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Dead Rising 3 - review

A cavallo tra old e next-gen.

Il primo Dead Rising fu forse il gioco che più di tutti c'insegnò di cosa fosse capace l'allora "next-gen" di console: grafica in HD, tanta fisica e soprattutto tanti, tantissimi zombie su schermo, troppi per avere dubbi sul fatto che il salto generazionale rispetto a Xbox e PS2 fosse presente e meno che massiccio.

Adesso, a distanza di 7 anni, Sony e Microsoft tornano alla carica con i loro nuovi hardware e la storia si ripete: Capcom è di nuovo presente con un capitolo di Dead Rising, ancora in esclusiva per Xbox, ancora con l'obiettivo di creare quell'effetto "wow" che fa luccicare gli occhi e aprire i portafogli agli hardcore gamer. Purtroppo, però, stavolta le cose non sono andate altrettanto bene. Dead Rising 3 non è, infatti, il gioco che vi spingerà a comprare un'Xbox One, a meno che non siate più fissati con gli zombie di George Romero in persona. E non è il titolo che vi dimostrerà di cosa sia capace questa next gen.

I motivi sono innumerevoli, a partire dal lato tecnico, che è discreto ma senz'altro non impressionante, e che molto di rado dà l'impressione di trovarsi di fronte a qualcosa di veramente "nuovo". La cosa non stupisce se si considera che lo sviluppo del gioco era effettivamente cominciato su console "old-gen" prima di venire spostato su Xbox One, ma ciò non toglie che sia deludente trovarsi di fronte ad un titolo che gira a 720p con 30 frame al secondo (peraltro soggetti a numerosi singhiozzi e cali di fluidità), devastato dalle seghettature dovute all'aliasing, in cui le texture a bassa risoluzione sono all'ordine del giorno e spesso "appaiono" dal nulla come materializzandosi sugli oggetti che vanno a ricoprire.

L'aliasing è presente ovunque in dosi massicce, e le texture hanno la cattiva abitudine di apparire dal nulla. Dalla next-gen ci aspettiamo di più, anche in un titolo di lancio.

La grafica ovviamente non è tutto, e sappiamo benissimo che i giochi di lancio non sono mai il massimo da questo punto di vista, ma troppo spesso giocando a Dead Rising 3 si ha l'impressione che un titolo del genere avrebbe potuto benissimo girare anche su di un vecchio hardware, se pure con una manciata di zombi ed effetti in meno.

Anche il design e il setting non sono tra i più ispirati. Dopo il bellissimo centro commerciale del primo episodio (un classico in tema di zombie!) e il divertente casinò di DR2, entrambe location molto caratteristiche e "diverse" dal solito, questo terzo capitolo è ambientato in una normale città, in preda alla solita e "inspiegabile" epidemia di un virus sfuggito al controllo di qualcuno, i soliti giochi sporchi del potere, il solito protagonista dal passato misterioso e dal futuro invece talmente ovvio. Se la visuale e l'interfaccia non fossero differenti, si avrebbe l'impressione di giocare uno spin-off qualsiasi di Resident Evil. La sensazione è che Capcom stavolta abbia fatto il compitino e niente più, e non solo relativamente alla storia.

La città, ad esempio, è di dimensioni tutto sommato limitate, tanto che nelle circa 15 ore di durata della campagna principale finirete per attraversare le stesse strade dozzine e dozzine di volte, andando avanti e indietro mentre le varie missioni vi spediranno in giro come un pacco postale. Per fare un paragone con un titolo per molti versi simile, abbiamo trovato più varietà e un design molto più articolato in quel Dead Island che proprio dal capolavoro originale di Capcom traeva la sua ispirazione. L'allievo che supera il maestro non è mai una cosa piacevole, quando il maestro sei tu.

Alcuni dei mini-boss di Dead Rising 3 sono assurdi e grotteschi come da tradizione per questa serie, e non mancheranno di strapparvi una risata (o un conato di vomito).

Ovviamente il vero cuore di Dead Rising 3 è il gameplay, che resta senz'altro divertente a sufficienza (e partendo dalla base dei suoi predecessori sarebbe stato impossibile fare diversamente). La struttura delle missioni è quella tradizionale: una "quest" principale da portare a termine prima che la città venga rasa al suolo, tanti obiettivi secondari da concludere entro un tempo limite (stavolta il timer è parecchio generoso) e infine una serie di oggetti da collezionare e sfide da vincere in giro per la mappa.

Il tutto in una città che non presenta grandi spunti creativi ma che offre comunque un'abbondanza di edifici da esplorare, negozi da svaligiare in cerca di ogni genere di bene di sopravvivenza, basi da sbloccare (per poi effettuare lì i nostri rifornimenti) e, ovviamente, un mare di zombi sempre presenti a dividerci dal nostro prossimo obiettivo.

Per falciarli e spianarci la strada potremo fare affidamento sulle armi più disparate, a partire da quelle tradizionali da reperire ovunque (fucili, mazze da baseball e l'immancabile katana) fino ad altri dispositivi di morte che potremo creare noi stessi, combinando ad arte due o più oggetti. Le armi così fabbricate sono generalmente le più micidiali ma non mancheranno anche combinazioni "insolite", come ad esempio quella che si ottiene unendo una macchina per soffiare via le foglie ad un vibratore, un esilarante spara-dildo col quale impalare i minacciosi zombie a vostro piacimento.

"È deludente trovarsi di fronte ai soliti 720p con 30 frame al secondo, peraltro soggetti a numerosi singhiozzi di fluidità e devastati dall'aliasing"

La storia di Dead Rising 3 in un nuovo trailer.

La novità è che stavolta potremo combinare anche i veicoli per creare il nostro bolide "custom": Nick, il protagonista del gioco, è in fatti un meccanico e a quanto pare è in grado di saldare motori e carrozzerie per creare mezzi di trasporto veramente unici. Che ne dite di montare il rullo di uno schiacciasassi sulla forcella di un chopper made in USA e usarlo poi per sbriciolare un mare di zombie lungo un'autostrada baciata dal sole?

Sono questi i momenti migliori di Dead Rising 3, e per fortuna non si fanno desiderare nel corso dell'avventura. Molto bello anche il fatto che neppure alla guida dei vari mezzi saremo totalmente al sicuro: gli zombi, infatti, ci aggrediranno e si aggrapperanno a finestrini e portiere, tentando di disarcionarci dal posto di guida. È uno dei tocchi più piacevoli di Dead Rising 3, sia a livello tecnico che di gameplay.

Parlando di gameplay c'è poi da menzionare il Kinect, anche se la sua integrazione in DR3 non è certo massiccia. Potremo utilizzare alcuni comandi vocali per effettuare semplici azioni (urlando "quaggiù" si possono ad esempio attirare gli zombie), ma la cosa forse più interessante è la possibilità di indicare lo schermo per farvi comparire un segnalino, tramite il quale impartire, sempre vocalmente, istruzioni ai nostri eventuali compagni di squadra (come ad esempio "vai laggiù", eccetera).

"La città è di dimensioni tutto sommato limitate: nelle circa 15 ore di durata della campagna principale attraverserete le stesse strade dozzine e dozzine di volte"

Costruire armi e veicoli custom e poi impiegarli per falciare orde di zombie è senz'altro una delle attività più divertenti in Dead Rising 3.

Va detto però che durante la nostra prova è capitato piuttosto frequentemente che il Kinect rilevasse indicazioni "fantasma", attivando comandi che non avevamo impartito (come ad esempio il richiamo agli zombie). Speriamo che si tratti di un difetto del codice di Capcom piuttosto che uno intrinseco di Kinect: sarà interessante indagare in futuro su questa tematica.

Resta da spendere qualche doverosa parola sui combattimenti coi vari boss, che purtroppo sono brutti anche per lo standard di Capcom (ossia la casa che ci ha regalato il "nano meccanico gigante" di Resident Evil 4). I vari "psicopatici" opzionali che incontreremo durante il gioco, come da tradizione per questa serie, fanno un buon lavoro nel mantenere alta la bandiera ironica e grottesca che da sempre caratterizza Dead Rising, ma i boss obbligatori sono estremamente noiosi e banali a livello di meccaniche, tanto da creare un vero e proprio anti-climax nella fase finale del gioco, e da farci rivalutare in parte anche quelli di Deus Ex: Human Revolution.

Insomma, nel complesso non si può dire che Dead Rising 3 sia un "brutto" gioco ma di certo non si può definirlo nemmeno una buona vetrina per la next-gen di Microsoft, o un degno successore dell'ambizioso episodio originale, rispetto al quale non aggiunge praticamente niente di significativo, nonostante i sette anni trascorsi e il salto generazionale avvenuto.

"Dead Rising 3 non aggiunge niente di significativo al capitolo originale, nonostante i 7 anni trascorsi e il salto generazionale avvenuto"

Purtroppo, né l'ambientazione né la trama di Dead Rising 3 sono abbastanza originali o memorabili da far emergere il titolo Capcom dalla massa dei titoli open world.

La sensazione, giocando a Dead Rising 3, è quella di essere costantemente in attesa di un punto di svolta, nel gameplay e nella storia, che però non arriva mai. Forse, a giudicare anche dai risultati di Resident Evil 6, è ora che Capcom lasci riposare in pace i morti.

7 / 10