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Farm Machines 2014 - review

Contro il logorio della vita moderna?

Non si può che sorridere alle premesse di Farm Machines 2014, titolo sviluppato dai polacchi di PlayWay che ci mette nei panni del più competitivo tra i fattori. Chi pensasse alla vita bucolica come fatta di routine e ripetitività ci azzeccherebbe solo a metà, con la ripetitività a fare capolilno anche nel titolo disponibile su Steam a poco più di 10 Euro, ma con la routine interrotta da attività che mettono un po' di pepe alle lunghe mattinate tra i campi.

Ci avviciniamo alla produzione est europea con un certa diffidenza, lo ammettiamo, ma non manca la speranza di riuscire a staccare dal logorio della vita moderna per un po' di corroborante attività contadina. Sarà veramente così? Abbiamo trovato il modo di vivere i campi senza il forte odore del concime?

Avviato il codice di Farm Machines 2014 veniamo accolti da grafiche spartane e scelte cromatiche poco eleganti, ma è soprattutto il ballerino supporto per il controller a farci storcere il naso. Utilizzando mouse e tastiera non abbiamo rilevato particolari problemi, dato che la semplicità dei comandi richiesti (nella maggior parte dei casi si parla di soli tre tasti) non sembra capace di mettere in difficoltà.

Qualche scorcio piacevole si può anche trovare, sforzandosi, ma in generale i paesaggi sono scialbi e poco intriganti.

È però con il collegamento di un pad che le cose si sono fatte meno intuitive, con lo stick analogico sinistro deputato al controllo del puntatore del mouse, in luogo della più diretta selezione delle opzioni. Entrando in partita, poi, non è che le cose facciano il salto di qualità, visto che l'accelerazione del mezzo è deputata al movimento in avanti dello stick (invece di un più comodo grilletto), e che quelle poche volte che ci vengono assegnati comandi extra questi siano da inserire tramite tastiera.

"Primo passo verso il dominio delle campagne sarà la scelta del nostro mezzo, in realtà limitata a sole due tipologie di trattori"

Primo passo verso il dominio delle campagne sarà la scelta del nostro mezzo, in realtà limitata dalle disponibilità finanziarie a sole due tipologie di trattori. La scelta ricade giocoforza sul più performante dei due, e ci si butta nella mischia sperando di guadagnare in fretta i crediti necessari per sbloccarne altri. Il titolo PlayWay ci propone un'unica modalità di gioco chiamata Tournament, nella quale affrontare in sequenza diverse missioni sbloccandone una dopo l'altra. All'inizio, dunque, possiamo solo ed esclusivamente cimentarci in una gara con altri tre trattori controllati dall'intelligenza artificiale, ed è qui che le cose continuano a farsi portatrici di dubbi.

Chiaramente non ci aspettavamo chissà quali iniezioni d'adrenalina dalla competizione, del resto i trattori (con addirittura il rimorchio agganciato) non possono raggiungere velocità da cardiopalma, ma è proprio la gestione della competizione a lasciare perplessi. I nostri avversari partono davanti a noi, e fin qui niente di male, tenendo però una velocità fissa e seguendo buoni buoni una traiettoria ben precisa. All'inizio, senza avere potenziato il mezzo, la nostra unica speranza risiede nel tagliare gagliardamente le curve così da mangiare metri preziosi ai concorrenti, sperando di arrivare terzi o secondi (su quattro) quando proprio va bene.

È presente anche la possibilità di lanciarsi nel 'pimpaggio' del proprio trattore, sia sul fronte delle prestazioni che su quello estetico.

Sarebbe stato interessante partecipare a gare che chiamassero a valutazioni tattiche a seconda del tipo di terreno, o che ci stuzzicassero con la gestione delle deformità dello stesso, ed invece abbiamo tracciati tutto sommato lineari, la cui unica particolarità è l'essere percorsi a velocità da apecar rotta. Quando si inizia a potenziare il proprio trattore, tramite un semplicissimo editor che propone di rendere più performanti alcune parti del mezzo guidando la scelta esclusivamente tramite il loro prezzo, il livello di soddisfazione si alza leggermente grazie a velocità e maneggevolezza guadagnate, rimanendo però sempre al di sotto della soglia di guardia.

"Superato il primo evento, su un totale di quaranta, ecco che piano piano si sbloccano diverse attività"

Superato il primo evento, su un totale di quaranta, ecco che piano piano si sbloccano diverse attività: possiamo arare i campi, tagliare l'erba, piantare patate, o cimentarci in stimolanti slalom su terreno non concimato, il tutto sempre alla guida del nostro amato trattore, al quale attaccare di volta in volta il rimorchio appropriato. La maggior parte delle volte, però, la nostra missione sarà di percorrere un terreno quadrato nel minor tempo possibile, guadagnando medaglie (ed il rispettivo premio in denaro) a seconda del risultato. Che si piantino patate o si tagli l'erba poco cambia, e presto si impara a gestire l'angolo di sterzo del trattore, unica vera difficoltà.

Dal punto di vista tecnico non si può certo essere soddisfatti da Farm Machines 2014: pop-up, aliasing, violenti scatti nel frame-rate, colore del rimorchio che cambia casualmente a ogni partita, menù spartani, accompagnamento musicale composto da tre soli temini che si ripetono molesti ed effetti audio e video deludenti: insomma, c'è ben poco a risollevare una realizzazione insufficiente.

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L'impressione è che il titolo PlayWay potesse essere uno di quei giochi da caricare durante una goliardica serata con amici giusto per farsi qualche risata, ma purtroppo manca una qualsiasi opzione multiplayer e l'unica modalità disponibile non è così divertente da riuscire nell'intrattenere gli eventuali spettatori, per quanto ben disposti, per più di qualche minuto.

Nella guida alle valutazioni di Eurogamer.it, la produzione in questione può essere trovata alla voce "lasciar perdere", giusto un pelo meglio di "neanche regalato", solo perché qualche appassionato di trattori (?) potrebbe trovarci un paio d'ore di libidine.

5 / 10

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Alessandro Arndt Mucchi

Contributor

Giocatore cronico, lettighiere notturno, cuoco discreto, giurisprudente perplesso, musicista part-time, giornalista dal 2006. Da sempre esperto di versetti.
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