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FEZ - review

L'ultima versione prima del sequel?

Sul mercato ci sono varie tipologie di giochi: le mega produzioni tripla A, quelle mediocri, titoli dal forte impatto visivo ma dal gameplay scialbo, indie più o meno innovativi... e poi c'è la categoria di cui fa parte FEZ, quella dei capolavori che rimarranno tali anche dopo vent'anni, perché in qualche modo ti si iniettano nelle vene senza un'apparente motivo.

Non importa che abbiano una grafica da urlo, il protagonista super figaccione o una longevità spropositata, capita e basta. Quanti di noi ricordano ancora le settimane spese con Super Mario World a cercare i passaggi segreti per raggiungere il fatidico "100" nel menu principale, oppure a masterizzare tutte le summon materia in Final Fantasy VII per ottenere l'imponente Master Summon?

Quando pensi che quei bei tempi siano solo un ricordo di un passato che non tornerà più, un bel giorno, nella primavera del 2012, arriva il primo gioco della semi sconosciuta Polytron Corporation e ti ritrovi a nuotare in un mare di felicità, col sorriso stampato sulle labbra e una lacrima sulla guancia che da troppi anni aspettava di cadere.

FEZ è questo e molto di più. Dietro al platform "bidimensionale in 3D" partorito dalla mente di Phil Fish si nasconde un'esperienza come poche altre, e che va al di la delle mere parole platform e puzzle. Nel labirintico universo in cui ci si deve fare strada è necessario avere una discreta memoria, un pizzico di ingegno, un taccuino e tanta buona forza di volontà per mettere insieme i pezzi di un alfabeto che sembra non avere ne' capo ne' coda.

Questa immagine è presa da uno degli ultimi livelli del gioco: ci vuole parecchia pazienza per completarlo.

In un apparente mondo a due dimensioni vestiamo i panni di Gomez, una creatura immaginaria che un bel giorno viene incaricata di riportare l'equilibrio nella sua terra raccogliendo una serie di cubi disseminati in una moltitudine di livelli "galleggianti", alcuni minuscoli, altri decisamente più grandi.

"Dopo circa un'ora si scopre di aver varcato una soglia di porte talmente elevata che anche consultando la mappa ci si trova nel caos più totale"

Le cose cominciano a farsi più interessanti (e complicate) quando si scopre che in realtà è possibile ruotare l'inquadratura di 90° per rivelare, per esempio, il percorso per raggiungere una piattaforma in apparenza inaccessibile, strani marchingegni e cubetti nascosti.

Se all'inizio il livello di difficoltà si attesta su livelli più che accettabili, dopo circa un'ora si scopre di aver varcato una soglia di porte talmente elevata che anche consultando la mappa ci si trova nel caos più totale. Il trucco è quello di cercare tutti i cubi, gli scrigni e i segreti senza avere fretta di passare allo stage successivo solo perché si scova un nuovo passaggio, ma sfortunatamente alcuni enigmi possono essere completati solamente dopo aver capito il corretto significato dell'alfabeto (tramite gli indizi sparsi per tutto il gioco) e aver decifrato gli indizi impressi sulle pareti.

In totale sono presenti 32 cubi (molti dei quali composti da 8 schegge ciascuno), 32 anticubi, 9 mappe del tesoro e 4 manufatti, ma è bene ricordare che non è necessario raccoglierli tutti quanti per terminare il gioco e assistere all'onirico finale messo in piedi dal buon Fish.

La versione PS4, oltre a vantare una nitidezza d'immagine superiore a qualsiasi altra piattaforma, ha beneficiato anche di un paio di novità relative al DualShock 4, come la possibilità di richiamare e zoomare la mappa in qualsiasi momento.

Se nei controlli non sono emersi miglioramenti rispetto alle controparti Xbox 360 e PC, il comparto grafico su PlayStation 4 è leggermente superiore grazie ai 1080p a 60 fotogrammi al secondo, che regalano a ogni pixel del titolo di Polytron un aspetto ancora più fluido e brillante.

"Se amate le sonorità 8-bit e i sintetizzatori non ci metterete molto a innamorarvi di musiche ed effetti"

Ritroviamo anche le splendide ambientazioni che spaziano da luoghi cupi e tetri alle foreste popolate da decine di animali, passando per luoghi che strizzano l'occhio alla grafica del primo GameBoy, fino ad arrivare nelle perfide sale dei glitch.

Dimenticatevi dei rallentamenti che affliggevano l'introduzione di alcune zone e date il benvenuto a un paio di piccole novità, ovvero la possibilità di richiamare e zoomare la mappa tramite il touch-pad del DualShock 4. La light bar infine funge come simpatico "specchio" che cambia colore in tempo reale a seconda della tonalità del cielo.

Parlando della versione per PlayStation Vita, questa è un piccolo prodigio di soli 200 megabyte che sfrutta il touch screen della console per trascinare l'inquadratura e consultare in modo più preciso la labirintica mappa che si formerà lentamente, grazie a nuovi livelli di zoom che aiutano a capire cosa abbiamo fatto e cosa ancora dobbiamo scoprire.

I gufi sono creature di una certa importanza in FEZ, e ad essi sono collegati diversi enigmi e segreti. Fate attenzione se ne adocchiate uno appollaiato su un albero…

Chiaramente, sulla console portatile di Sony gli sviluppatori hanno dovuto fare i conti con specifiche tecniche limitate e sono stati costretti a ridimensionare alcuni dettagli grafici e il numero di fotogrammi, ma nulla che faccia gridare allo scandalo.

"Alcuni enigmi possono essere completati solamente dopo aver capito il corretto significato dell'alfabeto"

Nulla di particolare da segnalare sul fronte PS3, versione praticamente identica a quella per Xbox 360, con la sola eccezione della scomparsa dei già citati cali di frame-rate che si manifestavano durante i caricamenti.

Come non parlare poi del cross-save? Su tutte e tre le piattaforme è possibile caricare automaticamente i propri salvataggi su cloud, e proseguire su un'altra console dall'esatto punto in cui si era lasciato Gomez.

Menzione d'onore va fatta per il comparto sonoro curato da Rich Vreeland (in arte Disasterpeace), che ha realizzato una vera e propria pietra miliare, definita da molti una delle migliori colonne sonore mai composte per un videogioco. Se amate le sonorità 8-bit e i sintetizzatori non ci metterete che pochi minuti per innamorarvi dei malinconici brani e degli effetti ambientali che in questo caso non fanno da sfondo ma sono parte integrante dell'esperienza, visto che senza di essi FEZ perderebbe parte della sua unicità. Inutile dire che l'uso di un paio di cuffie è consigliatissimo, quindi non commettete il delitto di giocarci, sopratutto su Vita, senza degli adeguati auricolari.

Gomez è un personaggio irresistibile e la sua simpatia vi conquisterà in pochissimi istanti.

Tempo di tirare le somme, se mai ce ne fosse ancora bisogno, di queste nuove conversioni sviluppate da BlitWorks, che come potete vedere dal voto a fondo pagina vanno a confermare l'eccellenza del prodotto di Polytron.

Il codice PlayStation 4 è naturalmente quello più riuscito, grazie anche alle piacevoli implementazioni incluse nel nuovo controller, ma potersi godere l'avventura su Vita ovunque ci si trovi e senza sacrificare troppo dettaglio grafico farà gola a molti possessori della console portatile.

Fortuna che in questo caso ci si mette di mezzo il cross buy: acquistando FEZ sul PSN infatti si ha diritto a scaricare il gioco per tutti e tre i sistemi a un prezzo di €9.99, mentre gli abbonati al servizio Plus possono ottenere uno sconto del 20%.

Insomma, tutti coloro che per qualche strana ragione non hanno mai messo piede nel mondo di Gomez, ora non hanno più motivo per lasciarsi scappare per l'ennesima volta questo piccolo capolavoro che, si spera, possa finalmente fare breccia nei cuori di alcuni giocatori che ormai da troppo tempo non vedono altro che sparatutto e titoli d'azione.

9 / 10

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Fez

iOS, PS4, PS3, Xbox 360, PlayStation Vita, PC, Nintendo Switch

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A proposito dell'autore
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Manuel Stanislao

Contributor

Manuel muove i primi passi nel mondo videoludico all’età di 8 anni, dopo essere rimasto stregato dal NES del vicino di casa. Nel 2010 entra a far parte di JAVS, per poi approdare ad Eurogamer nel tardo 2011 grazie a un'ignota congiunzione astrale.

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