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Space Hulk - review

Orrori dallo spazio, direttamente sul vostro tablet.

Nel 1989, quando i giochi da tavolo erano una delle forme più diffuse di multiplayer, prima di StarQuest, quando Warhammer 40K si chiamava ancora Rogue Trader, Games Workshop lanciò sul mercato Space Hulk, un gioco semplice, veloce e adatto a due giocatori.

A metà tra Alien e ciò che sarebbe diventato poi Warhammer 40K, Space Hulk raccontava le vicende di Marine spaziali infilati in tamarrissimi esoscheletri potenziati, le armature Terminator, e il loro conflitto coi prozii dei Tyranid, i cosiddetti, Genestealer, all'interno di enormi astronavi abbandonate alla deriva, gli Space Hulk appunto.

Era un gioco divertente, difficile, e perfetto per riempire un pomeriggio. Il concetto base di tutto era molto semplice: se i Genestealer si avvicinano il Marine è morto, se il Marine colpisce per il Genestelaer non c'è scampo. Adesso, dopo aver fatto la propria comparsa su PC, la terza edizione del gioco è stata portata su iPad: che sia il tablet la dimensione ideale per questa operazione nostalgia?

Il lanciafiamme ha un raggio limitato ma è in grado di incendiare i corridoi e renderli inaccessibili per un po' ai Genestealer.

Il gioco è composto da una serie di campagne, divise in scenari con obiettivi molto semplici, che vanno dal distruggere un pannello di controllo al raggiungere una determinata zona, cercando di perdere il minor numero di commilitoni nel procedimento. I vostri Terminator si muoveranno molto lentamente ma saranno in grado di scatenare una potenza di fuoco in grado di trasformare i corridoi degli Space Hulk in vasche ricolme di sangue e arti alieni. I Genestealer invece potranno solo usare artigli e zanne ma compenseranno con una velocità di movimento pazzesca.

Gli alieni annunceranno la propria presenza con dei segnali rossi, che possono rappresentare da uno a tre unità, e che rivelano il proprio numero effettivo solo una volta giunti in contatto visivo con i Terminator.

In questo modo saprete sempre più o meno da che parte arriveranno le minacce e la chiave del gioco è proprio qui: bisogna avanzare cercando di coprirsi le spalle, mantenendo le creature a distanza e anticipandone le direttrici di attacco. Il che non vuol dire che, come vuole la tradizione, non possano cogliervi di sorpresa grazie al più classico dei condotti di areazione, presenti in alcune mappe.

"Il gioco è composto da una serie di campagne, divise in scenari con obiettivi molto semplici"

Ogni Terminator può contare su 4 Punti Azione e ogni mossa ne costa uno, che sia sparare, muoversi, girarsi di 90°, aprire una porta e così via. Volendo è possibile mettere le unità in Overwatch, così da farle attaccare i Genestealer quando fanno capolino nel loro turno, o in Defensive Mode, che garantisce un bonus in caso di corpo a corpo. Oltre ai PA disponibili per ogni unità esiste un 1d6 di punti in comune, a disposizione di ogni Terminator che sia rimasto a secco: molto utili quando si sta sparando, l'arma si inceppa e si pensava di non avere più punti per sbloccarla.

I Genestealer sono come gli ubriachi violenti in un pub: meglio non avvicinarsi troppo.

Il combattimento è basato sui dadi da 6. Di solito con un 6 si uccide l'avversario ma in caso di Overwatch o altri bonus vi basterà anche un punteggio inferiore. Ogni tiro del dado è visualizzabile nel log della partita, così da fugare ogni dubbio, e quando si colpisce l'evento è quasi sempre accompagnato da un'animazione che illustra con una grafica gradevole, ma non eccelsa, la triste fine dell'alieno o del Terminator.

Il problema principale dal punto di vista strategico è che quasi sempre combatterete in corridoi dove i Terminator devono disporsi in fila indiana, quindi solo il primo della fila potrà sparare; inoltre i Genestealer arriveranno quasi sempre a getto continuo o comunque saranno molto più numerosi di voi. Questo vi costringerà a muovervi senza sosta, stando attenti a mantenere in cima alla fila il Terminator in grado di fare più male, coprendovi le spalle e cercando di non farsi accerchiare.

Purtroppo farlo, spostando ogni Terminator singolarmente, è un procedimento assai macchinoso e complesso. Anche se l'interfaccia fa del suo meglio per mettervi a vostro agio, l'esperienza di gioco è lenta, lontana anni luce dalle dinamiche mobile a cui siamo abituati, e può diventare noiosa. La situazione è resa ancora più frustrante dalla difficoltà quasi draconiana, in cui fin dalla prima missione basterà una decisione sbagliata per perdere l'unità.

L'eccessiva difficoltà è senza dubbio un atto di fedeltà nei confronti del gioco originale e nessuno qua si spaventa per un gioco complesso, ma è anche un ottimo modo per rendere più lunghe missioni altrimenti molto semplici e poco varie, in cui il vero nemico dietro l'angolo è soprattutto il tedio. Non tutti vogliono passare un'ora di fronte allo schermo dell'iPad in un gioco a turni, ripetendo missioni sempre uguali, soprattutto quando dovrete aspettare le mosse dell'IA.

In ogni momento la visuale tattica sarà in grado di darvi un colpo d'occhio sulla situazione.

"Il prezzo di 8,99 euro posiziona il gioco in una fascia decisamente alta per i dispositivi mobile"

Volendo potrete anche giocare online o passarvi il tablet con un amico. Tuttavia c'è un piccolo ma fastidioso dettaglio di cui tenere conto: potrete usare i Genestealer solo nel multiplayer e mai da soli. Quindi dovrete imparare a usarli direttamente nelle sfide con gli avversari umani, senza la possibilità di imparare contro il computer. Inoltre, non è presente un sistema di notifiche push, quindi in caso di multiplayer online asincrono dovrete controllare il gioco periodicamente per capire quando tocca a voi.

Un altro aspetto decisamente poco gradevole del gioco è il prezzo: 8,99 euro lo posizionano in una fascia decisamente alta per i dispositivi mobile e, come se non bastasse, tre campagne su quattro richiedono un dispendio aggiuntivo. In totale, per avere il gioco completo dovrete sborsare ulteriori 12 euro: troppo, troppo, troppo.

Nonostante fosse un progetto dal basso profilo, riponevamo un certo grado di speranza in Space Hulk. Un po' perché un buon gioco di strategia è sempre il benvenuto, un po' perché il gioco da tavolo ha fatto parte del passato di molti giocatori moderni. Il risultato è senza dubbio fedele allo spirito dell'originale ma evidentemente ciò che andava bene per un pomeriggio fra amici, non è adatto per uno strategico moderno su tablet, che oltretutto viene presentato a un costo più alto della media. Peccato.

6 / 10

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Space Hulk

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Lorenzo Fantoni

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Dentro un rugbista di 110kg dedito agli stravizi, batte il cuore di nerd vecchio stampo con lo sguardo perennemente abbronzato da uno schermo, anche d'estate.
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