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Eador: Masters Of Broken Worlds - review

Eroi in affitto da FX Interactive.

L'esagono è una forma geometrica che riveste un ruolo importante nella storia del videogioco; alla sua comparsa sono legate profondità strategiche, corposi manuali e sessioni di gioco spesso interminabili, tutte esperienze volte alla conquista e al dominio di una avversario, virtuale o reale che sia.

Potrei passare giornate a raccontarvi di epiche campagne chiuse a improponibili orari notturni ma questa premessa mi è sufficiente per illustrarvi con quale sentimento attendevo questo capitolo della serie legata al mondo di Eador, peraltro rivisitazione di Eador Genesis, strategico a turni mai uscito dalla natia terra russa e a cui questo Masters deve molto. Vederlo infine arrivare in Italiano, grazie all'ottima opera di FX Interactive, e in una confezione che rende sicuramente merito alla cura artistica della serie, è stata la classica cieligina sulla torta.

Peccato che dopo numerose ore di gioco, diverse patch e alcuni bilanciamenti in itinere, il sapore di un'esperienza tanto bramata si sia rilevato in realtà agrodolce: momenti di gloria videoludica si alternano infatti a discutibili scelte di design e la sensazione generale è che gli sviluppatori abbiano voluto puntare molto in alto ma che siano inciampati, forse per inesperienza, lungo il percorso. L'incipit narrativo, invero alquanto debole, risulta funzionale alle esigenze di un titolo appartenente a questo genere: in un universo popolato da divinità annoiate dove il caos sta prendendo il sopravvento, vi troverete nel difficile compito di riunire i vari frammenti in cui il mondo di gioco risulta spezzato, lottando con altre entità aventi scopi simili ai vostri.

Svolto quindi il necessario tutorial, fondamentale per comprendere le varie fasi di cui è composto il titolo di Snowbird Games, vi troverete a decidere da quale frammento del mondo di Eador cominciare la vostra scalata verso il potere, valutando nella scelta la dimensione della mappa di gioco, gli sviluppi tecnologici derivanti dalla conquista di quello spicchio di universo e, in ultimo, le risorse disponibili in quel determinato frangente della vostra partita.

Prima di ogni battaglia potrete scegliere il posizionamento dei vostri uomini.

Una volta calati fisicamente in uno di questi "shard" eccovi così davanti alla mappa di gioco, suddivisa in diverse province ognuna delle quali facente capo a una delle fazioni che si contengono il territorio; qui dovrete assoldare uno o più eroi a cui affidare le vostre volontà e cominciare la lenta campagna di conquista che vi siete prefissati, cercando di destreggiarvi nella miriade di opzioni da subito disponibili.

"Il focus è imperniato su due differenti aspetti: il lato gestionale e l'esplorazione della mappa"

Fin dalla prima fase di gioco il focus è infatti imperniato su due differenti aspetti che dovranno essere presidiati ad ogni turno: il primo, gestionale, riguarda lo sviluppo del castello della vostra capitale, con la possibilità di erigere edifici che portano in dono alcuni bonus, la compravendita di armi o oggetti per il vostro eroe e la composizione del vostro esercito; il secondo, più spicciolo, riguarda l'esplorazione della mappa, della singola provincia e il fronteggiare alcuni eventi casuali come rivolte o agguati, in cui vi capiterà di imbattervi quando ad esempio la popolazione non sarà contenta del vostro operato.

Se detta così già può sembrare alquanto complicata, considerate che al piatto dovrete aggiungere anche la possibilità di svolgere alcuni rituali magici con cui agevolare le vostre imprese, la necessità di mantenere in attivo il bilancio delle risorse (oro e diamanti) fondamentali per sostentare l'esercito e, in ultimo, lo sviluppo e il controllo dei territori che via via conquisterete.

Tolta un'interfaccia ostica e non sempre chiara nelle funzioni di volta in volta disponibili, è però piacevole constatare che ogni opzione porta una conseguenza diretta nel breve o nel lungo periodo, richiedendo così di dosare con attenzione l'impegno in un'area strategica piuttosto che in un'altra. Perdere ad esempio troppo tempo nell'esplorazione di un singolo "esagono" potrebbe portarvi ad essere scoperti da eventuali assalti nemici e così via, in un intrecciarsi di possibilità e alternative possibili.

La fog of war infesta anche gli strategici a turni.

Quando poi, durante le vostre peregrinazioni, vi troverete a dover finalmente menare le mani (e vorrete farlo in prima persona), il gioco si sposterà su un nuovo piano espressamente dedicato alla gestione degli assalti. Le fasi di combattimento ricalcano i classici del genere, con una scacchiera esagonale su cui dovrete muovere le vostre truppe prestando contestualmente attenzione al terreno (palude, pianura, altura, etc.), alla distanza e alla presenza o meno di ostacoli naturali.

"Le fasi di combattimento ricalcano i classici del genere, con una scacchiera esagonale su cui dovrete muovere le vostre truppe"

Ogni unità chiaramente avrà dalla sua particolari abilità che determinano, sulla base di semplici calcoli matematici, l'esito di ogni mossa in un crescendo di pesi e ragionamenti che nelle pugne più concitate vi vedranno riflettere con la dovuta calma ad ogni mossa.

Qualora doveste riuscire vincitori dallo scontro otterrete poi punti esperienza per il vostro eroe, grazie ai quali progredire lungo uno dei quattro cammini (guerriero, mago, comandante o ranger) che distinguono ogni personaggio dall'altro. E se poi il vostro avatar dovesse morire in battaglia, nessun problema: una bella manciata di monete d'oro e passa la paura.

A livello globale il numero di parametri da tenere sotto controllo, soprattutto ai livelli di difficoltà più elevati, richiederà di ponderare con attenzione due livelli di scelta: il primo, quello più pressante nelle fasi iniziali d'esplorazione di un nuovo mondo, vi richiederà di scegliere con attenzione dove indirizzare le proprie risorse, optando in maniera oculata tra espansione e controllo dei propri possedimenti.

Ogni unità ha una diversa quantità di punti azione a disposizione ad ogni turno.

Il secondo, con una logica più di lungo periodo, riguarda la distribuzione dei punti esperienza e degli attributi che via via otterrete; sia come già detto per il vostro eroe, sia per le vostre milizie, sempre più preziose nel proseguire della campagna per la conquista del regno.

"È palese la mancanza di un bilanciamento adeguato, con una certa disparità fra quanto permesso alla CPU e quanto consentito a voi"

Dopo questa panoramica generale, lo sguardo si sposta su quelli che sono i difetti più evidenti emersi durante la prova di Eador; quello più palese è la mancanza di un bilanciamento adeguato, con una certa disparità fra quanto permesso alla CPU e quanto consentito invece a voi, soprattutto nelle prime fasi di gioco. Per intenderci, se giocherete a un livello di difficoltà avanzato, l'impressione è che gli eroi avversari abbiano qualche "aiuto da casa", tanto che la disparità fra le vostre forze e le loro a volte risulta troppo marcata rispetto a quanto ci si potrebbe aspettare valutando le risorse che ognuno dispone.

Di contro nelle fasi di battaglia vera e propria le truppe avversarie non brillano per acume, selezionando obiettivi non sempre utili per raggiungere la vittoria o effettuando manovre evasive laddove lo scontro diretto sarebbe l'unica opzione plausibile.

Discutibile infine anche la scelta d'imporre al proprio eroe di tornare nella magione per ricalibrare o sostituire le proprie unità che via via verranno acquisite e, in generale, stride la macchinosità di un'interfaccia che a volte pare complicare aspetti che sono tutto fuorché semplici da gestire.

Conquistare territori andrà di pari passo con la loro gestione.

La grafica invece, sebbene possa beneficiare di modelli in tre dimensioni per rappresentare il mondo di gioco e le milizie che si daranno battaglia sul background esagonale, non è di certo all'ultimo grido, tanto che i requisiti di sistema sono appetibili persino per computer con qualche anno sulle spalle.

"La grafica non è all'ultimo grido, tanto che i requisiti di sistema sono appetibili persino per computer con qualche anno sulle spalle"

Nonostante ciò i risultati raggiunti sono molto più che gradevoli, sia nella rappresentazione delle mappe, sia per quanto riguarda le varie illustrazioni che accompagnano alcuni dei momenti più salienti all'interno delle vostre avventure. Lo stile adottato e il ricco bestiario presente, fra orchi, goblin, vampiri e orrori vari, danno un certo carattere al gioco, rendendo il tutto piacevole alla vista.

Chiude il comparto multiplayer, ricco di opzioni e di tutto quel carisma che solo gli strategici a turni sono in capace di donare; peccato per un netcode talvolta balbuziente che spesso causa dei crash inattesi nei momenti cruciali della partita.

Eador è un titolo capace di mettere a dura prova la vostra capacità relazionale: il numero di ore necessarie per terminarlo in modalità a singolo giocatore sono pericolosamente vicine a quantità impronunziabili se tenete al vostro rapporto di coppia, e questo senza contare il multiplayer che rischia d'essere il colpo definitivo alle vostre aspirazioni di avere una vita sociale.

Detto ciò, è anche vero che la pazienza richiesta in alcuni frangenti e alcune discutibili scelte di design vanno al di là del semplice amore per un genere che da sempre può godere di una coriacea nicchia di appassionati. Se appartenete a questa cerchia, valutatene pure favorevolmente l'acquisto, ma se cercate un titolo con cui introdurvi al genere, credo che onestamente ci siano altri titoli che possano soddisfare sicuramente in modo migliore le vostre esigenze.

7 / 10

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Roberto Bertoni

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Proveniente dalla ridente Brianza, è cresciuto a pane e Amiga. Ama inoltre in maniera viscerale il retro, ma solo videoludico. Piatto preferito: pollo con la carrucola in mezzo.

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