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Lilly Looking Through - review

Il mondo visto da occhi diversi.

Una valutazione attendibile degli impatti di kickstarter sul mondo dei videogiochi sarà possibile solo fra qualche anno; quello per che ora è possibile affermare con sicurezza è che grazie al meccanismo del crowd funding alcuni titoli che avremmo rischiato di non vedere sui nostri monitor hanno avuto la possibilità di giocare le proprie carte sul tavolo verde del mercato videoludico.

Certo, come l'esperienza recente insegna, uno dei limiti di questo modello economico è che non sempre risulta facile coniugare qualità con quantità (e anche Lilly Looking Through non smentisce questa regola non scritta), ma in generale credo che l'avvicinarsi del mondo dello sviluppo ai desideri dei giocatori più fedeli abbia smosso alcune leve creative, le stesse legate a doppio filo e per troppo tempo a mere logiche di business.

Geeta Games, ad esempio, ha deciso di puntare la propria attenzione sul mondo delle avventura grafiche, uno dei generi che maggiormente sta beneficiando di questo paradigma produttivo, proponendo un titolo che fa della poesia e di un'atmosfera fiabesca i suoi punti di forza.

Ogni livello di gioco sembra un dipinto…

La storia è di quelle che ti catturano subito, di quelle che pochi sapienti tocchi sanno delineare fin dai primi istanti di gioco: Lilly, la protagonista, si trova infatti impegnata nel tentativo di recuperare quello che possiamo inizialmente ipotizzare sia un semplice lembo di stoffa; peccato che come tradizione insegni anche i pretesti più scontati fungono da motore per guai a non finire e anche questa volta non possiamo che assistere impotenti al rapimento del fratello di Lilly da parte del piccolo telo rosso.

"La storia è di quelle che ti catturano subito"

Da qui inizia l'avventura della nostra giovane protagonista in un susseguirsi di livelli, composti perlopiù da una semplice schermata, dove dovrete risolvere tutta una serie di rompicapi per aprire la porta alla sezione successiva; detto così, niente di diverso da quanto visto in alcune pietre miliari come Goblins (l'unica i è voluta) che i più vecchi fra voi ricorderanno con piacere, ma tutto ricreato comunque con uno stile di sicuro impatto.

Lilly Looking Through però non vuole fermarsi ad un semplice riproposizione in chiave moderna di un gameplay classico, ma introduce alcuni elementi in grado di movimentare la situazione: innanzitutto, ed è probabilmente l'elemento focale del gioco, l'alternarsi fra passato e futuro attraverso gli occhiali della protagonista, occhiali che potrete decidere di togliere o mettere a vostro piacimento.

Questa è la parte del gioco che vi metterà maggiormente alla prova

Questa semplice trovata permette di costruire alcuni enigmi non banali e, soprattutto, rendere più adeguato il livello di sfida rispetto alle richieste del veterano del genere; considerati i pochi hot spot presenti durante tutto l'avventura, credo che questa sia uno degli elementi di cui tener in maggior conto in fase di valutazione di un'eventuale acquisto.

"L'alternarsi fra passato e futuro permette di costruire enigmi non banali"

Altro elemento interessante, ma purtroppo limitato a pochi sporadici casi, è l'utilizzo "fisico" di alcuni oggetti che andranno letteralmente mossi e utilizzati a schermo in maniera simile a come se li aveste realmente in mano; se aggiungete che è assente ogni forma di tutorial al riguardo, scoprire questo tipo di interazioni farà innalzare il vostro livello di stima di diversi punti, premiando di fatto il lavoro fatto dagli sviluppatori.

Credo che qui sia interessante aggiungere anche una postilla legata all'interfaccia, minimale, ma in grado di svolgere perfettamente il proprio compito senza frapporsi in maniera artificiosa agli ordini dell'avventuriero; peraltro ho notato che questo tipo di approccio sta andando per la maggiore su diversi titoli usciti recentemente e ritengo che per certi versi sia sicuramente una scelta vincente anche per il futuro.

Nel complesso, facendo un paragone con Rain che ho avuto modo di recensire recentemente, i punti di contatto con questo titolo sono molti, ma se l'esclusiva PS3 puntava praticamente tutto sull'atmosfera che era in grado di creare penalizzando di contro il gameplay, con Lilly Looking Through i Geetagames sono stati in grado di coniugare meglio entrambe le anime, dando vita ad un risultato finale che nel complesso ho trovato più convincente.

"Non siamo di fronte a dei puzzle spaccacervelli alla Myst"

Giusto per chiarire, anche in questo caso non siamo di fronte a dei puzzle spaccacervelli alla Myst o a mirabolanti opere dell'ingegno, ma sicuramente il comparto enigmistico mette in moto più neuroni, risultando ben integrato alla successione dei vari livelli e sfruttando in maniera piacevole il gioco presente/passato che, come detto poc'anzi, rappresenta la chiave di volta del tutto.

Se nel complesso la situazione è quindi positiva, è però necessario registrare una longevità davvero limitata, sull'ordine delle due ore scarse, e in generale un andamento non lineare della difficoltà di gioco che tende a scemare avvicinandosi al finale a causa dell'interiorizzazione delle meccaniche utilizzate; una maggiore varietà e, soprattutto un maggior numero di enigmi avrebbero giovato di molto al risultato finale.

Futuro, passato, qual è la chiave per superare l'ostacolo?

Fra i punti di forza troviamo poi anche il comparto grafico, fiabesco, vivo e con uno stile pulito che credo difficilmente potrete non amare; peraltro anche le animazioni e gli sparuti effetti che si mostreranno a schermo denotano una cura in questo ambito che va aldilà di quello che ci si sarebbe potuti aspettare a causa del budget non elevato e questo non può che giocare a favore dei Geeta Games.

"Da lodare il comparto audio, in linea con il tenore da fiaba dell'intera avventura"

Infine in chiusura è giusto lodare anche il comparto audio, in linea con il tenore da fiaba dell'intera avventura, e citare per dovere di cronaca la localizzazione in italiano, limitata peraltro ai soli menù di gioco vista la natura meramente visiva delle interazioni di Lilly con il resto del mondo.

Breve, intenso (ma con un finale decisamente sotto tono rispetto a quanto visto durante il resto dell'avventura), Lilly Looking Through è uno di quei titoli che potreste giocare da soli così come in compagnia dei vostri figli grazie alle splendide atmosfere e alla delicatezza della narrazione portata avanti livello dopo livello, interazione dopo interazione.

E non dite che le sciarpe sono pericolose...

Peccato per alcune meccaniche solamente abbozzate e in generale per quella incapacità di andare aldilà di un risultato buono, ma in grado solo di sfiorare quell'eccellenza che sembra a portata di mouse per tutta la durata dell'avventura.

Detto questo, se volete un consiglio, supportare progetti del genere è solo un bene per il mondo dei videgiochi.

7 / 10

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A proposito dell'autore
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Roberto Bertoni

Contributor

Proveniente dalla ridente Brianza, è cresciuto a pane e Amiga. Ama inoltre in maniera viscerale il retro, ma solo videoludico. Piatto preferito: pollo con la carrucola in mezzo.
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