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Dungeon Fighter LIVE: Fall of Hendon Myre - review

Molto meglio il free-2-play!

A volte vengono portate avanti operazioni commerciali più simili a suicidi premeditati che a strategie ben studiate. Il porting di Dungeon Fighter LIVE su Xbox 360 è un esempio perfetto di tale affermazione, visto che a causa di alcune scelte infelici dei responsabili dell'operazione, gli utenti Xbox si trovano tra le mani la pallida ombra della divertente esperienza disponibile da tempo su PC.

Se non avete mai sentito parlare di Dungeon Fighter Online, vi basti sapere che si tratta di un free-2-play che unisce alcune dinamiche dei vecchi picchiaduro a scorrimento con elementi tipici dei GdR basati sul loot e sul grind selvaggio.

Le possibilità di interazione all'interno dei villaggi sono piuttosto ridotte.

Nella sua versione originale, quindi, il gioco può essere scaricato gratuitamente per godere di buona parte dell'esperienza, ma alcuni oggetti ed equipaggiamenti specifici possono essere acquistati unicamente investendo soldi veri.

Il passaggio del gioco su Xbox LIVE ha costretto i programmatori a rivedere la formula di base, prendendo alcune decisioni critiche per modificare l'esperienza e adattarla alle regole commerciali più tradizionali a cui è soggetta la piattaforma Microsoft.

Il risultato di tale intervento è Dungeon Fighter LIVE: Fall of Hendon Myre, titolo acquistabile per 800 Microsoft Point e, purtroppo, drasticamente ridimensionato rispetto alla controparte disponibile su PC.

Il cuore della struttura di gioco è molto semplice e ripetitivo: dopo aver scelto uno dei tre personaggi a disposizione (lo Slayer con la sua massiccia spada, il Fighter esperto di arti marziali e il Gunner specializzato negli scontri a lungo raggio) si accettano le quest offerte dai PNG per portarle a termine in uno dei numerosi dungeon presenti nel gioco.

Una volta avviata la partita ci si trova di fronte a un aspetto grafico discutibile, che punta tutto sulle piacevoli illustrazioni abbandonando completamente i modelli poligonali o eventuali sprite 2D animati.

Le immagini possono anche risultare affascinanti grazie alla qualità del design, ma visto in movimento il gioco è imbarazzante.

All'interno dei villaggi, per esempio, i PNG sono rappresentati da semplici sagome perfettamente immobili, sovrastate da una serie di icone che segnalano l'eventuale presenza di quest da offrire, la possibilità di usufruire di servizi specifici (l'acquisto e la vendita di oggetti nel caso dei negozianti, la riparazione degli oggetti dal fabbro e così via) e quella di scambiare semplicemente quattro chiacchiere sul mondo di gioco.

"Nonostante la buona qualità dei disegni il livello delle animazioni è estremamente basso"

Una volta accettate le quest e raggiunti i dungeon, purtroppo, la situazione non migliora di molto, visto che nonostante la buona qualità dei disegni il livello delle animazioni è estremamente basso, con una quantità di frame ridotta all'osso.

La conseguenza di questa mancanza di cura sul fronte tecnico è la presenza costante di personaggi immobili su schermo (i mob si attivano solo quando il giocatore arriva a una certa distanza, altrimenti non muovono un muscolo) e, in caso di spostamenti molto piccoli, a una vera e propria traslazione del proprio personaggio, senza che questi si esibisca in alcun tipo di movimento.

Sotto molti punti di vista la situazione grafica è nettamente inferiore a quella di perle del passato come, per citare un nome illustre approdato a sua volta su Xbox LIVE, l'immortale Final Fight. Le cose non vanno meglio nemmeno sotto altri punti di vista. La giocabilità generale, per esempio, è rovinata da una serie di improbabili scelte di design, come quella di associare gli attacchi e la raccolta degli oggetti al medesimo tasto, creando non pochi problemi.

"La giocabilità è rovinata da una serie di improbabili scelte di design"

In più di un'occasione, soprattutto nei livelli più avanzati, capita di imprecare dopo aver subito un colpo perché il personaggio ha preferito raccogliere l'ennesimo paio di stivali nel bel mezzo di un combattimento, magari interrompendo la combo che avrebbe abbattuto il mostrone di turno.

Un altro problema degno di nota è quello legato alla ripetitività dei dungeon, che non essendo generati casualmente e dovendo essere affrontati più e più volte per completare le varie quest (per alcune delle quali può perfino non bastare un unico passaggio), diventano presto una sorta di rito meccanico da compiere quasi ad occhi chiusi.

Le mosse speciali possono essere eseguite sia inserendo combinazioni simili a quelle dei picchiaduro che affidandosi ai tasti di scelta rapida.

I dungeon sono divisi in stanze singole dove, una volta entrati, è necessario eliminare tutti i nemici per proseguire verso l'ambiente successivo. Questo dev'essere fatto ancora e ancora, fino al raggiungimento della stanza con il boss o al ritrovamento dell'oggetto di cui si ha bisogno per portare a termine il proprio incarico.

Tale meccanica, decisamente monotona, diventa più interessante se affrontata in compagnia di qualche amico (online o offline, fino alla creazione di un gruppo di quattro persone), soprattutto se si sceglie di creare un party eterogeneo per sfruttare le abilità di tutti i personaggi.

Anche il multiplayer, però, è strutturato secondo scelte inspiegabili, come quella di inserire solo tre classi in un gioco multiplayer per 4 giocatori. Considerando che nella versione free-2-play sono poi presenti il mago, il prete e altri personaggi esclusi da questa particolare incarnazione, i punti interrogativi aumentano.

Se le fasi action non convincono pienamente, quelle legate alle dinamiche GdR ottengono risultati leggermente migliori. La possibilità di acquisire nuove abilità salendo di livello, infatti, dona all'esperienza quel pizzico di strategia capace di aumentare l'interesse del giocatore.

I menu per la gestione di oggetti ed equipaggiamento sono caotici e difficili da consultare.

"Le fasi legate alle dinamiche GdR ottengono risultati leggermente migliori"

A seconda delle scelte fatte in fase di potenziamento, infatti, è possibile influenzare in modo evidente le caratteristiche del proprio personaggio. Interessante anche il sistema di crafting e di riparazione dell'equipaggiamento, utile per garantire un pizzico di varietà e una boccata d'aria fresca quando non si spendono ore ad abbattere nemici nei dungeon per accumulare loot.

Anche in questo caso, tuttavia, il passaggio dalle meccaniche free-2-play a quelle tradizionali si fa sentire, visto che in una struttura classica alcune tipologie di negozianti (come quella del venditore dei vasi contenenti oggetti casuali) perdono tutta la loro utilità ed efficacia.

Questo tentativo di adattare un free-2-play alle dinamiche di Xbox LIVE, quindi, si è rivelato un insuccesso. Se siete alla ricerca di titoli simili, nel catalogo LIVE Arcade troverete diverse opzioni ben più interessanti di Dungeon Fighter LIVE: Fall of Hendon Myre. Alcune di queste, poi, sono disponibili perfino a un prezzo più vantaggioso.

5 / 10

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Filippo Facchetti

Contributor

Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.

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