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Spellforce 2: Demons of the Past - review

I videogiochi hanno una data di scadenza?

I videogiochi hanno una data di scadenza? Prendendo in mano la versione GameBoy di Tetris la risposta potrebbe essere no, dato che il capolavoro di Alexey Pajitnov non ha perso in tutti questi anni un briciolo del suo fascino. Anche altri classici, mi vengono in mente quelli di Nintendo o alcuni shoot 'em up di Konami, riescono a mantenersi godibili anche decine di anni dopo la loro uscita nei negozi.

Purtroppo però non è sempre così. Parliamo di quei titoli che basano parte del loro successo sulla potenza grafica o quelli imperniati su un'interfaccia utente molto invasiva. In entrambi i casi, infatti, l'evoluzione e la maturazione degli strumenti tecnici a disposizione degli sviluppatori mostra l'età di questi prodotti, che in alcuni casi potrebbe rendere poco appetibile una struttura di gioco ancora fresca e divertente.

Questo è il caso di Spellforce 2: Demons of the Past, la terza ed ultima espansione del gioco uscito nel 2006 col suffisso Shadow Wars. Per colpa delle vicissitudini economiche occorse all'editore storico, JoWooD, la seconda e la terza espansione di SpellForce 2 furono rinviate di alcuni anni, giungendo probabilmente oltre il tempo massimo.

Questo perché nonostante sia un'espansione stand-alone (è possibile comprarla anche se non si è in possesso dell'originale), Demons of the Past è stato sviluppato utilizzando il motore grafico del 2006 ed ha continuato a narrare gli eventi presentati in Faith in Destiny.

Il design del gioco e le scelte cromatiche sono anche apprezzabili ma si vede che il motore grafico è datato.

Se per tutti i fan di SpellForce 2 ciò potrebbe essere un vantaggio, dato che non richiederà particolari sforzi per familiarizzare con le meccaniche e riempirà la nuova avventura con cameo di personaggi noti ed amati, dall'altra la scelta di ripartire da capo tenderà ad allontanare nuovi fan per via di una barriera all'ingresso un po' troppo ostica.

"Si dovrà imparare il gameplay da capo, senza un tutorial interattivo o una missione introduttiva a fare da cuscinetto"

Non si tratta semplicemente di essere gettati all'interno di un universo complesso, con le sue razze, la sua mitologia e i suoi intrighi, ma anche di dover imparare il gameplay da capo, senza un tutorial interattivo o una missione introduttiva a fare da cuscinetto. La manciata di spiegazioni presenti, infatti, vengono fornite solo tramite un filmato probabilmente ripreso dai vecchi capitoli.

In questo modo familiarizzare con la vetusta interfaccia diventa ancora più difficile e i primi istanti di gioco potrebbero sfociare presto nella frustrazione, anche per via di un livello di difficoltà poco incline a perdonare errori. Già dopo pochi istanti, infatti, verrete aggrediti da legioni di mostri avversari, pronti a fare la pelle ai vostri eroi e al loro esercito.

Non stiamo poi parlando di un genere "alla moda" ma di uno sparito dagli scaffali da ormai qualche anno ed è dunque lecito presumere che la stragrande maggioranza di giocatori non abbia giocato un prodotto simile. Spellforce 2: Demons of the Past è infatti un interessante ibrido tra un gioco di ruolo e uno strategico in tempo reale, cosa che rende davvero spiazzanti le prime ore, dato che non si vede un concorrente di rilievo dal 2002, quando fu pubblicato Warcraft III: Reign of Chaos.

Non ci saranno solo uomini, elfi e nani, ma anche possenti dragoni.

Una volta capito come gestire l'inventario del protagonista e quello dei suoi alleati, oltre che come gestire le basi che saltuariamente dovranno costruire, sarà però possibile godere del lavoro di Nordic Games.

"Pur non raggiungendo la frenesia di Starcraft, in alcune fasi dovrete essere sufficientemente bravi e veloci a gestire al meglio le vostre truppe"

Spellforce 2: Demons of the Past, infatti, è un gioco che è ritornato ad essere fresco ed originale per via della mancanza di concorrenti degni di tale nome. All'interno di un impianto ruolistico piuttosto classico, composto da una quest principale e da tante missioni secondarie, in alcune occasioni il gioco vi richiederà di edificare una base, attraverso la quale raccogliere le risorse necessarie per assemblare un esercito grazie a cui sconfiggere gli avversari. Questo avverrà in maniera piuttosto classica, con dei lavoratori deputati alla costruzione di nuovi edifici e alla raccolta delle risorse e tutta una serie di potenziamenti fondamentali per sbloccare i guerrieri o gli edifici più avanzati.

Una volta consolidate le difese della propria base e costruito un contingente armato sarà possibile attaccare la base nemica, in modo da fermare il suo proliferare d'unità. Al fianco delle truppe normali potrete decidere di schierare il vostro eroe e i suoi compagni, che a seconda del livello raggiunto, delle abilità attivate e dell'equipaggiamento, potranno svolgere determinati compiti durante la battaglia.

Pur non raggiungendo la frenesia di Starcraft, in queste fasi dovrete essere sufficientemente bravi e veloci a gestire al meglio sia le vostre truppe, lasciando per esempio i guaritori e gli arcieri fuori dalla mischia, sia sfruttando i diversi poteri degli eroi, fondamentali per capovolgere l'esito del combattimento.

Riuscire ad ottenere l'aiuto di uno dei dragoni presenti nel gioco vi porterà numerosi vantaggi, soprattutto sul campo di battaglia.

Terminata la fase da strategico in tempo reale il gioco ritornerà ad essere un gioco di ruolo isometrico, simile a Diablo per certi versi. In questi intermezzi avrete la possibilità di conoscere e parlare coi tanti personaggi secondari presenti nel gioco, attraverso una lunga serie di dialoghi scritti in maniera piuttosto brillante, con un tocco di umorismo che non guasta mai. Gli sceneggiatori di Nordic sono stati bravi sia ad inventare situazioni assurde, come per esempio la lunghissima procedura burocratica che dovrete portare avanti per entrare nel mondo dei morti, sia per le battute fulminanti, come quando conoscerete un gruppo di guerrieri che giocano a Warcraft of the World.

"La gestione dell'inventario è piuttosto macchinosa ma nel complesso tutto il comparto grafico avrebbe bisogno di una rinfrescata"

Da questo si capisce che non vi sarà solo da utilizzare la spada ma anche da far funzionare la materia grigia, dato che per avanzare vi sarà chiesto di risolvere alcuni enigmi, alcuni piuttosto cervellotici. La varietà di situazioni da affrontare è elevata, peccato che anche in queste occasioni ci sia solo un modo per risolvere la missione, cosa che vi spingerà spesso ad utilizzare un approccio trial & error piuttosto che uno più ragionato.

Inoltre scoprirete presto che i check point sono posizionati in maniera piuttosto casuale. Questo sarà un duro colpo da digerire quando incontrerete un qualche bug che vi costringerà a riavviare o quando andrete incontro a una morte imprevista. Talvolta infatti vi verrà mostrata la scritta game over, senza capire dove avete sbagliato.

Questo avverrà per colpa una infrastruttura di gioco vecchia e poco flessibile, che non ha consentito agli sviluppatori di rendere evidenti e chiare alcune meccaniche. Una prova delle Stepping Stone, per esempio, vi richiederà di attraversare un villaggio inosservati, ma non vi verrà mai spiegato come poterlo fare. In altre parole dovrete capire da soli se avete delle abilità adatte allo scopo, se vi sono nascondigli da sfruttare o quale è il grado di tolleranza delle guardie. In questo modo scoprirete sulla vostra pelle che le sentinelle vi potranno vedere anche di schiena e che dopo un errore dovrete per forza ricaricare l'ultimo salvataggio.

Un trailer per Spellforce 2: Demons of the Past.

Allo stesso modo la gestione dell'inventario è piuttosto macchinosa ma è nel complesso che tutto il comparto grafico avrebbe bisogno di una rinfrescata, dato che sembra utilizzare una maschera in bassa risoluzione per l'interfaccia e il motore utilizzato per il gioco e per le scene di intermezzo mostra chiaramente i suoi anni. Senza considerare che siamo sicuri che anche nel 2006 nessuno era rimasto stupito per la sua potenza. Molto meglio invece il comparto sonoro, grazie a qualche brano piuttosto orecchiabile e a un onesto doppiaggio in Inglese.

"La campagna, lunga e complessa, richiederà intorno alle 20 ore di gioco"

Al fianco di una campagna piuttosto lunga e complessa, siamo intorno alle 20 ore di gioco, troviamo tutta una serie di opzioni aggiuntive in grado di giustificare i venti euro coi quali Spellforce 2: Demons of the Past si presenterà su Steam. Parliamo di tutta una serie di scenari da completare, oltre che delle classiche opzioni multigiocatore tra le quali le skirmish, Dominatio e persino alcune missioni cooperative, con cui divertirsi piuttosto a lungo. Sempre che troviate qualcuno con cui giocare, dato che al momento i server sono piuttosto deserti.

Spellforce 2: Demons of the Past è un buon gioco? Per tutti gli amanti della serie e per coloro che sono alla ricerca di un gioco di ruolo o di uno strategico piuttosto originale, la risposta è sì. Una volta superato il duro impatto col gameplay e con l'interfaccia, il prodotto dei Nordic Games sarà in grado di divertire grazie alla grande varietà di situazioni e di ambientazioni che gli sviluppatori hanno ideato, condite da una serie di dialoghi ben scritti e spesso divertenti.

Sfortunatamente, come dicevamo all'inizio, sotto diversi aspetti il gioco è arrivato oltre il tempo massimo, offrendo un'interfaccia macchinosa e un comparto tecnico troppo vecchio per poter attirare il giocatore moderno, ormai abituato a ben altri standard di precisione e pulizia. L'impressione è che comunque la serie SpellForce, correggendo questi due aspetti, potrebbe ritornare a dire la sua all'interno di un settore ormai troppo standardizzato.

6 / 10

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Luca Forte

Contributor

Luca si divide tra la gestione del ruspante VG247.it e l'infestare Eurogamer con i suoi giudizi sui giochi sportivi, Civilization, Fire Emblem, Persona e Football Manager. Inviato d'assalto, si diverte a rovinare le anteprime video dei concorrenti di tutto il mondo in modo da fare sembrare le sue più belle.

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