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Horizon - review

Extraterrestre, vattene via…

L'ambientazione spaziale si è rivelata in varie occasioni un terreno decisamente fertile per il genere degli strategici 4X. Un esempio non troppo lontano nel tempo è Endless Space, che pur non essendo perfetto si è saputo creare un discreto seguito e a resistere ottimamente alla prova del tempo.

Su questo banco di prova si è ora cimentata L3O Interactive con il suo Horizon, con il dichiarato obiettivo di creare un'esperienza in grado di offrire i migliori momenti di Star Control 2, Master of Orion, Babylon 5 e altri nomi di rilievo della fantascienza.

Se avete già sbirciato il voto avrete capito che le cose non sono andate come nelle intenzioni degli sviluppatori, eppure Horizon non è un titolo che fallisce nel suo intento in quanto generalmente scialbo o poco ispirato, ed è anzi più ricco di buone idee di quanto si possa pensare.

L'inizio spiega con vari tutorial come navigare nello spazio, recuperando una sonda aliena che avvisa della presenza di una razza superiore che rappresenta una minaccia per tutte le razze. Già qui il gioco è a volte oscuro e costringe ad andare avanti e indietro tra alcuni menu per effettuare l'azione giusta.

Le prime capsule di colonizzazione atterrano su un mondo desertico. Per quanto spartani, questi intermezzi sono godibili e spezzano efficacemente il ritmo.

Recuperate le preziose informazioni e colonizzato Marte, tanto per capire come gestire i vari pianeti, è tempo di costruirsi una flotta e partire alla volta dello spazio sconosciuto. Nonostante le prime fasi siano dedicate alla razza umana, è possibile scegliere altre fazioni con le proprie caratteristiche e peculiarità.

"La caratterizzazione non impressiona particolarmente e segue canoni fin troppo prevedibili"

La caratterizzazione non impressiona particolarmente e segue canoni fin troppo prevedibili, tra razze dedite alla scienza, alla conquista o con altre tendenze ben precise. Tutto è come da copione: l'alieno di roccia bellicoso, gli esseri acquatici che sembrano saraghi troppo cresciuti, e via di seguito.

Artwork e modelli relativi alle razze sono ugualmente spartani quanto a realizzazione, e anche se non determinanti ai fini delle meccaniche di gioco, si fanno notare comunque per una certa piattezza. Horizon tenta comunque di giocarsi la partita altrove, più che altro nella profondità del gameplay come si addice a uno strategico.

Lo sviluppo generale delle partite non differisce particolarmente dagli altri esponenti del genere. Ci sono flotte da costruire, mondi da colonizzare e gestire, navi da studiare, ricerche da portare avanti. Le astronavi possono essere personalizzate in vari modi, fino ai singoli moduli da montare, ma anche in questo caso la profondità che caratterizza il sistema si perde in un'interfaccia piuttosto ostica e poco intuitiva da navigare.

La colonizzazione galattica risulta spesso troppo monotona.

L'albero tecnologico è effettivamente differente da quello di molti titoli concorrenti, e permette di gestire le ricerche in vari campi. Spesso gli avanzamenti tecnologici arrivano però a gruppi e gli effetti o le nuove possibilità aperte da una certa conquista non sono immediatamente chiari. Di contro, la gestione delle colonie è però abbastanza chiara nonostante le opzioni a disposizione non siano proprio pochissime.

"Ricade nel canonico anche la famigerata diplomazia, un'equazione irrisolta per il genere"

Ricade nel canonico anche la famigerata diplomazia, che a quanto pare resta un'equazione irrisolta per il genere. Come accade anche in strategici ben più blasonati (Civilization, tanto per citare un peso massimo), la differenza tra una pace apparentemente stabile e una guerra inspiegabile sta in una schermata in cui il leader alieno di turno ha deciso di informarci che la nostra presenza nella galassia non è più gradita.

Forse servirebbe quasi un gioco a sé stante per rendere al meglio un aspetto così complesso, fatto sta che da questo punto di vista siamo ancora ancorati a difetti che cominciano ad avere una certa età e che non sarà Horizon a vantarsi di aver risolto.

Due dei punti di forza dello strategico di L3O sono invece il combattimento e il modo in cui l'evoluzione della colonizzazione galattica viene presentata al giocatore. Il primo tenta giustamente di movimentare l'azione, permettendo di controllare le navi coinvolte negli scontri in un dato settore.

L'albero tecnologico è ricco e, a dispetto delle apparenze, facile da apprendere. Il problema è che non si hanno molte indicazioni su natura e applicazioni delle scoperte.

L'orientamento delle astronavi risulta fondamentale, in quanto gli scudi sono divisi in varie sezioni. Esporre il lato "intatto" al nemico è quindi una tattica saggia, così come concentrare il fuoco per arrivare allo scafo del vascello bersaglio. Anche in questo caso, pur a fronte di una realizzazione tecnica sufficiente, è l'eccessiva macchinosità a rovinare le buone intenzioni del team di sviluppo.

"All'aumentare del numero di vascelli coinvolti i turni diventano eccessivamente laboriosi"

L'azione su schermo non va oltre alcune icone stilizzate, e all'aumentare del numero di vascelli coinvolti i turni diventano eccessivamente laboriosi. È possibile delegare all'IA il compito di gestire lo scontro, un'opzione teoricamente molto gradita in caso di forze palesemente a nostro favore. Anche nel caso di una battaglia scontata sulla carta, lo svolgimento richiede ugualmente diversi minuti nel migliore degli scenari.

L'ultimo tentativo di aggiungere un po' di pepe al tutto sono gli intermezzi che scandiscono eventi particolarmente importanti o aggiornamenti. Il notiziario intergalattico permette di tenere traccia delle razze più avanzate o di altri elementi simili, e le colonizzazioni di nuovi pianeti o altri eventi sono mostrati con brevi sequenze come l'atterraggio di capsule sulla superficie. Cose di poco conto, anche stavolta non realizzate propriamente in modo impeccabile, ma gradite per spezzare il ritmo di un titolo che si rivela spesso più statico del necessario.

In chiusura, Horizon non si discosta troppo dai canoni del genere ma osa comunque in diverse occasioni nel modo giusto. È un peccato che ad affossare il tutto sia la realizzazione tecnica ai limiti dell'amatoriale, non tanto per la presentazione grafica trascurabile ma per l'interfaccia inutilmente complicata.

5 / 10