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Killzone: Shadow Fall - review

Guerrilla inaugura la next-gen di Sony.

Se c'è una serie che ha sempre saputo spremere a dovere le console Sony, quella è Killzone di Guerrilla. In fin dei conti stiamo parlando della saga nata per contrastare l'effetto Halo che tante console ha fatto piazzare a Microsoft, missione non certo facile da portare a termine con successo.

Non è un caso, quindi, che Killzone: Shadow Fall faccia parte dei titoli di lancio della nuova PlayStation 4, forte di una realizzazione tecnica di sicuro impatto e di quel gameplay atipico (soprattutto in multiplayer) che tanti giocatori ha convinto e conquistato nel corso degli anni.

Questa volta, poi, Guerrilla è stata chiamata a lavorare in un clima non certo sereno, viste le monumentali pressioni a cui il team è andato incontro e le tensioni generate dalla console war sfrenata nata attorno al lancio quasi in contemporanea di due sistemi next-gen.

Nonostante questo gli sviluppatori sono riusciti a mettere insieme un'esperienza visivamente eccellente, narrativamente nella media e caratterizzata da alcune idee interessanti che meritano di essere approfondite in futuro.

Killzone: Shadow Fall è ambientato sul pianeta Vekta, dove gli Helghast sopravvissuti alla distruzione della propria patria vengono accolti come rifugiati ottenendo la possibilità di popolare metà di Vekta City. La capitale, spaccata da un muro come la vecchia Berlino, è attraversata quotidianamente da forti tensioni, dovendo gestire da una parte il rancore degli Helghast e dall'altra il malcontento degli umani costretti a convivere con gli antichi nemici.

Il drone Owl è utilissimo per stordire piccoli gruppi di nemici in modo da abbatterli in tutta tranquillità.

In questo clima il giocatore è chiamato a vestire i panni di uno Shadow Marshall cresciuto all'interno dell'unità e addestrato fin da quando era appena un ragazzo rimasto solo al mondo. Lungo l'arco dell'avventura questo soldato tutto d'un pezzo dovrà combattere da entrambe le parti del muro, ritrovandosi a vivere intensi scontri a fuoco anche in altre ambientazioni particolarmente suggestive, tra stazioni spaziali e i resti di un pianeta ormai devastato.

"Il comparto narrativo tocca argomenti delicati, rendendo godibile la Campagna nonostante i ritmi troppo compassati"

Pur non riuscendo mai a emozionare, il comparto narrativo di Killzone: Shadow Fall va a toccare argomenti delicati, spesso cercando di mostrare due facce della stessa medaglia. Probabilmente è proprio questo dettaglio a rendere godibile la Campagna nonostante i ritmi troppo compassati. La storia infatti stenta a decollare e anche quando potrebbe effettivamente sorprendere, perde l'occasione scegliendo soluzioni scontate e poco creative, salvo poi risollevarsi con un finale intrigante.

Il livello qualitativo altalenante della storia va a braccetto con l'azione a singhiozzo con cui Guerrilla chiama in causa i giocatori, ora proponendo missioni ispirate e caratterizzate da interessanti idee di gameplay (sparare attraverso le pareti durante l'irruzione in uno scintillante grattacielo è un vero spasso), ora facendo crollare l'interesse con lunghe sequenze prive di mordente (come quella in cui si è supportati da un cecchino a cui segnalare i bersagli o una lunghissima fase esplorativa all'interno di un'astronave alla deriva).

Giocando la Campagna di Killzone: Shadow Fall si passa costantemente da momenti di entusiasmo a fasi di noia assoluta. Probabilmente parte del problema è la scarsa forza del nuovo arco narrativo, palesemente orfano di figure potenti e ben riuscite come quelle che abbiamo conosciuto nella precedente trilogia.

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In questo panorama si vanno a inserire alcune idee interessanti studiate per sfruttare le nuove caratteristiche della PlayStation 4. La prima è la possibilità di ascoltare direttamente dall'altoparlante del Dual Shock 4 i messaggi vocali sparsi nelle ambientazioni. La seconda è l'introduzione dell'Owl, un drone multi-funzione capace di garantire al protagonista un valido aiuto sia sul fronte offensivo che su quello difensivo.

"L'Owl è un drone multi-funzione capace di garantire al protagonista un valido aiuto sia sul fronte offensivo che su quello difensivo"

Il piccolo Owl può essere sfruttato in quattro modi differenti, selezionabili con dei semplici slide sul touch pad del Dual Shock 4. Muovendo il dito verso sinistra si attiva un'utile onda cinetica capace di stordire i nemici entro il suo raggio d'azione (e di far cadere gli scudi agli Helghast in tenuta antisommossa); lo slide verso l'alto attiva la letale mini-gun, quello verso il basso un prezioso scudo e il movimento verso destra permette di sfruttare una pratica zip-line portatile da sfruttare per raggiungere le piattaforme più lontane.

Le modalità più utili durante la Campagna sono sicuramente l'onda stordente e la mini-gun, visto che le restanti opzioni sono fin troppo legate a situazioni specifiche. Oltre a poter fornire questo tipo di supporto, l'Owl è in grado di rianimare il protagonista con una massiccia dose di adrenalina, a patto che non si trovi in fase di ricarica (dopo aver usato un'abilità) o di riparazione (dopo aver subito troppi danni).

L'adrenalina può essere raccolta in giro per le ambientazioni e può essere attivata anche manualmente per uscire vivi dalle situazioni più concitate, semplicemente premendo sinistra sulla croce direzionale. Premendo verso l'alto si visualizza la posizione dell'obiettivo attivo, in basso si accede alla modalità di fuoco secondaria dell'arma equipaggiata e, infine, premendo verso destra si usa una sorta di sonar in grado di mostrare la posizione di nemici e oggetti utili anche attraverso i muri.

Le fasi ambientate a Vekta City e d'intorni lasciano a bocca aperta e mostrano colori inediti per la saga di Killzone.

Ed è proprio questa abilità a rendere troppo semplice la Campagna, visto che permette di avere sempre sotto controllo i movimenti degli Helgast. In più di un'occasione, giocando a livello di difficoltà normale abbiamo potuto semplicemente attendere che gli Helghast girassero l'angolo per freddarli senza particolari rischi.

"In multiplayer è fondamentale creare un team equilibrato per far fronte a ogni situazione"

L'unico limite imposto dai programmatori a questa sorta di sonar è quello di doverne interrompere la carica col giusto tempismo per evitare l'emissione di una scarica statica così forte da allertare i nemici nelle vicinanze. Un po' poco, considerando che dopo un pizzico di pratica è praticamente impossibile causare il sovraccarico.

Archiviata la Campagna (che può essere completata in circa 8/9 ore di gioco) passiamo al multiplayer, fondamentale negli FPS e da sempre particolarmente ragionato nella saga di Killzone. Ai giocatori è permesso di scegliere fra tre classi ben differenziate (Assalto, Supporto e Ricognizione) caratterizzate da abilità specifiche che le rendono più o meno efficaci nelle varie situazioni che si vengono a creare nel corso delle partite.

Considerando che anche in questo capitolo della serie è possibile impostare sequenze di modalità da affrontare senza tornare nella lobby, è fondamentale creare un team equilibrato per far fronte a ogni situazione e il fatto di avere tutte le armi e le abilità a disposizione fin dalla prima partita incoraggia a sperimentare per trovare le proprie soluzioni preferite.

Un trailer per il multiplayer di Killzone: Shadow Fall.

Proprio per questo motivo, esattamente come accadeva in passato, il multiplayer di Killzone: Shadow Fall offre il meglio di sé quando affrontato in compagnia degli amici e non come lupi solitari gettati in un campo di battaglia. L'approccio, tanto per fare un paragone con altri titoli del genere, è molto più vicino a Battlefield che a Call of Duty.

"Le mappe asimmetriche e l'editor delle modalità garantiscono una buona dose di divertimento nel multiplayer"

Le mappe asimmetriche e l'editor delle modalità garantiscono una buona dose di divertimento anche nel lungo periodo ma difficilmente il multiplayer di Shadow Fall riuscirà a strappare giocatori ai mostri sacri del genere, soprattutto a causa del ridotto numero di mappe (appena 10, alcune delle quali non proprio riuscite) e delle loro dimensioni sorprendentemente contenute rispetto a quanto apprezzato nei precedenti episodi della serie.

Tecnicamente parlando il titolo sviluppato da Guerrilla è una vera gioia per gli occhi che difficilmente avremmo potuto vedere su PS3 o Xbox 360. Non è solo per i 1080p a 30 FPS fissi, ma soprattutto per la mole poligonale e la quantità di effetti e tocchi di classe costantemente in bella mostra per mettere subito in chiaro le capacità del nuovo hardware Sony.

La profondità di campo, la totale assenza di pop-up, tearing o ritardo nel caricamento delle texture sono il segno evidente di un salto generazionale. L'uso di filtri ed effetti rende alcune sequenze quasi barocche, ma l'impatto scenico è sempre garantito e la potenza di PS4 non viene mai messa in discussione nemmeno per un istante.

Le mappe multiplayer di Shadow Fall sono meno estese rispetto ai capitoli precedenti, ma vantano diversi passaggi su più livelli.

Lo stesso non si può dire del comparto sonoro, che pur assestandosi su buoni livelli (soprattutto con l'ottimo doppiaggio e gli effetti di armi ed esplosioni) presta il fianco ad alcune critiche per l'accompagnamento musicale, mai all'altezza dell'eccellenza raggiunta a livello grafico.

Pur raggiungendo per un soffio la valutazione che vedete qui sotto, in una line-up di lancio scarna e poco stuzzicante il titolo sviluppato da Guerrilla diventa paradossalmente un acquisto obbligato. Nonostante gli innegabili difetti cui abbiamo accennato qui sopra, Killzone: Shadow Fall è infatti un titolo di lancio in grado di mettere in luce le capacità tecniche della PlayStation 4 e alcune delle novità introdotte col nuovo hardware, quali il touch pad e l'altoparlante sul Dual Shock 4.

8 / 10

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Filippo Facchetti

Contributor

Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.
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