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Diablo - retrospettiva

Eurogamer omaggia il capostipite della serie.

Ancora oggi, a distanza di oltre 15 anni dalla sua uscita, Diablo rimane un'esperienza di gioco incredibile, anche per chi ha vissuto e respirato orrori ben diversi come quelli di Silent Hill, Vampire: The Masquerade e Dead Space. L'atmosfera del gioco originale è rimasta pressoché intatta e un nostalgico tuffo nel passato è assolutamente garantito... oltre che consigliato.

Che dire poi della musica e dell'effetto che ancora oggi quelle note fanno su chi all'epoca passò decine e decine di ore in compagnia di questa pietra miliare? Il lento incedere delle corde di una chitarra con in sottofondo le percussioni, poi un grido sommesso e un cambio di ritmo.

La soluzione giusta in casi come questo è colpire senza chiedersi perché.

Ascoltare era importante tanto quanto vedere in Diablo. Spesso fare attenzione ai rumori significava poter prevedere e resistere all'attacco di un'orda di demoni pronti a sputare acido sul malcapitato avventuriero. Qualsiasi cosa si muovesse nell'ombra rappresentava un pericolo e tutti almeno una volta hanno sperato di avere uno schermo più grande per poter dare un'occhiata "di là". Poi le scale, buie, che conducevano al livello inferiore e che facevano presagire un destino terribile.

Diablo non è mai stato un gioco buono nei confronti di chi lo ha affrontato. Il suo scopo è stato sempre quello di instillare paure e timori in chi si apprestava a fare l'ennesimo "click". L'unico modo per non soccombere era avere coraggio ma sapere anche quando fare marcia indietro.

E poi c'è il loot, il dannato, dannatissimo loot del quale tutti abbiamo subito il fascino almeno una volta. Quella cosa che ti fa prendere tutto ciò che trovi anche se non ne hai bisogno, che ti fa tornare indietro per depositare quello che non ti serve per poi proseguire... una volta, dieci, cento, mille, finché non c'è neanche più spazio da riempire.

"Diablo non è mai stato un gioco buono nei confronti di chi lo ha affrontato"

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Diablo è stato un gioco unico, anche se per certi versi simile ad altri usciti prima di lui. In alcuni momenti aveva il ritmo e l'atmosfera di Doom, ma con le caratteristiche di un GDR in puro stile Dungeon Master. Un mix praticamente irresistibile che spiazzò i giocatori abituati ai giochi di ruolo più "cauti", più riflessivi. Era come sedersi sul proprio divano, comodo e rilassante, per scoprire che qualcuno lo aveva trasformato in un razzo pronto al decollo.

L'influenza che questo gioco ha avuto sui GDR moderni è forse incalcolabile, si tratta infatti di una di quelle svolte di genere che capitano una volta ogni decade, forse anche meno. Ai normali fattori che fino a quel momento avevano contraddistinto quel tipo di giochi se ne aggiungeva uno totalmente inedito e imprevisto: la velocità di click!

Un bel muro di fuoco è quello che ci vuole per ospiti troppo insistenti.

Dungeon e oggetti creati in maniera casuale fecero il resto, insieme ad un cast di creature e mostri che ancora oggi fanno correre qualche brivido ghiacciato sulla schiena. Diablo diventò anche un fenomeno del gioco online, nonostante i notevoli problemi di lag che lo hanno afflitto soprattutto nei primi tempi.

"L'influenza che questo gioco ha avuto sui GDR moderni è forse incalcolabile"

La sfida proposta non era la stessa dei GDR classici o degli sparatutto e tutto sommato il gameplay era anche piuttosto scarno, ma individuare un nemico e spostarvi sopra immediatamente il puntatore per attaccarlo il prima possibile, dava un gusto difficile da descrivere a parole.

Il rapporto con gli altri giocatori, lo scambiarsi consigli, la possibilità di incontrarsi nel villaggio per vendere o acquistare oggetti, erano tutte caratteristiche che in breve tempo svilupparono una community incredibile, anche senza le possibilità "social" che abbiamo oggi.

Purtroppo la massiva diffusione del gioco in rete portò anche problemi, primo fra tutti quello dei cheater. In breve tempo la rete si riempì di gente che barava, che duplicava all'infinito oggetti e utilizzava trucchetti per manipolare le caratteristiche dei personaggi. Certe cose esistevano anche allora, purtroppo.

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Riprendere in mano Diablo oggi è ancora sorprendentemente piacevole, nonostante l'aspetto tecnico sia quello ha retto peggio l'urto del tempo. La varietà dei nemici sembra nettamente inferiore a quella che si ricordava, d'altronde sappiamo che la memoria a volte gioca brutti scherzi, al punto che viene da chiedersi come facessimo all'epoca a trovare tutti gli oggetti rimasti sul terreno, che oggi appaiono quasi indistinguibili.

Anche il sonoro risulta un po' datato e ciò che faceva paura all'epoca adesso risulta quasi comico. Persino le voci dei personaggi sembrano esagerate e la recitazione a volte fin troppo accentuata. Nonostante questo, però, l'esperienza di gioco è ancora appassionante. La voglia di scavare sempre più a fondo è la stessa e basta cliccare sul primo mostro perché la malattia del gioco riprenda da dove si era interrotta.

La storia di questa saga è proseguita quattro anni dopo il primo capitolo con l'inevitabile Diablo 2, un gioco che migliorò molti degli aspetti narrativi del suo predecessore e rese l'azione ancora più frenetica.

Il resto, come si dice, è storia recente...

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Daniele Cucchiarelli

Contributor

Lavora nel giornalismo videoludico da oltre 20 anni. Anche se tutti quelli che lo conoscono gli hanno consigliato di "trovarsi un lavoro serio", resta sempre fedele al suo primo amore.
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