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Continue?9876543210 - review

Una mistica e indecifrabile esperienza digitale.

Se "i videogiochi sono una forma d'arte", allora bisogna essere preparati anche a trovarsi di fronte ad esperienze che non hanno come obiettivo quello di divertire o d'intrattenere, bensì quello di proporre la visione più intima e personale "dell'artista". Continue?9876543210 è forse uno degli esempi più lampanti di tutto ciò: un titolo ostico, per certi versi incomprensibile, tanto scarno da risultare ridotto all'osso e dotato di un gameplay che non tenta nemmeno di competere con gli standard delle produzioni attuali, anche quelle meno ambiziose. Un titolo che però stimola la riflessione, per quanto in modo molto criptico, e vuole evocare emozioni e stati d'animo attraverso una narrazione mai troppo esplicita ma sempre accennata e sottile.

Per questa sua natura così particolare (a partire dallo stesso titolo), Continue?9876543210 è un videogioco difficile, se non impossibile, da "giudicare". A seconda delle sensibilità di ognuno potrà sembrare un capolavoro o un totale spreco di tempo e di codice, esattamente come un dipinto o una raccolta di poesie. Anticipo dunque che il voto che campeggia in fondo a queste righe è un "6 politico", e più che a giudicare questo titolo mi accingo a descriverlo, così che ognuno possa stabilire se un'esperienza del genere possa o meno fare per lui.

In Continue?9876543210 interpretiamo un personaggio del mondo dei videogiochi che ha avuto la sventura di morire, e si ritrova ora intrappolato in una sorta di limbo digitale, una nicchia di memoria volatile in cui tutti i personaggi morti attendono di essere definitivamente cancellati e dunque andare persi per sempre. Noi, però, rifiuteremo di andare ciecamente incontro a questo triste destino e tenteremo in ogni modo di sopravvivere. Ma come?

L'aspetto grafico si può definire 'pixel art in 3D': non manca di un certo stile ma è veramente ridotto all'osso.

Il mondo di gioco è composto da circa una dozzina di aree, riprodotte in modo casuale nel corso di ogni partita. Ogni area avrà un tema diverso e ci proporrà obiettivi particolari: potremo ad esempio trovarci in un campo di grano a rincorrere gli spaventapasseri, oppure in una prigione in cui dovremo parlare coi numerosi detenuti. Ognuna di queste fasi è scandita da un timer diviso in blocchi da circa un minuto e allo scadere di ogni blocco di tempo dovremo affrontare una rapida sequenza di combattimento, anch'essa casuale e dallo stile differente: ci sono brevi sezioni a scorrimento orizzontale, altre in stile "Space Invaders" e così via.

"Il mondo di gioco è composto da circa una dozzina di aree, riprodotte in modo casuale nel corso di ogni partita"

Oltre a sopravvivere a queste sfide, il nostro obiettivo sarà quello di portare a termine semplici obiettivi e parlare con i personaggi che popolano questo misterioso mondo per ottenere due risorse principali: fulmini e preghiere. I primi servono a distruggere le barriere che ostruiscono la strada verso il livello successivo, le seconde invece erigeranno degli speciali ripari nei quali dovremo nasconderci ogni volta che il "programma di cancellazione" verrà eseguito. Trovarsi sprovvisti di rifugi quando questo avviene porta, sostanzialmente, al game over.

Le meccaniche di gioco sono dunque decisamente originali, oltre che caotiche e imprevedibili. Ma più che un fine sono un semplice mezzo per guidarci verso quello che veramente conta in questo titolo: l'esperienza, una sorta di viaggio all'interno della coscienza dell'autore.

I dialoghi sono talmente surreali da risultare a malapena comprensibili, ma l'atmosfera generale è senz'altro molto evocativa.

Ognuna di queste aree è infatti disseminata di messaggi esistenziali, riflessioni che sembrano collegate direttamente alla vita personale dell'autore (considerazioni sui valori dell'amicizia, eccetera) e altre suggestioni di questo tipo, che ci vengono presentate sotto forma di scarni dialoghi con i personaggi oppure come messaggi di introduzione e altro ancora.

"Lo stile personale e criptico rende difficile immedesimarsi nella rappresentazione digitale della coscienza di uno sconosciuto"

Il tutto in uno stile costantemente surreale, che potremmo riassumere come una sorta di crossover tra l'atmosfera di un Killer 7 e l'aspetto estetico di uno Sword & Sworcery. Se questo tipo di approccio estetico e filosofico v'intriga, Continue?9876543210 è sicuramente un'esperienza da raccomandare, che potrà avvolgervi per una lunga nottata di esplorazione e meditazione digitale.

Se invece dobbiamo pensare a questo titolo come a un videogame in senso più tradizionale, allora diventa impossibile non notare le sue numerose carenze, a partire da un livello d'interazione veramente scarso. Il sistema di controllo è minimale e i movimenti del personaggio su schermo sono sgraziati a dir poco: nelle sequenze di combattimento a scrolling orizzontale si riesce a malapena a controllare il nostro avatar digitale.

I livelli sono generalmente molto semplici e schematici. Non per niente, ogni area dura solo una manciata di minuti prima che il timer scada.

Anche la progressione di area in area è caotica e senz'altro più legata alla fortuna e alla casualità che non all'abilità o alle intuizioni del giocatore: nella maggior parte degli obiettivi si finisce per "inciampare" più che ricercarli attivamente. Infine, l'intera progressione è esageratamente lenta, colma di pause e lunghe sequenze che si ripetono e che non possiamo saltare: ovviamente è una scelta in linea con l'atmosfera totalmente rilassata e riflessiva del gioco, ma non tutti riusciranno a tollerare una presenza così diffusa di tempi morti.

Personalmente ho faticato ad empatizzare con il messaggio proposto da Continue?9876543210 (ammesso che vi si possa trovare una coerenza di fondo), e ho l'impressione che lo stile così personale e criptico renda difficile la possibilità d'immedesimarsi in quella che, a tutti gli effetti, è la rappresentazione digitale della coscienza di uno sconosciuto. Non ho dubbi però sul fatto che una percentuale magari piccola di giocatori possa trovare questo titolo estremamente interessante, in quanto realmente mosso da quello "spirito artistico" che così tanto, e molto spesso a sproposito, si evoca nel mondo dei videogiochi.

6 / 10