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The Drowning - review

Molta carne (morta) al fuoco ma poca benzina.

Scattered Entertainment è una software house svedese specializzata nello sviluppo di videogiochi per dispositivi mobile. Più precisamente, come recita l'home page del team di Stoccolma, "core games for core gamers". Giochi tosti per giocatori professionisti, insomma. Si tratta di una dichiarazione di intenti forte, fatta non a caso da un team di elementi che vantano tra le righe del proprio curriculum titoli del calibro di Battlefield 2 e 3, Crysis, Far Cry, Mirror's Edge, Halo, Just Cause 2 e persino qualche capatina nel pianeta della celluloide di Hollywood. Voleste mai inviare una candidatura a Scattered Entertainment, sappiate che sono interessati a profili senior con almeno un decennio di servizio sulle spalle.

Alla luce di questa premessa, è più che comprensibile approcciarsi a The Drowning con delle aspettative elevate. Nato da un team di esperti reclutati per creare un titolo tripla A a portata di palmo, aspirante portabandiera di una rivoluzione nell'FPS basata su interfacce touch e, non ultimo, creatura di Ben Cousins, uno dei più celebri sostenitori del modelli free to play dell'industria, il biglietto da visita di The Drowning sarebbe sufficiente a legittimare un successo totale. Ma alle volte l'apparenza inganna e, come avrete già intuito, anche stavolta qualcosa è andato storto, decisamente storto.

Gli amanti degli sbloccabili troveranno in The Drowning pane per i propri denti. La quantità di armi, veicoli e altre amenità è invidiabile.

Partiamo dalla storia, o forse sarebbe il caso di dire dalla mezza facciata di sceneggiatura che fa da cornice al gioco. L'infestazione zombie è ancora una volta il leit motiv del titolo, ambientato in un piccolo arcipelago in stile Dead Island. Più originale è invece l'origine dell'epidemia, legata all'inquinamento marino in seguito ad una fuoriuscita di petrolio (o presunto tale). Nulla di sconcertante, certo, ma una cornice del genere potrebbe comunque bastare per mettere in piedi una campagna intrigante. Ma la speranza di una modalità single player robusta ed articolata è destinata a svanire rapidamente.

The Drowning è articolato in una serie di livelli in stile arcade collegati da brevi cut scene, al cui interno il solo obiettivo sarà resistere all'attacco delle orde di non morti per due interminabili minuti. Un'idea stravagante per uno sparatutto in prima persona, che se di primo impatto rischia di spiazzare il giocatore riesce invece ad essere divertente al lievitare del coefficiente di difficoltà.

"Sarà fondamentale riuscire a guadagnare il maggior numero di stelle per livello"

A fianco della sopravvivenza, sarà fondamentale riuscire a guadagnare il maggior numero di stelle per livello. Ogni sudata stella permette infatti di sbloccare specifici oggetti all'interno di una lista esorbitante, siano essi veicoli, armi o altre ferraglie varie utili per potenziare quanto già in nostro possesso.

Tale sistema di punteggio riesce a dare un pizzico di varietà ad un gioco che, a conti fatti, soffre di una ripetitività quasi ossessiva. Le mappe presentano variazioni minime, così come il gameplay che si ripropone inalterato da isola a isola. Sotto questo punto di vista, collezionare stelle rappresenta una sorta di "compito motivazionale" per il giocatore, che ad ogni nuova raccolta sarà più vicino ad una nuova arma o, parimenti, potrà finalmente riparare quell'AK47 non funzionante trovato due livelli prima.

All'interno di ciascun livello dovremo resistere per due interminabili minuti all'avanzata di un'orda infinita di divora-cervello. Più facile a dirsi che a farsi.

Il titolo ha comunque dei meriti, in modo speciale il cercar di proporre all'utente uno schema di controllo innovativo nel panorama FPS per dispositivi touch. Un tap sullo schermo farà muovere il nostro alter ego nella direzione stabilita, laddove la rotazione del dispositivo andrà a comandarne la telecamera. Semplice quasi quanto la gestione del fuoco, che richiede un tap a due dita in corrispondenza del bersaglio. Il mirino apparirà tra le due dita, e sarà più facile effettuare uno zoom con il classico pinch-out sullo schermo.

Precisione e immediatezza garantite? Beh, è vero solo in parte. Se le due meccaniche funzionano alla grande singolarmente, è nella loro combinazione che se ne vedono i limiti principali. Sparare interrompe ogni spostamento del giocatore, rendendolo potenzialmente più vulnerabile alla minaccia non morta. Ve ne accorgerete qualora accerchiati da un gruppetto di zombie, un'evenienza nemmeno così rara nell'avventura: districarsi tra fuga e spari è faticoso e frustrante (nonostante la possibilità di girarsi di 180 gradi premendo un semplice tasto), e specie nei livelli più avanzati rischia di trasformarsi nell'overture di una morte annunciata. Possiamo auspicare l'arrivo di una patch correttiva, che stabilizzi un sistema al momento acerbo ma comunque interessante.

The Drowning è disponibile a costo zero nell'App Store, quindi nessuno si stupirà nello scoprire che anch'esso implementa una strategia free-to-play basata su acquisti in app (le famigerate IAP). Gran parte di queste transazioni sono comunque discrete: armi e veicoli potranno essere potenziati pagando una cifra congrua oppure con il sano grinding, giocando e rigiocando più volte le stesse mappe per ottenere punti.

"The Drowning utilizza un timer per cui dopo tre incontri bisogna aspettare almeno 30 minuti"

Esistono diverse tipologie di moneta di gioco, come il petrolio (quella più comune e utilizzata per gran parte delle transazioni) e la famigerata benzina (necessaria a condurre i veicoli al livello successivo). Altre invece permettono di avere maggior fortuna nel loot dei corpi, ma hanno durata limitata al livello corrente. Inutile dire che, in caso di ristrettezze economiche, sarà possibile acquistarne qualche gallone con denaro reale.

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Rispetto ad altri titoli blasonati, sul fronte F2P la situazione parrebbe abbastanza calibrata. Ma bastano solo un paio livelli per accorgersi di come la mazzata che non t'aspetti non è dietro quell'angolo in penombra che nessuno nota, ma nel serbatoio della vettura. The Drowning utilizza un timer "a serbatoio": dopo tre incontri il nostro veicolo è a secco, e bisogna aspettare almeno 30 minuti perché torni pieno.

Ammettiamolo, è una scelta che rischia davvero di ammazzare l'atmosfera del gioco. Aspettare 30 minuti per guadagnarne una manciata necessaria a completare un paio di livelli è alquanto demotivante. Certo, gli impazienti potranno ovviare all'attesa pagando la relativa IAP, ma in virtù della stessa natura del gioco (e del suo gameplay) una soluzione più bilanciata avrebbe giovato sicuramente.

E questo rappresenta il capo d'accusa schiacciante di un titolo che, sul fronte visivo, mostra in maniera indiscutibile l'esperienza del proprio team di sviluppo. The Drowning non offre certo una narrazione intrigante o un gameplay poliedrico, ma il suo arcade shooting a base di zombie, stelle e tonnellate di oggetti da potenziare diverte il giocatore, nonostante uno schema di controlli interessante ma acerbo. Anche le Software House devono arrivare a fine mese, ma non è certo questo il modo migliore per farlo.

5 / 10

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Alberto Destro

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Eterno Peter Pan intrappolato nel corpo di un trentenne, ha barattato la propria ombra per tastiera e controller. Il tutto per la gioia dell'adorata moglie, che si chiede cos'ha fatto per meritarsi un tale nerd.

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