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Dragon Nest Europe - review

Dalla Corea con furore.

Pubblicato originariamente in Nord America nel settembre del 2011 e sviluppato da una misconosciuta software house corena nota come Eyedentity Games, Dragon Nest giunge ora in Europa sotto forma di un MMORPG free to play distribuito ora tramite Steam. Riuscirà questo gioco di ruolo indipendente a farsi valere ora che, dopo oltre due anni, ci ritroviamo alla soglia di una nuova generazione di console? La risposta è più complessa di quanto ci si possa aspettare.

Dragon Nest Europe, così sottotitolato per ovvi motivi, si trova infatti nella difficile situazione di proporre, in un periodo molto particolare, una formula di gioco datata ma a suo tempo apprezzata, ponendosi in netta controtendenza con le uscite di questo periodo. Il titolo infatti, ed è comprensibile a colpo d'occhio, s'inquadra nell'affollato panorama degli MMO gratuiti, mostrandosi con uno stile cartoonesco semplice ma decisamente inflazionato, troppo simile a quello degli MMO in cui chi naviga assiduamente la rete si sarà imbattuto, tra un pop-up e l'altro.

Al contrario di questi titoli però, con cui condivide principalmente la veste grafica molto semplicistica, Dragon Nest punta molto meno sulla componente free to play, proponendo un gameplay più semplice e meno complesso, adatto anche ai giocatori che non intendono pagare per poter livellare il proprio personaggio sino alla vetta. Proprio per tale motivo però ci si ritrova di fronte a un titolo più semplice e meno pretenzioso, divertente ma anche piuttosto limitato.

Le classi disponibili all'inizio del gioco, ad esempio, sono solo cinque più una sesta in arrivo nei prossimi mesi. Di queste classi, pur potendo personalizzare alcuni aspetti col procedere nel gioco, non potremo modificare drasticamente l'aspetto esteriore. Potremo decidere espressione facciale, capigliatura e colorazioni dei personaggi (scegliendo tra quattro o cinque alternative per opzione) ma non potremo cambiare ad esempio il loro sesso o la loro stazza. Un handicap piuttosto evidente per un genere in cui la personalizzazione è così importante.

Il numero di persone online non è spropositato, ma visto che non sono ancora attivi molti server è quasi sempre possibile trovare qualcuno con cui creare un piccolo party.

Se non sarà quindi possibile impersonare un guerriero di sesso femminile o un'incantatrice maschio, potremo però personalizzare armatura, armi e abilità come in un qualunque altro titolo del genere. Lo scarno diagramma delle abilità in particolare rappresenta una gradita sorpresa dato che, non appena raggiungeremo un certo livello, sarà possibile migliorare la classe del nostro personaggio, scegliendo per ogni protagonista una tra le due sottoclassi disponibili.

"dLe classi si riducono a due grandi gruppi: da mischia e da distanza"

Peccato che la differenziazione delle classi non brilli di certo per originalità e a fine giornata tutto si riduca in due grandi gruppi: classi da mischia e classi da distanza. Per quanto infatti differenziati graficamente, gli attacchi dell'incantatrice e quelli dell'arciere sono molto simili e non c'è neanche troppa differenza tra il chierico e il guerriero, entrambi ugualmente (e stranamente) abili nel combattimento corpo a corpo.

Le statistiche dei vari personaggi sono quindi piuttosto simili e le abilità peculiari troppo poche e male assortite. La maga ad esempio, nonostante gli ovvi handicap della sua classe, è piuttosto resistente e riesce a farsi valere tranquillamente anche nella mischia, così come farebbe un guerriero.

Già a livello 20 il gioco assume una dimensione decisamente più interessante, con boss battle piuttosto avvincenti ma mai troppo complicate.

Tutto ciò mina purtroppo anche il sistema di combattimento che, nota più interessante del titolo, miscela elementi action e GDR in modo tale da creare un mix semplice e d'impatto. Facile da padroneggiare fin da subito, nasconde una certa complessità introducendo in un gameplay piuttosto statico come quello degli MMORPG mosse più veloci come la schivata, il doppio salto e gli attacchi aerei. Una serie di idee interessanti che, se esplorate più a fondo e con l'aiuto di classi maggiormente differenziate, avrebbero potuto di certo aggiungere profondità al titolo.

"La maggior parte del gioco è incentrata sull'esplorazione e sulla liberazione di piccoli dungeon a più stanze"

Dragon Nest punta infatti molto sui combattimenti. La maggior parte del gioco è incentrata sull'esplorazione e sulla liberazione di piccoli dungeon a più stanze, infestati di volta in volta da creature diverse e bizzarre in linea con lo stile del titolo. L'importanza degli scontri è aumentata inoltre maggiormente dal fatto che all'aumentare della difficoltà (da scegliere all'inizio di un dungeon) l'IA dei nemici migliora, aumentando il livello di sfida e la quantità di esperienza ottenuta.

Anche qui però siamo costretti ad ammettere che il lavoro degli sviluppatori, per quanto curato, non è privo di imperfezioni. Animazioni e comportamento delle creature sono ottimi, ma difficilmente abbiamo visto il gioco assegnare una certa importanza alla natura e alle statistiche delle stesse. Se ad esempio vi ritroverete a combattere con demoni di ghiaccio, utilizzando una magia di fuoco o una di ghiaccio riuscirete comunque a infliggere danni notevoli. Gli elementi action sono insomma più curati rispetto a quelli da GDR, il che potrebbe allontanare inequivocabilmente un certo tipo di giocatori.

Stile e possibilità di personalizzazione sono limitate ma presenti. Generalmente comunque ogni personaggio può fare un po' di tutto, non c'è quindi da rimuginare troppo sulla scelta.

Tutte queste pecche diventano evidenti anche nel PVP dove, dovendo lottare contro giocatori in carne e ossa (più di otto in ogni mappa), le partite tendono a diventare delle caotiche scazzottate in cui il vincitore è quasi sempre il giocatore col livello più alto e quasi mai quello più capace.

Tirando le somme, Dragon Nest è un MMORPG gratuito che fa il suo dovere e che fornisce un'esperienza di gioco piuttosto completa. C'è tutto ciò che un titolo del genere dovrebbe, di base, possedere: dungeon, draghi, una trama fantasy ben scritta e persino una modalità farm dove coltivare varie cose. Il problema di questo titolo è che, da due anni a questa parte, si porta dietro sempre le stesse pecche e che le cose non sono cambiate dopo la traversata oceanica dal Nord America.

La veste grafica da PS2, lo stile non eccessivamente originale, la mancanza di profondità con cui si presenta, sono tutte cose su cui possibile sorvolare, ma solo a malapena. Ne consegue che Dragon Nest è sufficientemente divertente da tenere occupati per qualche ora, ma sulla scena c'è sicuramente di meglio.

6 / 10

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A proposito dell'autore
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Fabio Davide

Contributor

Giocatore fin dalla più tenera età, fagocita di tutto ma digerisce solo i veri capolavori. Dopo 7 anni nel settore del gaming aveva pensato di trovarsi un lavoro nella ristorazione, ma poi ha ceduto al fascino di Eurogamer.

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