicende a schermo e di immergervi in un mondo brulicante di vita e simpatia; per intenderci, se pensate che la colonna sonora può essere comprata anche a parte, capirete quanto il lavoro proposto sia sotto questo punto di vista di alto livello.

"Lo stile di Amanita si riflette direttamente su tutto quello che concerne il fronte grafico"

Se avete sbirciato il voto finale credo che a questo punto vi starete chiedendo dove sia l'intoppo, visti i toni entusiastici con i quali vi sto descrivendo questo gioco; la realtà purtroppo è che il mio ruolo mi impone di esaminare il titolo Amanita con l'occhio più oggettivo possibile e, per questo motivo, non posso distogliere lo sguardo di fronte ai difetti presenti.

Cominciamo dal gameplay che, sebbene perfettamente oliato vista l'esperienza maturata dal team, inizia a mostrare pericolosamente il fianco a tutta una serie di critiche: ad esempio la non perfetta chiarezza del "perché" e del "per come" una tale azione debba essere compiuta, vuoi perché mancano delle spiegazioni, vuoi perché motivi logici effettivamente non ce ne sono, la qual cosa rischia di rendere il viaggio dei nostri poco stimolante.

Il male, in tutta la sua forza.

Gli enigmi stessi si basano poi più su una logica di trial and error che non su attenti ragionamenti, tanto che le circa quattro ore di gioco necessarie per arrivare all'ispirato finale risultano una lunga carrellata monotematica piuttosto che un videogioco a tutto tondo.

In sintesi avete di fronte due alternative: se giocherete Botanicula con puro spirito di scoperta, vi ritroverete più volte ad ammirare a bocca aperta le evoluzioni di una trama il cui finale saprà suggerire delicate parole alla vostra anima di videogiocatore, solleticato dai numerosi stimoli e sorprese che il gioco saprà donarvi. Le sfide proposte infatti sono varie, ben congegnate e in grado sempre e comunque di puntare la bussola del gameplay sulla possibilità di sperimentare e di interagire con un mondo che a più riprese vi sembrerà davvero pulsare di vita propria.

Se invece il vostro spirito sarà guidato dal raziocinio e dalla stretta aderenza al binomio causa/effetto, troverete diverse mancanze nel titolo Amanita, decisamente lontano dagli schemi di gioco classici usualmente presenti nelle altre avventure grafiche sul mercato.

L'avventura di per sé non risulta peraltro né particolarmente complicata, né particolarmente lunga, sebbene la caccia a una serie di oggetti nascosti (in totale di centoventi) renda sicuramente piacevole addentrarsi nuovamente all'interno delle atmosfere bucoliche di questo gioco una volta raggiunta la sua fine.

Esplorare in maniera attenta gli ambienti diventerà presto la regola ad ogni cambio di schermata.
L'avventura di per sé non risulta peraltro né particolarmente complicata, né particolarmente lunga

Tirando le somme, grazie anche al fatto che il (poco) testo a schermo risulta tradotto in Italiano, ritengo quindi che sarebbe davvero imperdonabile non dare la classica chance ad un titolo che, a mio modo di vedere, permette ad Amanita il lusso di riuscire nella non facile impresa di ripetersi con successo.

Botanicula è in grado infatti di infondere nel giocatore un senso di pace che neanche i momenti più frustranti sono capaci di scalfire con convinzione e, se preso con il giusto animo, può rivelarsi la classica sorpresa che non ti aspetti.

Certo, è ben chiaro che non sempre ci si può affidare alla buona volontà del giocatore per invogliarlo a proseguire nel gioco e che la prossima opera dovrà forzatamente tener conto di una platea sempre più esigente sotto questo punto di vista, ma per lasciarsi alle spalle per qualche ora la frenesia e il trambusto delle vita moderna, l'opera di Amanita è sicuramente una delle alternative più valide disponibili sul mercato.

8 / 10

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Botanicula

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A proposito dell'autore
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Roberto Bertoni

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Proveniente dalla ridente Brianza, è cresciuto a pane e Amiga. Ama inoltre in maniera viscerale il retro, ma solo videoludico. Piatto preferito: pollo con la carrucola in mezzo.
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