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Persona 4 Arena - review

Meglio tardi che mai.

Dopo un'attesa interminabile Zen United è finalmente riuscita a pubblicare Persona 4 Arena in Europa, a mesi di distanza dall'arrivo del picchiaduro Arc System Works nei negozi giapponesi e americani.

Il fatto che gli appassionati del genere e della saga Atlus abbiano dovuto attendere tanto a lungo non ha certo creato il clima ideale per un titolo di questo tipo, visto che in ambito competitivo non è mai facile recuperare un divario tanto ampio rispetto ai rivali sparsi per il mondo.

Il che è un peccato, perché Persona 4 Arena è un gioco di primissimo livello non solo dal punto di vista artistico, ma anche da quello del gameplay nudo e crudo grazie a un sistema di combattimento di puro stampo Arc System ma, al tempo stesso, perfettamente in grado di incorporare gli elementi tipici dei GDR Atlus.

Impossibile? Ovviamente no, come vi dimostreremo in questa recensione. Persona 4 Arena nasce dall'accordo tra Atlus e Arc System Works per la realizzazione di un ardito crossover tra i classici giochi di combattimento in stile Guilty Gear o BlazBlue e gli episodi più recenti della saga di GDR Atlus chiamata Persona, nello specifico al terzo (marginalmente) e al quarto capitolo (in modo molto più deciso).

Alcuni attacchi alterano lo stato dell'avversario, proprio come nei GDR. Tali penalità svaniscono col tempo o possono essere interrotte tramite azioni specifiche.

Il risultato è un picchiaduro dalle meccaniche ricche, corpose e capaci di adattarsi ai livelli di abilità più disparati, impreziosito dal design elegante e dalla solida componente narrativa che da sempre caratterizzano i GDR Atlus.

Da genitori tanto importanti non poteva che nascere un purosangue che non solo è in grado di divertire e appassionare i maniaci dell'arcade stick, ma anche di fornire un'esperienza normalmente trascurata dalla maggior parte degli esponenti del genere: la storia.

Tralasciando i confusi deliri di Guilty Gear e BlazBlue, finora solo il recente Injustice di NetherRealms ha mostrato una particolare cura nella realizzazione della modalità Storia. In Persona 4 Arena gli amanti delle belle storie hanno la possibilità di dedicarsi sia alla classica modalità Arcade, che associa alla tradizionale serie di combattimenti alcuni elementi narrativi legati ai personaggi selezionati, che alla vastissima (anche troppo!) modalità Storia, dove scoprire gli eventi successivi alla fine di Persona 4 per PS2 (o della recente versione Golden per PS Vita).

"È possibile approfondire diversi elementi legati ai personaggi grazie a ore di dialoghi e splendide illustrazioni"

Le Sfide sono in linea con quelle della maggior parte dei picchiaduro in circolazione, ma sono essenziali per approfondire i vari personaggi.

In questa modalità l'utente può approfondire diversi elementi legati a Yu, Chie, Yukiko e agli altri personaggi presenti all'interno del gioco, grazie a ore di dialoghi e splendide illustrazioni e, in alcune occasioni, perfino a superbi filmati animati perfettamente in linea con la tradizione della saga Atlus.

Questo dona a Persona 4 Arena uno spessore che ben pochi altri picchiaduro possono vantare. Se a questi elementi affianchiamo anche una ricca modalità Allenamento, la Gallery e 30 Sfide per ogni personaggio, indispensabili per apprenderne le basi di gameplay e le combo più avanzate, ecco che il pacchetto diventa sempre più interessante.

Considerando che stiamo parlando di un picchiaduro, ovviamente, molti degli elementi descritti fino a questo momento sono assolutamente accessori e perderebbero di importanza qualora i combattimenti dovessero rivelarsi noiosi, mal bilanciati o poco coinvolgenti.

Fortunatamente non è il caso di Persona 4 Arena, che trasuda classe Arc System da ogni poro. Le basi del sistema di combattimento prevedono la collaborazione dei personaggi e dei rispettivi Persona, entità paragonabili agli Stand di JoJo.

"Il sistema di combattimento prevede la collaborazione di personaggi e rispettivi Persona, entità paragonabili agli Stand di JoJo"

Ogni combattente può contare su un set di attacchi normali e speciali a base di pugni, calci e proiettili di vario genere, mentre i Persona sono caratterizzati da abilità uniche derivate direttamente dai GDR Atlus. Ed è proprio attraverso i Persona che vengono lanciati incantesimi paragonabili alle mosse speciali più pirotecniche dei vari Street Fighter & Co.

I controlli prevedono due tasti di attacco (debole e forte) per il combattente umano e altrettanti associati al Persona. Premendo questi tasti seguendo sequenze più o meno lunghe e articolate si eseguono combo di ogni tipo.

La prima novità rispetto agli altri picchiaduro in circolazione, quella che probabilmente farà indignare più di un purista, è quella delle Combo Automatiche, eseguibili premendo più volte un unico pulsante in rapida successione.

Questa tecnica è assolutamente perfetta per permettere anche ai giocatori meno abili di difendersi sul campo di battaglia, esibendosi anche in evoluzioni particolarmente spettacolari. A seconda di quanti SP (i classici Spell Point qui necessari per eseguire le tecniche avanzate) si hanno a disposizione, infatti, la Combo Automatica viene conclusa con attacchi più o meno potenti.

"Le Combo Automatiche sono eseguibili premendo più volte un unico pulsante in rapida successione"

I riferimenti ai GDR Atlus sono moltissimi, a partire dalle ambientazioni fino agli attacchi dei personaggi.

La presenza di tale caratteristica ha contribuito ad accrescere l'odio di alcuni utenti verso P4A, erroneamente definito un picchiaduro "monotasto". Diciamo erroneamente perché in realtà, approfondendo un po' il discorso e andando oltre la superficie, viene fuori la profondità di un sistema di combattimento caratterizzato da molte delle caratteristiche care ad Arc System Works.

Le combo più complesse, infatti, pur non richiedendo una manualità eccessiva hanno tempi di inserimento dei comandi piuttosto stretti e, per questo motivo, poco adatti ai giocatori occasionali. Il fatto che le Combo Automatiche si basino sempre sui medesimi attacchi, poi, le rende prevedibili e poco dannose, andando a bilanciare la loro eccessiva semplicità.

A questo si aggiunge tutta una serie di elementi avanzati che difficilmente i giocatori occasionali riusciranno a integrare nel proprio stile di gioco, a meno di non dedicare un po' di tempo a del sano allenamento.

Senza entrare troppo nel tecnico vi basti sapere che in P4A sono presenti tecniche difensive avanzate per ridurre lo stordimento dopo aver parato un colpo, due tipi di Burst (uno per attaccare e uno per interrompere le combo avversarie), comandi per interrompere l'animazione di un colpo e recuperare frame preziosi, overhead, crossup (gestiti in modo macchinoso attraverso un tasto specifico) e mille altri elementi con cui arricchire i propri pattern di gioco.

"Le combo più complesse non richiedono eccessiva manualità ma hanno tempi di inserimento dei comandi piuttosto stretti"

Quando la salute scende sotto un certo livello si entra nella modalità Awakened, che aumenta gli SP disponibili sbloccando nuovi attacchi devastanti.

Il cast di personaggi offre una grande varietà di gameplay, che saprà soddisfare i giocatori più pazienti e orientati verso il controllo dell'area di gioco (con Yukiko, Elizabeth o Aigis), gli amanti del pressing con mix-up selvaggio (Chie e Akihiko), gli esperti del "badile" (Kanji e Labrys) e perfino gli utenti più alternativi (Naoto e Teddie).

L'unico difetto relativo al gameplay di P4A che ci sentiamo di sottolineare è legato alle scarse possibilità di evoluzione del sistema di combattimento. Nonostante offra un gran numero di opzioni, infatti, alla lunga il gioco fatica a "crescere", a differenza di quanto accaduto con altri titoli del genere. Stiamo parlando, comunque, di una considerazione per utenti esperti e costantemente a caccia di nuove strategie da sperimentare in combattimento.

Sul fronte cosmetico ci troviamo di fronte a uno degli esponenti più curati del genere dei picchiaduro a incontri 2D. Il risultato nato dall'incontro degli sprite di Arc System Works con il design elegante di Atlus è memorabile, sia nel bel mezzo degli scontri (nonostante qualche animazione migliorabile sparsa qua e là), sia all'interno dei curatissimi menu.

A questo si aggiungono l'ottimo doppiaggio in due lingue (inglese e giapponese) e le superbe musiche di Shoji Meguro, marchio di fabbrica della saga di Persona. I remix di alcuni dei brani migliori di Persona 3 e 4 a volte stentano ad adattarsi alle atmosfere di un picchiaduro, ma a livello qualitativo rasentano l'eccellenza.

"Ci troviamo di fronte a uno degli esponenti esteticamente più curati del genere"

Oltre ad essere visivamente splendide, le tecniche Instant Kill mandano inesorabilmente KO l'avversario, ma si possono eseguire solo in condizioni molto specifiche.

La ciliegina sulla torta è rappresentata dall'ottimo netcode, che replica le prestazioni convincenti già apprezzate con i vari capitoli di BlazBlue. Salvo pochi rallentamenti iniziali, l'azione è generalmente fluida e le partite risultano giocabili anche contro avversari connessi da un altro continente.

Detto questo, non vediamo alcun motivo per non consigliare caldamente l'acquisto di questo piccolo gioiello nato da una collaborazione ardita, rischiosa, ma assolutamente epica. A patto che apprezziate il genere, ovviamente!

9 / 10

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Filippo Facchetti

Contributor

Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.

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