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DiRT: Showdown - review

Chiamatelo anche DiRT: Destruction Derby.

Fantastica Codemaster, una software house da amare. È una delle ultime rimaste nel Regno Unito e i suoi fondatori, la famiglia Darling, sono dei veri eroi nazionali. Nasce nel 1985 e da allora questa compagnia è sempre riuscita a stupire, divertire, intrattenere i proprio appassionati con uno stile accattivante e aggressivo, capace quando necessario anche di reinventarsi completamente.

E poi i "codies", come vengono affettuosamente chiamati i suoi membri, sono quelli che troppo tempo fa regalarono al mondo il gioco Micro Machines, con il suo eccezionale multiplayer locale che ancora oggi nessuno è mai più riuscito a replicare. E che dire della serie Colin McRae? Se provate a dare un'occhiata al capostipite della serie su Youtube, vi accorgerete di quanto sia ancora bello oggi, dopo oltre quattorci anni.

Questi ragazzacci delle Midlands hanno i giochi di guida nel sangue, ed è proprio sui giochi di guida che hanno deciso di puntare totalmente in questa prima generazione di console ad alta definizione. Una mossa furba, perché hanno trovato il campo sgombro: non ci sono molti giochi di rally oltre a DiRT, e non ci sono molti giochi di guida come GRID.

Chi diavolo ha messo un incrocio nel bel mezzo di una pista del genere? È un fottuto genio!
In DiRT:Showdown non manca certo dettaglio grafico, dentro e fuori la pista.

Il successo di questi titoli è stato tale che oggi, in concomitanza con l'arrivo di DiRT: Showdown, debutta anche la nuova etichetta Codemasters Racing, sotto cui verranno raccolti i futuri probabili capolavori che usciranno dalle officine della compagnia.

DiRT: Showdown quindi ha un compito in più, non può sfigurare, deve partire in quarta! E non ci crederete ma questo gioco parte proprio in quarta, lasciandoci alla guida di uno strafottente bolide a due giri dalla fine di una gara... molto particolare. Scoprirete infatti ben presto che questo DiRT non è il solito gioco della serie, ma qualcosa di diverso, più scoppiettate e caciarone, una sorta di "sagra dell'albero motore" in cui nessuna velleità simulativa costringerà ad elaborate tattiche di gara.

In DiRT: Showdown si corre per il semplice piacere di farlo, attraverso una ricchissima varietà di gare in cui, il più delle volte, le macchine in pista finiranno accartocciate come un foglio di carta gettato nel cestino.

Circuiti a "otto", rampe con salti in cui si incrociano due diversi sensi di corsa e un turbo che si ricarica sportellando allegramente i rivali, queste sono alcune delle grandi novità che DiRT: Showdown si prende la briga di riportare nel mondo dei videogiochi.

Ma non finisce qui. Non si tratta solo di arrivare primi, ma di tutta una serie di eventi che riporteranno indietro nel tempo chiunque ci fosse stato, pad in mano, nel 1995, quando un'altra grande software house inglese, la Psygnosys, se ne uscì con il primo (inimitabile, insieme al secondo) Destruction Derby per PlayStation. Sì, anche tra le modalità di DiRT: Showdown c'è il destruction derby, come altre divertentissime varianti.

"In DiRT: Showdown si corre per il semplice piacere di farlo attraverso una ricchissima varietà di gare"

Il destruction derby di DiRT: Showdown è però leggermente diverso, ma lo svolgimento è identico a quello che probabilmente conoscerete. In questo tipo di gare i vari contendenti vengono rinchiusi in un'arena con un unico obiettivo: distruggere i mezzi rivali. Per ogni tamponamento il giocatore riceverà dei punti in base alla tipologia di scontro e al danno recato.

Il trailer di lancio di DiRT Showdown.

In DiRT: Showdown però la gara finisce solo quando terminerà il tempo a disposizione, lasciando che le macchine distrutte rientrino man mano in gioco, regola che vale naturalmente anche per il giocatore. In questo modo non ci sono tempi morti, game over a sorpresa, ma solo un punteggio da migliorare e tutto il divertimento che ne riuscirete a trarre.

La variante più divertente, a nostro parere, è quella su piattaforma sospesa, in cui è possibile guadagnare un bel po' di punti extra spingendo gli avversari di sotto. E qui, in multiplayer, c'è da morire dal ridere, con inchiodate al limite e retromarce che spesso vedranno sfilare verso l'oblio tutte le macchine che avevano puntato proprio noi, per quella spintarella da 1000 punti che avrebbe garantito un gustoso primo posto.

Anche nei giochi di guida c'è spazio per un bel bacio mozzafiato, non solo nei film con Jennifer Aniston.
Tutto molto bello, ma una volta online il divertimento si moltiplicherà.

"Un'altra modalità molto divertente prende spunto dagli special stage del rally, la Gimkana"

Un'altra modalità molto divertente prende spunto dagli special stage del rally, la Gimkana: qui c'è un inizio e una fine, in mezzo una serie di ostacoli da superare in un determinato modo prima di proseguire verso il traguardo.

In DiRT: Showdown ci sono anche livelli più aperti, dove sfidarsi a passare attraverso tutti i portali di luce disseminati in giro o in una fantastica variante del capture the flag tutti contro tutti, dove una volta conquistata la bandiera (che potremo perdere se ci verranno addosso) dovremo cercare di portarla incolumi fino al luogo in cui segneremo il punto. Oh, e naturalmente ci sono anche le gare normali come quelle a eliminazione...

DiRT: Showdown ha anche (e sopratutto!) una modalità single player molto simile a quella dei vecchi DiRT, quindi non temete voi che non amate giocare con gli altri. Anche il modo in cui verranno sbloccati nuovi veicoli è simile. Se avete giocato altri racing game Codemasters vi sentirete subito a vostro agio, qui in più sarà possibile spendere i crediti guadagnati conquistando podi e migliorando alcune variabili, come la resistenza, la velocità e naturalmente l'immancabile manovrabilità dei veicoli in nostro possesso. E che tra l'altro sono tanti e vari, tra Focus prese di peso dal WRC, dune buggy corazzate e bus della scuola la sorpresa è sempre dietro l'angolo.

In DiRT: Showdown debutta poi anche il RaceNet, dove per la prima volta Codemasters offre ai videogiocatori un luogo in cui proporre costantemente nuove sfide, analizzare i tempi dei propri amici e collezionare punti con cui sbloccare premi e cotillon. In pratica un servizio molto simile a quello offerto da tempo da Electronic Arts nei suoi titoli sportivi e non, ma fa piacere averlo anche qui.

"Tecnicamente DiRT: Showdown è molto simile a tutti gli altri giochi che sfruttano lo stesso motore grafico"

Tecnicamente DiRT: Showdown è molto simile a tutti gli altri giochi che sfruttano lo stesso motore grafico, con le medesime differenze del passato per quel che riguarda le due versioni di gioco disponibili, dove quella Xbox360 si dimostra più pulita e satura di quella PlayStation3. In nessuno dei due casi abbiamo visto problemi di framerate e altre pecche che potrebbero compromettere la giocabilità.

DiRT: Destruction Derby?

In un gioco dove gli incidenti non solo sono frequenti ma persino incentivati, è il sistema di collisioni a dover dimostrare di più, e quello di DiRT: Showdown è un po' approssimativo. Non sarebbe stato brutto avere un maggior realismo, più dettaglio, ma rimane assolutamente capace di esprimere tutta la disastrosa potenza di un incidente.

Il modello di guida è una versione semplificata di quello già provato nei giochi precedenti, i mezzi tendono ad essere più attaccati al terreno e il tutto risulta estremamente piacevole e appassionante.

C'è solo un momento in cui la risposta alle sollecitazione non sembra curata come in tutte le altre circostanze, ed è quando il nostro mezzo sarà in aria e si appresterà ad atterrare: qui la fisica è troppo rigida, e non sarebbe stato male l'incertezza che si respira per esempio nel primissimo FlatOut. Ma forse è solo una scelta, per mettere l'immediatezza davanti a tutto tranne che al divertimento.

Ancora una volta: brava Codemasters. E benvenuta Codemasters Racing!

8 / 10

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Dirt Showdown

PS3, Xbox 360, PC

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Francesco Serino

Contributor

Dopo aver diretto molte riviste del settore si ritrova scrittore collaborando con alcuni importanti quotidiani ma non dimenticando il giornalismo videoludico specializzato, settore nel quale ritorna grazie a Eurogamer.

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