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Battlefield 3: Aftermath - review

Settimo grado nella scala del divertimento.

Dopo averci fatto fare un salto nel passato con Back to Karkand, aver messo alla prova i nostri riflessi nel frenetico pacchetto Close Quarters e averci offerto il comando di decine di mezzi pesanti all'interno di mappe immense con Armored Kill, DICE propone un nuovo contenuto aggiuntivo con cui espandere ulteriormente l'esperienza di Battlefield 3.

Con Aftermath il team di sviluppo ha voluto recuperare alcune particolarità della Campagna single player e aggiungere un pizzico di devastazione extra anche al multiplayer, offrendo quattro mappe ambientate in una Tehran squarciata da un potente terremoto.

Ecco quindi che quanto vissuto in diretta durante le partite single player si trasforma nel prologo che spiega le terribili condizioni dei nuovi campi di battaglia. Tra impressionanti fenditure nel terreno che sembrano cicatrici sul corpo di un gigante sofferente e scheletri di edifici collassati e fatti a pezzi, in alcune occasioni (non tutte, sfortunatamente) le battaglie di Aftermath mettono in mostra la grande abilità dei ragazzi di DICE nella realizzazione di ambienti stimolanti e convincenti per un multiplayer online di primissimo livello.

Le quattro mappe presenti nel pacchetto sono in grado di soddisfare i gusti di una buona varietà di utenti, da quelli appassionati di ambienti vasti e ad ampio respiro a quelli più vicini a CoD e alle incessanti corse attraverso claustrofobici corridoi.

La balestra permette di selezionare rapidamente vari tipi di munizioni, rivelandosi estremamente versatile.

Epicentre è sicuramente la mappa principe del DLC, soprattutto a causa delle scosse di terremoto che a intervalli di tempo irregolari ne scuotono le fondamenta, facendo sentire costantemente i giocatori immersi in un ambiente precario.

"Le quattro mappe presenti nel pacchetto sono in grado di soddisfare i gusti di una buona varietà di utenti"

Le fenditure lungo la strada possono trasformarsi in cunicoli ideali per attraversare senza dare nell'occhio spazi altrimenti troppo aperti per risultare sicuri, in un gioco dove i cecchini possono essere davvero letali.

Allo stesso modo le zone rialzate del terreno permettono di raggiungere indisturbati i piani più alti di piccoli edifici pericolanti, offrendo l'occasione perfetta per tendere gratificanti agguati ai tiratori scelti appostati nelle zone elevate della mappa.

Vista la natura dell'ambientazione gli appostamenti sono possibili ma estremamente difficili, proprio a causa della gran quantità di strade, passaggi e aperture impossibili da tenere adeguatamente sotto controllo. Questo non vuol dire che un cecchino navigato non possa esibirsi in prestazioni superbe, magari sfruttando le imponenti coperture offerte dalle macerie, per abbattere gli esploratori meno cauti.

La devastazione che caratterizza le mappe fin dall'inizio delle partite rende meno impressionanti le prestazioni del motore di gioco sul fronte dell'interazione con gli ambienti.

Anche in Markaz Monolith le fenditure e i segni del terremoto occupano un ruolo fondamentale nell'approccio alle schermaglie, ma a differenza di quanto accade in Epicentre l'azione risente di un design meno ispirato e a tratti banale. La presenza di due elicotteri da trasporto tra i veicoli utilizzabili apre alcune possibilità interessanti ai piloti più esperti, che con la giusta attenzione possono volare tra gli edifici in rovina per seminare il panico nelle strade.

"La mappa di Azadi Palace è quella che ci ha convinti di più, probabilmente grazie al suo intricato dedalo di stradine"

La mappa di Azadi Palace è quella che ci ha convinti di più, probabilmente grazie al suo intricato dedalo di stradine, sviluppato in un vasto quartiere messo in ginocchio dal terremoto. Percorrere le strade a bordo dei veicoli blindati (il Barsuk e il Rhino sono due proposte inedite di questo DLC), abbattendo le barricate in sottile lamiera per aprire scorciatoie o indispensabili vie di fuga, porta alla nascita di intensi scontri fra mezzi pesanti, offrendo anche ai soldati a terra più di un'opportunità per togliersi la soddisfazione di far saltare in aria un veicolo con un paio di colpi ben indirizzati.

L'ultima mappa del pacchetto è Talah Market, l'immancabile omaggio al Run&Gun in stile Call of Duty. Per ottenere risultati accettabili in questo stretto inferno di piombo è necessario essere sempre in movimento, in modo da non trasformarsi in bersagli facili. I giocatori più abili possono raggiungere posizioni particolarmente vantaggiose sfruttando al massimo la mobilità dei loro soldati virtuali, senza però dimenticare che le ridotte dimensioni della mappa favoriscono gli approcci aggressivi e fulminei alle tecniche attendiste.

Tra le nuove sfide da portare a termine segnaliamo quella chiamata Guglielmo Tell, che richiede di effettuare una serie di headshot da 150 metri di distanza.

Al di là delle nuove ambientazioni, comunque, a caratterizzare Aftermath sono anche l'inedita balestra e la modalità Spazzino, utili a movimentare ulteriormente le partite online. La balestra, è inutile dirlo, è la moda del momento, tanto che è quasi impossibile non imbattersi in almeno tre o quattro giocatori a partita che si affidano a questo nuovo giocattolo.

"È difficile non lasciarsi ammaliare da uno strumento tanto preciso e letale come la balestra"

D'altra parte è difficile non lasciarsi ammaliare da uno strumento tanto preciso e letale (forse anche troppo!), particolarmente consigliato per qualche esperimento di quickscope, ma che rivela tutte le proprie debolezze negli assalti a corto raggio e nelle schermaglie contro più bersagli alla volta.

La modalità Spazzino, introdotta con Aftermath, è una variante sul tema classico di Battlefield, dove a Conquista si aggiunge un sistema di distribuzione delle armi piuttosto particolare. In sostanza all'inizio del match ogni giocatore inizia con una pistola e una manciata di proiettili ed è compito degli utenti recuperare sul campo di battaglia armi migliori con cui liberarsi delle minacce nemiche.

Sparse per le mappe ci sono armi di vario genere che, una volta raccolte, possono essere usate per abbattere i membri della squadra avversaria e conquistare gli obiettivi sensibili. Per capire rapidamente la potenza degli equipaggiamenti a disposizione basta osservare il numero che li caratterizza, dettaglio che permette di pianificare strategie di vario genere.

DICE ci mostra la magnitudo di Battlefield 3 Aftermath.

Piuttosto che buttarsi a capofitto sull'arma più potente, facilmente trasformabile in un'esca fin troppo efficace, si può optare per qualcosa di meno straordinario ma comunque affidabile. Per ottenere buoni risultati, poi, è fondamentale ricordare di scegliere l'arma badando più al proprio stile di gioco, che al numero che la caratterizza.

"La modalità Spazzino ci è sembrata troppo caotica"

Pur essendo una piacevole ventata d'aria fresca, comunque, la modalità Spazzino ci è sembrata troppo caotica, soprattutto se sperimentata nelle mappe più piccole, dove la corsa agli armamenti trasforma ogni partita in una sorta di maratona esplosiva. A questo si aggiunge qualche problema di troppo con il respawn, che di certo non farà piacere ai veterani dell'FPS DICE.

Detto questo, Aftermath è un buon DLC, con alcune mappe interessanti e altre forse troppo confusionarie. Le aggiunte dei nuovi veicoli, della balestra e della modalità Spazzino non bastano a rendere questo pacchetto aggiuntivo un must buy come Armored Kill, ma la qualità delle mappe migliori del lotto potrebbe bastare per giustificare tale spesa.

7 / 10

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In this article

Battlefield 3: Aftermath

PS3, Xbox 360, PC

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Filippo Facchetti

Contributor

Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.
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