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Miasmata - review

Preferite morire esplorando o morire e basta?

Produzioni miliardarie, marketing meeting, globabilizzazione dei temi e quotazioni in borsa: sono molti i fattori che influiscono lo sviluppo di un videogioco, nonostante non siano strettamente correlati ad esso. Più l'investimento è alto e meno è possibile inserire elementi che rischino di offendere/spaventare, e di conseguenza allontanare anche solo una piccola porzione di pubblico. Il videogioco delle major dev'essere universale, semplice, affabile, anche correndo il rischio di divenire incolore.

Tutto questo ha messo i bastoni alle ruote della creatività, e ha spersonalizzato produzioni che avrebbero sicuramente beneficiato di una sola mente al comando, piuttosto che truppe di avvocati in cravatta. E anche noi ci siamo fatti ingannare, ci siamo messi a nuotare controcorrente, inconsapevoli del guaio che stavamo per combinare. All'alba di questa generazione di console, la più lunga di sempre, tutti credevamo che il videogioco sarebbe divenuto finalmente grande, come il cinema, forse anche di più. Sette anni dopo ci ritroviamo con produzioni miliardarie che faticano a rientrare nei costi di sviluppo nonostante siano un successo, a ingollarci di giochi indie, a pendere dalle labbra di una software house polacca che si comporta esattamente il contrario dei colossi più famosi, a farci felicemente prendere a calci in culo da un gioco di ruolo in cui si passa più tempo da morti che da vivi.

Sono moltissimi i motivi che ci hanno fortunatamente riportato con i piedi per terra, e tutti ci conducono verso l'esuberanza di piccole software house, o addirittura nel garage di due fratelli con un sogno più grande del cassetto in cui lo avevano riposto. Una decrescita felice che sta riportando anche l'hobby della programmazione nelle case delle persone. Il mercato dei videogiochi da verticale si sta quindi trasformando in orizzontale, e nei negozi digitali il gigante è messo al fianco del più piccolo. Pari dignità.

"È grazie a Greenlight che un gioco come Miasmata sta riscuotendo un più che meritato successo"

Steam, con il suo servizio Greenlight, ha fatto un ulteriore passo in avanti: basta andarci ora ed è possibile scoprire che il classico dei classici Dragon's Lair deve combattere per la sua pubblicazione al fianco dello sconosciuto Victim of Xen. Ed è grazie a Greenlight (dove chiunque può sottoporre al pubblico la propria idea e, con i voti sufficienti, garantirsi la pubblicazione) che un gioco come Miasmata sta riscuotendo un più che meritato successo. Miasmata è fatto da due fratelli, Joe e Bob Johnson, che non si sono limitati all'utilizzo di qualche middleware ma hanno fatto lo sforzo extra di creare anche il proprio motore grafico. Questo impegno tecnico è stato messo al servizio di un'avventura in prima persona ambientata in un'affascinante isola piena di insediamenti abbandonati ed enormi sculture, dove il giocatore deve interpretare uno scienziato piuttosto che il solito guerriero o soldato.

Miasmata inizia con una sfumatura di nero, una pozza che ben presto fa emergere l'unica informazione di cui abbiamo bisogno: siamo molto malati e dobbiamo trovare al più presto una cura. E quando il nero si dissolve quel che resta è una spiaggia, silenziosa, strattonata dalle onde del mare che rimbomba alle nostre spalle. Un'enorme roccia, scolpita per ricordare il volto di un uomo, si erge tra le montagne all'orizzonte, getta la sua ombra su quello che sembra essere un piccolo accampamento.

In tasca abbiamo una borraccia, un taccuino, una mappa che non dice nulla, un accendino e la nostra spossatezza. Scopriamo presto che i movimenti in Miasmata puntano al realismo; uniteci la precaria condizione fisica dell'alter-ego e avrete un gioco che vi imporrà di stare sempre molto attenti a dove mettete i piedi. Un pendio troppo scivoloso potrebbe farvi ruzzolare per metri, riducendovi in fin di vita, ancora più bisognosi di una cura. E state attenti a non prendere troppa velocità correndo in discesa: come nella realtà potreste fare una brutta fine. Senza contare che se vi affaticherete troppo, o se vi ferirete, in Miasmata c'è anche il rischio di prendersi una brutta febbre.

"Il nostro personaggio è uno scienziato, capace di catalogare le piante e utilizzarle per sintetizzare medicine e stimolanti"

Anche se il motore grafico non è potente come quello di altri giochi, l'isola di Miasmata appare subito bellissima.

La buona notizia è che il nostro personaggio è un abile scienziato, capace di catalogare piante e fiori con facilità, e utilizzarli per sintetizzare medicine e stimolanti ad effetto immediato. Questa capacità sarà anche la chiave per curare il virus che ci ha colpiti, a patto di reperire i giusti ingredienti e imparare a utilizzarli a dovere. Ecco perché il prima possibile dovrete trovare il coraggio di abbandonare l'accogliente campo base iniziale per inoltrarvi nella vegetazione dell'isola.

Esplorare l'isola richiede un lento ma inesorabile avanzare, bisogna sempre stare attenti a non perdere l'orientamento perché in Miasmata la mappa non verrà svelata semplicemente raggiungendo nuove zone, né tantomeno scalando una torre radio. Per poter mappare l'isola dovrete utilizzare il caro vecchio sistema della triangolazione, in cui partendo da due punti di riferimento (che nel gioco devono essere strutture di costruzione umana, come statue o accampamenti) si tracciano delle righe sulla mappa, che incrociandosi mostreranno con precisione la nostra posizione attuale. Una volta stabilito il luogo in cui ci si trova è possibile aggiungere alla triangolazione eventuali nuovi punti di riferimento, e in questo modo finalmente potremo disegnare una nuova porzione di isola sulla mappa.

Ogni spedizione è una continua emozione proprio per questo, proprio perché il rischio è sempre dietro l'angolo. In Miasmata dovrete tenere d'occhio la scorta d'acqua, evitare di farvi cogliere di sorpresa dal buio (che è molto buio!), imparare a utilizzare a vostro vantaggio gli elementi, tenere sempre d'occhio dove state andando e non cadere. Inoltre c'è anche un'altra piccola (GRANDE) sorpresa che vi aspetta e da cui vi consigliamo vivamente di nascondervi, a qualunque costo. In più non potrete portarvi dietro chissà cosa: un paio di campioni, un'arma (inutile) o una torcia, e una medicina per tipo. No, le cose non sono facili, ma vedrete che con la giusta quantità di coraggio e di intraprendenza, pian piano riuscirete a sopravvivere.

"Immergersi in Miasmata è una boccata d'aria dopo tutta l'azione di plastica di tanti giochi ben più famosi e ricchi"

Un piccolo altare emerge dal mare: accendendo fuochi e dormendo salveremo la partita.

Pochi giorni nell'isola di Miasmata e finalmente riuscirete ad organizzarvi come si deve, e questa crescita, basata esclusivamente sulla qualità delle spedizioni effettuate, è costante, soddisfacente, un premio al coraggio e al fiuto che si rinnova ad ogni scoperta.

Immergersi in Miasmata è una boccata d'aria dopo tutta l'azione di plastica di tanti giochi ben più famosi e ricchi. Miasmata ricorda la serie Myst nell'incedere e nella spaventosa, folgorante bellezza dei suoi luoghi, ma col coraggio di cui è intriso ci porta a molto prima, a Midwinter II, a quei giochi che non si ponevano limiti e che venivano accettati, amati e idolatrati per quello che erano, con i loro bug, con le loro imperfezioni.

Perché Miasmata non è perfetto: è rozzo, si mangia qualche frame di troppo ed è nel colpo d'occhio, non nel dettaglio, che brilla la sua grafica. Si vede insomma che è fatto da due sole persone e non da una megacorporation che produce anche androidi per le estrazioni minerarie su Marte. Miasmata non è un gioco per tutti, e questo lo rende immediatamente inadatto ad essere inscatolato e venduto dentro un GameStop, ma un tempo giochi come questo non erano parte dell'industria dei videogiochi, bensì erano l'industria dei videogiochi.

"Miasmata non è perfetto: si vede che è fatto da due sole persone e non da una megacorporation"

Scopriamo le ambientazioni di Miasmata in questo filmato di gameplay.

È da Jazz JackRabbit che è nata la Epic, è da Gridiron! che nasce Bethesda; senza il primo semplice e imperfetto GTA non ce ne sarebbe stato un terzo, senza Commander Keen come avrebbe potuto esserci Doom? Questi sono solo alcuni dei giochi che hanno dato un'opportunità agli ex enfant terrible dei videogiochi di diventare i colossi che sono oggi.

Stavamo per creare un mercato dove tutto questo non sarebbe stato più possibile, Miasmata ci ricorda ancora una volta di quanto siamo stati fortunati a evitarlo. Non vi sto dicendo che un altro Far Cry 3, Miasmata non è il GTA della botanica, ma mi preme dirvi che sull'isola di Miasmata mi sono ritrovato spaventato e bambino come non accadeva da tempo e per me questo è davvero importante. Per me questo è otto.

Miasmata si può acquistare su Steam a 14,99 Euro.

8 / 10

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Francesco Serino

Contributor

Dopo aver diretto molte riviste del settore si ritrova scrittore collaborando con alcuni importanti quotidiani ma non dimenticando il giornalismo videoludico specializzato, settore nel quale ritorna grazie a Eurogamer.

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