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Saints Row IV: Enter the Dominatrix - review

Può un DLC vivere solo di grasse risate?

Arrivato lo scorso agosto ai nastri di partenza della stagione autunnale per evitare lo scontro diretto con GTA V di Rockstar, Saints Row IV si può considerare un perfetto esempio di marketing a orologeria. Dopo aver lasciato sfogare la frenzy che ha circondato l'uscita del suo diretto concorrente, torna ora a riproporsi con la pubblicazione del DLC intitolato Enter the Dominatrix.

Si tratta di un'espansione che prende spunto dalla trama del gioco originale (una neurosimulazione interattiva gestita da alieni sotto l'influenza di droghe pesanti) riproponendo una chiave di lettura diversa ma sempre nello stesso contesto di una Steelport distopica governata da una nuova entità malefica d'ispirazione sadomaso, la Dominatrix per l'appunto.

In origine Enter the Dominatrix avrebbe dovuto essere un DLC per Saints Row III, ma in seguito i Volition decisero di riciclare l'idea come base per il quarto episodio della serie. Vista la quantità di nonsense presente in ogni capitolo della saga, non sorprende scoprire che l'idea sia stata cestinata per poi tornare sotto forma di DLC, probabilmente com'era stato concepito nella sua forma originale.

Questo screenshot di Enter the Dominatrix ha avuto un successo strepitoso. Il design della navetta è veramente azzeccato.

Ritroviamo quindi alcuni tra i protagonisti di Saints Row IV, mentre vengono ripescati anche alcuni personaggi visti nei precedenti capitoli della serie: le vicende sono presentate come una sorta di sit-com demenziale a puntate che loro stessi stanno presentando tra frizzi, lazzi e proteste per il fatto che la produzione spesso favorisca alcuni personaggi al posto di altri.

"Le vicende sono presentate come una sorta di sit-com demenziale a puntate"

Come nella migliore tradizione della serie, le cutscene sono praticamente un'arma automatica caricata a battute di cattivo gusto che in questo caso attingono a piene mani da ogni genere di riferimento più o meno evidente alla filmografia di Matrix e hanno la funzione d'introdurre l'azione vera e propria.

Alcune battute fulminanti sono veramente degne delle migliori risate di stomaco per la loro inenarrabile ignoranza: il problema è che per ogni battuta riuscita che ne sono almeno tre che non fanno proprio sbellicare dalle risate, ma questo era effettivamente un problema che avevamo notato anche nel gioco principale per cui non ci siamo scandalizzati più di tanto a riguardo.

Nonostante il cambio di contesto dovuta alla presenza di nemici e boss leggermente diversi, la natura del gameplay rimane inalterata rispetto a Saints Row IV e ci vede impegnati ad affrontare una serie di cinque missioni in cui ci viene quasi esclusivamente chiesto di sparare a tutto quello che si muove in una determinata zona sulla falsariga di quello che accade nel gioco originale.

"La natura del gameplay rimane inalterata rispetto a Saints Row IV"

Gli script dell'intelligenza artificiale sono essenzialmente i soliti e non brillano particolarmente per il livello di sfida proposto, ma almeno sono state introdotte alcune nuove armi e abilità per variare un minimo il gameplay con azioni di sterminio diversificate, in particolare grazie all'uso del lanciafiamme.

A inframmezzare le missioni troviamo gli occasionali scontri con i mostri senza troppo senso che il gioco ci lancia contro (dai dinosauri a psicopatici armati di dildo lunghi un metro e mezzo, un classico della serie) comprensivi di boss più o meno ostici non tanto per le loro routine di programmazione ma per il codazzo di minion che li seguono e che fanno piombare gli scontri nel caos più totale: niente di nuovo rispetto al gioco originale, insomma.

Qualche superpotere in più fa capolino anche in questo DLC.

Come ci aspettavamo, il design delle missioni non è particolarmente innovativo: una pietra bella grossa l'avevamo giustamente messa sopra una qualsiasi pretesa di trama sensata, ma è nella mancanza di varietà tra una missione e l'altra che si trova la conferma ad una generale sensazione che le missioni di questo DLC non siano state curate allo stesso modo di quelle del gioco originale, a loro volta non particolarmente ricercate in quanto a gameplay.

"Enter the Dominatrix è consigliabile solo ai fan più irriducibili della serie"

Inizialmente la fracassoneria di Enter the Dominatrix diverte abbastanza, ma s'incomincia abbastanza presto a sentire puzza di riciclaggio di contesti e dinamiche di gioco basate sul concetto di free roaming che un'intelligenza artificiale degli avversari al minimo sindacale non aiutano a innalzare oltre una sufficienza striminzita. Anche la longevità non è entusiasmante visto che in un paio d'ore si può completare le missioni del DLC senza particolari affanni.

Del comparto tecnico non proprio irreprensibile a causa di un motore grafico ormai alla frutta avevamo abbondantemente parlato in occasione della recensione originale, ma nessuno si aspettava chissà quale rivoluzione da un semplice DLC.

Enter the Dominatrix è graficamente mediocre a causa di un motore piuttosto datato. Almeno il frame rate raramente va in crisi.

I sette dollari richiesti per il download digitale confinano Enter the Dominatrix nel limbo dei prodotti consigliabili solo ai fan più irriducibili della serie.

Chi ha acquistato Saints Row IV passando sopra tutti i numerosi difetti per godere essenzialmente dei suoi momenti comici migliori, lo spulci a fondo per le ore di gameplay che ha da offrire tenendo questo Enter the Dominatrix nella teca di cristallo da rompere in caso di astinenza forzata da grassa risata. Chi vuole qualcosa di più sostanzioso di un lato comico non sempre irreprensibile, passi pure oltre in tutta tranquillità.

6 / 10