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Puppeteer: Kutaro e le Forbici Magiche - prova

Manca ormai poco al debutto sul palco!

Chi ha un'età prossima a quella del sottoscritto, ricorda perfettamente i pomeriggi passati al parco a guardare il teatro dei burattini e delle marionette. I tempi da allora sono cambiati: quel teatro non c'è più ma Sony ha pensato che sarebbe stato bello ricreare quella magia in un gioco esclusivo per PlayStation 3 e così è nato Puppeteer, un titolo che abbiamo provato a poche settimane dall'uscita nei negozi.

La versione da noi testata era pressoché completa, con tanto di localizzazione in Italiano sia per i testi che per il parlato, che in questo caso è rappresentato dalla voce fuori campo che racconta la storia di Puppeteer. Sì, perché l'intero gioco è narrato come uno spettacolo teatrale, nel quale un prode eroe si imbarca in un'avventura perigliosa per salvare la sua bella dal cattivo di turno. A differenza del solito, questa volta le persone da salvare sono molte di più, ovvero le anime dei bambini catturati dal Re Orso, un bestione molto cattivo che ama dormire con un orsetto più piccolo e che ha come servitrice più fedele una gigantesca tigre di legno e cartapesta.

In realtà sono tutti i personaggi di Puppeteer ad essere realizzati con "materiali di scena" e i livelli in cui prende vita il gioco, altro non sono che scenografie teatrali che si susseguono velocemente come fossero comandate da una regia invisibile. L'effetto finale, credetemi, è davvero stupefacente. Il nostro eroe, Kotaro, verrà aiutato nella sua missione da alcuni compagni improvvisati, capeggiati da una strega solo apparentemente cattiva, che non può non ricordare la Yu-Baaba de La Città Incantata. In realtà sono molti gli elementi del gioco che richiamano i lavori più popolari del maestro dell'animazione giapponese, Hayao Miayaki. Il maniero di Re Orso in cui è ambientato il primo atto del gioco, ad esempio, è praticamente un omaggio al Castello Errante di Howl.

Ispezionare a fondo ogni singola schermata del gioco sarà il modo migliore per trovare preziosi bonus e scovare livelli segreti.

L'atmosfera onirica di Puppeteer però affonda le sue radici anche nella tradizione fiabesca occidentale, con gatti volanti che sembrano usciti dal Paese delle Meraviglie di Lewis Carrol, mentre fatine svolazzanti e mostriciattoli minuscoli portano alla mente le favole del danese Hans Christian Andersen.

"I livelli sono scenografie teatrali che si susseguono come comandate da una regia invisibile. L'effetto finale è davvero stupefacente"

Il secondo atto cambia completamente scenario e trasferisce il giocatore in un'ambientazione in stile orientale, con una foresta di bambù trasformata in un acquitrino maleodorante. Il gatto volante che mi aveva accompagnato nei primi tre livelli viene sostituito da una sorta di elfa dai capelli rossi, la cui utilità però si è rivelata pressoché identica. Con lo stick analogico destro, infatti, si può direzionare la nostra compagna d'avventure su qualsiasi porzione di scenario alla ricerca di oggetti nascosti, che possono essere svelati con la pressione del tasto R2.

Il gameplay di base dell'ultima fatica SCE Japan è quello di un classico platform bidimensionale, con piattaforme su cui saltare, trampolini elastici, barriere semoventi e così via. Proprio l'idea di base del gioco però, ha permesso agli sviluppatori di aggiungere alcune idee davvero niente male, che promettono di donare a Puppeteer uno stile davvero unico.

Lo scudo di cui si viene in possesso dopo il primo atto non ha durata illimitata e va ricaricato di tanto in tanto.

La principale di queste è rappresentata dalle Forbici Magiche che danno il titolo al gioco. Kotaro ne verrà in possesso quasi subito e dovrà utilizzarle per muoversi negli scenari "tagliuzzando" arazzi, tessuti, foglie e così via. In alcune occasioni torneranno utili anche in combattimento, sia contro i boss che di tanto andranno ad interrompere il girovagare del protagonista, che contro nemici più piccoli ma altrettanto importanti, ovvero i custodi delle anime perdute.

"La costante scoperta di nuovi oggetti che arricchiscono l'esperienza di gioco ricorda per certi versi lo stile della serie Zelda"

Il secondo oggetto fondamentale è uno scudo, che permette a Kotaro di deflettere i colpi nemici per un certo numero di volte prima di necessitare di una ricarica. Inizialmente questo oggetto serve quasi esclusivamente per risolvere enigmi ma più avanti torna utile anche in alcuni scontri. Stesso discorso per le bombe ninja, che pur essendo offensive necessiteranno di piazzamenti strategici per essere utilizzate al meglio.

La costante scoperta di nuovi oggetti che arricchiscono l'esperienza di gioco ricorda per certi versi lo stile della serie Zelda, nella quale Link inizialmente si trova a girovagare nel suo mondo solo con una spada e uno scudo, per poi venire in possesso di boomerang, arco, bombe e così via.

Re Orso e la sua fedele tigre sono i cattivoni di turno... ma in fondo non sono così antipatici.

C'è poi da considerare la presenza delle teste. Ogni set di livelli nasconde un determinato numero di teste e Kotaro può portarne con sé tre per volta. Ognuna ha un potere differente, che può essere però utilizzato solamente in determinati momenti. Esse rappresentano anche un fattore vitale per il piccolo protagonista: quando viene colpito, la testa di turno viene staccata dal corpo e Kotaro ha solo pochi secondi per recuperarla. Terminate le teste a disposizione si perde una vita, terminate le vite (che possono essere incrementate recuperando 100 cristalli speciali) sarà Game Over!

"Proprio come un teatro, Puppeteer ha porzioni di gioco che si nascondono dietro le quinte dell'avventura principale"

La cosa bella di Puppeteer è che, proprio come un teatro, ha porzioni di gioco che si nascondono "dietro le quinte" dell'avventura principale. Questa è infatti composta da sette atti, ognuno dei quali diviso in tre livelli della durata variabile dai 15 ai 30 minuti. La longevità di base già di per sé sembra più che sufficiente ma ad incrementarla ulteriormente troviamo alcuni fattori di rigiocabilità non indifferenti.

Ogni stage, infatti, contiene un determinato numero di teste e di anime da salvare, e non tutte possono essere recuperate al primo passaggio. Giocando vi accorgerete che gli scenari stessi vi suggeriranno di utilizzare una particolare testa per far accadere qualcosa, ma non è detto che questa sia in vostro possesso in quel momento.

Puppeteer alza il sipario con questo video.

Determinati livelli, inoltre, hanno sfide bonus nascoste, che nella maggior parte dei casi richiedono al giocatore di recuperare dei cristalli nascosti viaggiando su dri mezzi del tutto particolari... dal dorso di un aquilone-pesce al cappello di un fungo.

Di certo al team SCE Japan l'inventiva non manca e Puppeteer sembra possedere quel non so che in grado di farlo emergere dalla dura battaglia per il dominio del mercato autunnale. Ci auguriamo solo che tra un GTA e l'imminente next-gen, questo potenziale gioiello non passi inosservato com'è già avvenuto con altri titoli d'indubbio pregio.

L'appuntamento nei negozi italiani per questa promettente esclusiva PlayStation 3 è fissato per l'11 settembre. Quello con la nostra recensione... un po' prima!

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Daniele Cucchiarelli

Contributor

Lavora nel giornalismo videoludico da oltre 20 anni. Anche se tutti quelli che lo conoscono gli hanno consigliato di "trovarsi un lavoro serio", resta sempre fedele al suo primo amore.

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