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Assassin's Creed IV: Black Flag PC - review

I pirati all'arrembaggio dell'ottimizzazione.

Un anno dopo l'avventura di Connor, Assassin's Creed ci riprova e si ritrova di fronte alla stessa sfida del suo predecessore. Risultati di vendita a parte, il pur buono terzo capitolo (calcolando gli episodi principali e lasciando quindi fuori dal conteggio Brotherhood e Revelations) non sembra essere destinato a restare nella memoria dei giocatori come il titolo simbolo della serie, né come il suo punto di svolta.

Assassin's Creed IV: Black Flag è nato sotto aspettative ancora maggiori, dovendo sia rinvigorire la già longeva serie che superare in modo convincente l'uscita a cavallo di due generazioni di console, senza naturalmente dimenticare la versione PC di cui parleremo a breve.

Stavolta, come sappiamo da molto tempo, Ubisoft ha scelto un'epoca che sembra non conoscere cali di popolarità come quella dei pirati, un tentativo che può essere interpretato abbastanza facilmente come la volontà di ridare alla saga un protagonista carismatico. Che piaccia o meno, Ezio Auditore è forse l'elemento che più degli altri ha contribuito a realizzare il potenziale della serie nel secondo episodio, e Connor ha probabilmente pagato lo scotto di dover succedere a un personaggio così popolare e conseguentemente ingombrante.

Forti da assaltare, navi da arrembare, segreti da scoprire... l'open world di Black Flag è ricco di piacevoli attività.

Questo nuovo capitolo sembra talmente dedito a farsi apprezzare da mettere in secondo piano trama portante e nucleo narrativo della serie, tanto da sembrare più un gioco di pirati con degli assassini a contorno che un Assassin's Creed tra i pirati. L'open world prevalentemente marino ruba infatti la scena al resto grazie anche al contorno di personaggi che non mancano sicuramente di fascino, come un Edward Teach (al secolo Barbanera) e un Bartholomew Roberts per citarne solo un paio.

"Black Flag sembra più un gioco di pirati con degli assassini a contorno che un Assassin's Creed tra i pirati"

Sarà per la svolta narrativa della serie, o perché è fisiologico che dopo tutti questi capitoli senza svolte decisive l'interesse sia calato, ma Assassin's Creed IV: Black Flag funziona benissimo in questo modo, proponendo come portata principale una bella avventura di pirati, che siano assassini, templari o semplici filibustieri. È facile perdersi nell'esplorazione mettendo da parte l'urgenza di procedere nella trama principale, solo per scoprire cosa si possa celare in un isolotto o sul fondale marino piuttosto che nel successivo capitolo della storyline, e il fascino dell'ambientazione è ben sfruttato.

Detto questo, per i dettagli sul resto del gioco vi rimandiamo alla recensione di Assassin's Creed 4: Black Flag, visto che a parte le differenze tecniche l'essenza del gioco resta la stessa.

I limiti dell'FXAA risaltano in visuali come questa. Osservate il cordame della nave in primo piano.

Prima di arrivare alle performance e scoprire se il gioco sia in grado di girare decentemente sulla vostra "vecchia" serie 6000, vale la pena soffermarsi sulle numerose impostazioni regolabili in ambito grafico. L'anti-aliasing parte da un minimo di FXAA per arrivare a MSAA/EQAA 8x, con una manciata di diverse opzioni nel mezzo. Rispetto al precedente capitolo, Assassin's Creed IV: Black Flag sembra necessitare di un trattamento migliore dell'immagine non solo per quanto riguarda gli scenari, ma anche e soprattutto per le numerose navi che vi troverete a governare, assaltare, affondare.

"È facile perdersi nell'esplorazione mettendo da parte l'urgenza di procedere nella trama principale"

Le intricate geometrie di cordame di queste ultime sono infatti l'elemento che risalta di più non appena ci si avvicina a un qualche ormeggio, con una serie di seghettature fin troppo evidenti nel caso l'AA non sia di buon livello. Gli scenari tropicali sembrano inoltre più complessi della Frontiera del terzo episodio, e la vegetazione rigogliosa rischia di sfarfallare veramente troppo nel caso si cerchi di risparmiare risorse per lo smussamento dell'immagine.

L'anti-aliasing Fast Approximate (FXAA) non impiega grossa potenza di calcolo ma risulta anche inadatto nel trattamento di scenari più complessi come un molo con numerose navi all'ormeggio, tenendo fede alla sua nomenclatura. L'SMAA, il gradino superiore nella scala delle opzioni disponibili, riesce invece a ripulire più efficacemente i difetti più visibili come quelli del sartiame ma senza eliminarli, con una perdita di una manciata di fotogrammi complessivi. La scelta più equilibrata sembra quindi quella del Multi Sampling, disponibile in varie iterazioni da 2x in su, in grado di produrre i risultati migliori in termini di compromesso tra eliminazione delle scalettature e definizione.

Le altre opzioni a disposizione sono particolarmente ricche nel caso delle ombre, con ben sette gradazioni di qualità, quattro delle quali in versione sfumata e più pesante in termini di consumo delle risorse. Solitamente, la composizione delle scene è sempre ricca di elementi e dettagli in movimento, che si tratti di navi, onde (è già stato detto in precedenza, ma va sottolineata l'ottima resa della superficie marina), vegetazione rigogliosa o vivaci scenari cittadini. Risparmiare sulle ombre per guadagnare qualche fotogramma in più risulta il compromesso migliore per guadagnare in fluidità senza rinunciare alla bellezza delle ambientazioni.

"Abilitando la V-Sync si è obbligati a fare i conti con il frame rate instabile su configurazioni anche molto toste"

Discorso simile per l'occlusione ambientale, disponibile in tre diverse carature (SSAO e HBAO+ in alta e bassa qualità) oltre che eliminabile del tutto, e che nella scala di importanza del processing dell'immagine sembra venire dopo gli altri elementi. Cinque diverse scelte, invece, per la qualità degli ambienti, il cui downgrade ha però un effetto immediatamente percepibile e che non consigliamo di attuare. In questo caso vale sicuramente la pena provare a risparmiare su altri effetti prima di andare a calibrare questa voce.

Il resto delle opzioni consiste in effetti attivabili o meno quali nebbie volumetriche e sincronia verticale. Quest'ultima è più o meno il fulcro di tutto il comparto tecnico di Assassin's Creed IV: Black Flag, che mette in mostra problemi di tearing abbastanza visibili nel caso di corse veloci in ambienti dettagliati... vale a dire il pane quotidiano di un assassino. Voltando un angolo in volo, o ruotando velocemente la visuale, è possibile vedere sezioni dell'immagine "scivolare" prima del resto.

Abilitando la V-Sync si è obbligati a fare i conti con il frame rate instabile su configurazioni anche molto toste, e rassegnarsi a un drop praticamente istantaneo a 30fps nel caso non si riesca a stare costantemente sui 60 (a proposito, il cap è a 63), il che è difficile a meno che non si disponga di improbabili SLI o Crossfire spinti. Prima di parlare di possibili combinazioni in grado di spremere qualche fotogramma in più da hardware non proprio recentissimi, è infatti meglio mettere in chiaro una cosa: la versione PC di Assassin's Creed IV: Black Flag non è tra i codici più ottimizzati che vi capiterà di vedere, almeno per il momento.

"L'epoca dei pirati ruba decisamente la scena al conflitto tra assassini e templari"

Prima di gridare allo scandalo, chiariamo che diciamo ciò a fronte di uno stato delle cose che non vede l'hardware PC sfruttato in particolar modo, e in questo l'ultimo titolo di Ubisoft non è solo né pecca particolarmente. Mettendo da parte fisiologici miglioramenti grazie a patch e rifiniture dei driver, resta il fatto che il codice non ha come effetto uno scaling della qualità grafica e della fluidità direttamente proporzionali alla potenza dell'hardware.

Ottenere una qualità e un frame rate accettabili è però possibile anche con hardware non recentissimi, cosa che abbassa l'entry point più di quanto si sarebbe forse portati ad aspettarsi. Se siete puristi della qualità dell'immagine a tutti i costi, probabilmente siete già dotati di un hardware in grado di fare faville e scaldare come un termosifone (tamponato da un dissipatore in grado di far collassare il pavimento in caso di sganciamento), ma in caso contrario è probabile che dovrete perdere qualche minuto a calibrare le varie opzioni per trovare la combinazione più efficiente.

Come sempre, il processore non sembra rivestire un ruolo particolarmente importante nell'economia della performance generale (differenze trascurabili nella prova su i5 e i7, nonostante la configurazione consigliata indichi un quad core). Sul campo delle schede video, invece, già una HD 6950 (1GB, non OC) riesce a portare a casa oltre 40 fps a 1920x1080 negli ambienti più complessi senza lesinare troppo sulle opzioni grafiche: intoccata la qualità elevata degli ambienti, minimo sindacale per ombre (non sfumate), riflessi e occlusione ambientale, elementi che una volta in movimento non balzano più di tanto all'occhio nelle fasi più spettacolari.

"Lo scaling della qualità grafica e della fluidità non sono direttamente proporzionali alla potenza dell'hardware"

L'unico compromesso riguarda l'FXAA di cui sopra, particolarmente sgradevole nel caso di alcuni scenari ma passabile in altri. Le schede Nvidia sembrano comportarsi meglio: il compromesso migliore sembra in questo caso una GTX660, tra l'altro più vicina del previsto alle prestazioni della GTX770 a cui cede pochi fotogrammi. Nel caso di quest'ultima parliamo di frame rate sui 50fps medi, con poca varianza tra i due estremi.

L'ampia quantità di opzioni a disposizione garantisce quindi una grande flessibilità e la possibilità di godere di una versione visivamente piacevole anche senza aggiornare il PC. La conclusione è che, escluse configurazioni particolarmente potenti, difficilmente avrete la sensazione che il vostro hardware domini il codice di questa versione di Assassin's Creed IV: Black Flag, ma (purtroppo) non ci sono in giro molti titoli PC in grado di poter vantare un simile primato.

Edward è più carismatico di suo nipote Connor, ma anche stavolta il titolo di protagonista iconico della saga resta saldamente in mano a Ezio Auditore.

Uscendo dall'ambito tecnico e tornando a parlare puramente del gameplay, Black Flag è il solito Assassin's Creed almeno nei momenti in cui entra in scena riuscendo a farsi inquadrare tra un'impresa piratesca e l'altra. NPC pronti a dimenticare in pochi secondi un omicidio, nemici non troppo intelligenti, ramoscelli di titanio in grado di sostenere un robusto pirata... tutto è al suo posto come previsto, nel bene e nel male.

Solo che stavolta ci sono di mezzo un open world ricco di possibilità, un'ambientazione affascinante e molte attività divertenti in cui cimentarsi, che non andrebbero ignorate solo in virtù del nome che precede Black Flag e che potrebbe condizionare nella maniera sbagliata.

8 / 10

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Emiliano Baglioni

Contributor

Emiliano si affaccia al mondo dei videogiochi all’epoca del Vic 20. Vive la sua storia di giocatore pensando che prima o poi crescerà e mollerà il joypad, ma non abbandona mai la sua passione, che riesce in qualche modo misterioso a conciliare con tutto il resto.

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