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Razer Atrox Arcade Stick - review

La svolta arcade di Razer non è comoda.

Il sempre vivo genere dei picchiaduro, unito all'esplosione del mercato indie concentrato sulla realizzazione di generi che in passato hanno fatto la storia del videogioco, non è passata inosservata e molti produttori hardware hanno iniziato a guardarsi intorno per proporre periferiche in grado di adattarsi alle necessità di controllo degli appassionati. Razer non fa eccezione e negli ultimi mesi ha proposto al grande pubblico una periferica pensata apposta per gli arcade che necessitano di un controllo migliore rispetto a quello garantito dai joypad moderni.

Si tratta del Razer Atrox Arcade Stick, un'arcade stick per Xbox 360 poi adattato al PC che raggruppa in'unica postazione un grosso stick a otto direzioni ispirato ai controller da bar o i joystick a microswitch degli anni Ottanta che hanno reso il Commodore 64 e l'Amiga o l'Atari ST perfetti sostituti per i coin-op dell'epoca. L'Atrox punta a fare più o meno la stessa cosa anche se in un contesto differente ,visto che si parla di tutto il catalogo arcade dell'XBLA, e basta dare un'occhiata veloce alla console di comando per rendersi conto di come Razer abbia voluto sostituire il joypad dell'Xbox 360 replicandone tutte le funzioni disponibili. Ma vediamo cosa propone questo arcade stick nel dettaglio.

Sulla parte superiore trova posto una leva a microswitch che sa tanto di cabinato d'altri tempi: il pomello è intercambiabile e può essere sostituito dall'impugnatura a leva presente nella confezione. Sulla parte destra trovano posto i tasti funzione che replicano quelli dell'Xbox 360 a cui ne sono affiancati altri quattro, nell'ordine LB, RB e i due grilletti analogici. L'intera tastiera è caratterizzata da una sensibilità particolare su cui scenderemo meglio nel dettaglio tra poco ed è completata, nella parte laterale destra, da altri due tasti che replicano le funzioni di Play e Select.

Ecco l'Atrox visto da vicino: le dimensioni sono generose, forse troppo.

Nell'angolo in alto a sinistra si trova un altro tastierino che sarà apprezzato dagli appassionati di sparatutto visto che permette di attivare per i tasti A, B, X e Y, la modalità di fuoco rapido a 4X e 8X. Sono anche presenti due selettori: quello più in alto permette di disattivare i tasti sulla parte laterale (play e select) mentre quello più in basso è dedicato alla gestione del joystick. Di default è impostato su LS emulando il movimento dello stick analogico sinistro, ma può essere impostato su RS per l'emulazione di quello destro: DP replica invece la gestione del pad a quattro direzioni. A fianco è presente il consueto tasto Xbox, che permette di richiamare in ogni momento il menu principale della dashboard.

"La prima impressione dell'Atrox una volta tolto l'Atrox dalla confezione è eccellente"

La prima impressione dell'Atrox una volta tolto dalla confezione è eccellente: il controller è costruito con plastiche lucide di ottima qualità sia per la parte superiore sia per quella inferiore, dove si trova un inserto in gomma antiscivolo che garantisce un'eccellente stabilità su qualsiasi superficie. Anche i materiali della leva e dei tasti sembrano essere fatti per durare a lungo così come la copertura in plexiglass sulla parte superiore.

Questo primo elemento tradisce infatti una delle caratteristiche basilari di questo controller che è la moddabilità: è infatti possibile rimuovere la copertura trasparente per togliere il motivo grafico basato sul logo di Razer e sovrapporre una stampa a piacimento. Non è l'unica opportunità di modifica visto che i veri spunti d'interesse si nascondono all'interno dell'Atrox, il cui logo sulla parte frontale può essere premuto aprendo la parte interna del dispositivo dove si trovano alcune sorprese.

La vista dall'alto mostra tutti i dispositivi di input di cui è composto l'Atrox. La cover superiore può essere rimossa per personalizzare il motivo grafico.

La prima è la presenza di una prolunga per il cavo USB che permette di restare fino a quattro metri dalla console, ottima per chi dispone di salotti molto spaziosi. La seconda è l'alloggiamento per il pomello alternativo da montare sulla leva svitando la parte inferiore dello stick (con un cacciavite in dotazione, anch'esso alloggiato all'interno del controller). La vera chicca è tuttavia rappresentata dalla possibilità di sganciare gli otto tasti e invertire le loro posizioni a piacimento a seconda dell'abitudine o del gioco utilizzato.

"La vera chicca è la possibilità di sganciare gli otto tasti e invertire le loro posizioni a piacimento"

I fili che vanno alla centralina sono infatti sufficientemente lunghi da permettere qualsiasi layout e caratterizzati da incastri piuttosto robusti, in grado di evitare ogni rottura accidentale. Anche la qualità della componentistica interna sembra ottima, ma non avevamo dubbi a riguardo visto che si tratta di pulsanti e di un joystick realizzati da Sanwa Denshi, uno dei migliori produttori giapponesi in fatto di componentistica per cabinati, con trent'anni d'esperienza in questo settore.

E infatti, nell'utilizzo più prettamente arcade, questo Atrox si è confermata una periferica assolutamente eccellente per quanto riguarda la precisione del joystick o la reattività e morbidezza dei tasti. Abbiamo usato come piattaforma di test Street Fighter 5 per i picchiaduro, Mark of the Ninja per i platform e Alien Breed Episode 3 per gli sparatutto con visuale dall'alto. In tutte e tre le situazioni, precisione e sensibilità sono state eccellenti restituendo una bella sensazione di controllo e precisione anche dopo lunghe sessioni di gioco. Il joystick ha una corsa medio-corta capace di adattarsi a qualsiasi necessità e genere di titoli. Il suono dei microswitch è perfettamente percepibile e non mancherà di regalare belle sensazioni ai giocatori di vecchia data che hanno trascorso buona parte della loro gioventù tra cabinati e vecchi home computer da gioco.

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Ecco un torneo ufficiale dov'è stato presentato il Razer Atrox: come potete notare, tutti lo appoggiano sulle ginocchia perche l'uso in piano è difficoltoso.

Anche i tasti sono molto reattivi e facili da usare in virtù delle dimensioni generose e caratterizzati da un doppio controllo di sensibilità esattamente come le loro controparti sul pad di Xbox 360. In Mark of the Ninja, ad esempio, un clic leggero sul tasto di salto corrisponde a un saltino, mentre uno più deciso vede il protagonista staccare più in alto esattamente come accadrebbe usando il pad originale. Chiaramente una periferica del genere nasce per essere usata e abusata sul lungo periodo e non abbiamo molti dubbi sul fatto che anche dopo anni di gioco intenso, precisione e risposta rimarranno inalterate, rendendo questo Razer Atrox Arcade Stick un prodotto tra i migliori nel suo genere per livello costruttivo e prestazioni.

"L'Atrox è un controller molto voluminoso e discretamente pesante, progettato per essere utilizzato su un piano stabile"

Tutto questo parrebbe comporre il disegno di una periferica perfetta per l'arcade gaming: come avrete intuito dal voto finale, però, ci sono alcuni difetti importanti che impediscono a questo prodotto di essere considerato un acquisto imprescindibile. Il primo e più importante riguarda l'ergonomia. Come avrete potuto notare dalle foto, l'Atrox è un controller molto voluminoso e discretamente pesante, progettato nella parte inferiore per essere utilizzato su un piano stabile.

Il problema che quando viene appoggiato su un tavolo ci si accorge subito di come l'ergonomia sia stata mal concepita a causa di tre fattori: la posizione del joystick e dei tasti troppo avanzata rispetto al bordo, l'altezza del controller (spesso ben 12 centimetri) e il design squadrato che rende l'appoggio degli avambracci scomodo fin dai primi minuti. Il primo elemento rende l'uso dell'Atrox difficoltoso per le persone di bassa statura, mentre gli spilungoni e si troveranno ad appoggiare la parte inferiore degli avambracci sullo spigolo frontale, affaticando non poco le braccia. Le dimensioni in altezza obbligano a regolare la sedia su cui ci si trova, ma è veramente difficile riuscire a giocare se non assumendo una posizione innaturale.

Sul lato destro si trovano due pulsanti di Start e Select. Possono essere disattivati per evitare attivazioni accidentali.

Abbiamo effettuato una serie di prove con giocatori di varie corporature su piani di diversa altezza ed è effettivamente stato piuttosto difficile trovare un compromesso ideale che permettesse sessioni di gioco prolungate e confortevoli. L'unica alternativa valida ha visto l'uso su un divano posizionando la periferica sulle ginocchia: in questo modo l'appoggio delle braccia sul piano di controllo è confortevole ma dopo qualche tempo la spigolosità della parte sottostante si fa sentire sulle gambe, soprattutto alle persone di corporatura minuta.

"Il vero punto interrogativo riguarda un eventuale supporto dell'Xbox One"

Per risolvere buona parte di questi problemi Razer avrebbe dovuto progettare l'Atrox in modo diverso: un piano di controllo inclinato avrebbe cambiato radicalmente l'ergonomia di chi gioca da seduto su un tavolo, magari prevedendo degli inserti in gomma morbida per appoggiare le braccia. Anche una riduzione delle dimensioni e la conformazione della parte inferiore per un appoggio migliore di chi vuole stare seduto su un divano o in poltrona avrebbe allargato la platea di utilizzatori, vista anche la presenza della prolunga chiaramente pensata per chi dispone di un salotto di ampie dimensioni e siede a una certa distanza dallo schermo.

Il secondo dubbio riguarda la questione della compatibilità: come detto l'Atrox è pensato essenzialmente per l'Xbox 360 ma da qualche settimana, grazie a driver di recente pubblicazione, funziona perfettamente anche su PC dotati di sistemi operativi Win 7 e Win 8. Il vero punto interrogativo riguarda un eventuale supporto dell'Xbox One: al momento Razer non ha rilasciato dichiarazioni di alcun genere a riguardo e fatti salvi improvvisi colpi di scena, è quantomeno improbabile la compatibilità del Razer Atrox Arcade Stick con la prossima console Microsoft. Un bel problema, se siete in procinto di pensionare la vostra vecchia 360.

Il pulsante centrale rivela l'interno dell'Atrox: negli appositi alloggiamenti si trovano la prolunga USB, il pomello alternativo e il cacciavite, oltre a un ampia cavità portaoggetti.

A questa considerazione si aggiunge la questione del prezzo, non propriamente popolare, cui è proposto al grande pubblico. Stiamo parlando di 199 euro, non certo una cifra popolare per una periferica di controllo orientata a un genere specifico, ma tutto sommato in linea con il brand Razer e giustificata da molte delle qualità migliori di questo Arcade Stick. La solidità della componentistica è fuori discussione, così come la precisione e reattività del sistema di controllo che rendono questo Atrox perfetto per qualsiasi genere arcade.

"Ottima è la possibilità di personalizzare la forma della leva, la posizione dei tasti e la lunghezza del cavo a seconda delle proprie esigenze"

Ottima è anche la possibilità di modificare il layout del motivo grafico così come la possibilità di personalizzare la forma della leva, la posizione dei tasti e la lunghezza del cavo a seconda delle proprie esigenze. Alla luce di tutto questo non si capisce veramente come mai Razer abbia deciso di orientarsi verso una forma così squadrata e ingombrante se non per allettare chi abbia già messo gli occhi su prodotti concorrenti simili come il Mad Catz.

Le dimensioni voluminose da un lato avvantaggiano la stabilità nell'utilizzo, dall'altro penalizzano irrimediabilmente l'uso intenso su un piano e rendono quantomeno scomodo quello da seduti per lunghi periodi.

Razer farà meglio quindi a procedere a un restyle completo di questo Arcade Stick: un prodotto eccellente come contenuti ma migliorabile nella forma al servizio della praticità d'utilizzo, senza dimenticare le incognite in termini di compatibilità con la prossima console Microsoft. Fino ad allora, ci sentiamo di consigliarlo soltanto a chi abbia fatto dell'arcade gaming una ragione di vita ed è disposto a un sacrificio consistente (economico e di postura) pur di sostituire il pad dell'Xbox 360 per rivivere emozioni degne di una sala giochi anni '80.

7 / 10

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Matteo Lorenzetti

Contributor

Dopo dieci anni di The Games Machine, approda finalmente alla redazione di Eurogamer.it. Onnivoro per quanto riguarda i generi, predilige sparatutto, giochi di guida ed RTS.

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