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Infested Planet - review

Vengono fuori dalle fot... ci siamo capiti.

"Perché non prendiamo infinite schiere di alieni, imbastiamo alla meglio una trama amalgamando un pizzico di Starship Troopers con un pochino di Strarcraft e aggiungiamo al tutto meccaniche da RTS e tower defense?".

Depredato della poesia propria del processo creativo, potrebbe essere stato questo il pensiero alla base di Infested Planet, parto del piccolo studio indipendente Rocket Bear Games.

Fedele al proprio nome, Infested Planet racconta infatti dell'infestazione di un pianeta da parte di una prolifica razza aliena di organismi biologici altamente evoluti ma controllati da una mente alveare (qualcuno ha detto Zerg?).

Sarà compito del giocatore opporsi ad essa sfruttando le risorse tecnologiche a propria disposizione, nel tentativo di salvare il salvabile ed estinguere la minaccia. Sul piano narrativo il gioco non esalta, nonostante gli sforzi di raccontare l'evolversi delle vicende attraverso i brevi dialoghi testuali e qualche colpo di scena.

Gruppi di queste dimensioni non sono una minaccia per un manipolo di soldati.

Le missioni principali sono 17, affiancate da 11 incarichi secondari che nelle intenzioni degli autori hanno lo scopo di fornire un pizzico di varietà e più risorse ai giocatori. Al termine di ciascuna missione vengono infatti elargiti dei fondi, necessari al potenziamento delle strutture e delle unità da impiegare sul campo, oppure usati per acquisire power-up temporanei. Arrivare in fondo snobbando questa componente è piuttosto arduo, anche perché ad ogni missione la difficoltà crescerà sensibilmente.

"La grafica 2D è funzionale ma piacevole, e il motore riesce a muovere grandi quantità di avversari"

Infested Planet è a tratti davvero impegnativo. Questa sensazione potrà non risultare immediatamente evidente, perché ce ne si accorge mano a mano che ci si inoltra nella parte bassa della griglia di selezione delle missioni, in un crescendo che culmina nella numero 17, probabilmente la più sadica di tutte.

In una missione tipo dovremo impegnarci su tre fronti: usare i nostri soldati per respingere le ondate di alieni che tenteranno di impossessarsi dei punti di controllo in mano nostra, potenziare il nostro esercito e catturare a i punti avversari.

È proprio da questi ultimi che vengono generate le unità del nemico e se è vero che distruggendo le strutture sopra di essi interromperemo le costanti ondate di alieni, lo è anche che in questo modo innescheremo i meccanismi difensivi del nemico che evolverà istantaneamente nuove e letali caratteristiche per contrastarci.

La situazione è pronta ad esplodere.

Ciò significa che anche quando la vittoria sarà a portata di mano dovremo sudare e ingegnarci per annientare le rinnovate difese aliene.

"Le personalizzazioni, tante e varie, aiutano a rendere diversa ciascuna partita"

Per fortuna, a questi inconvenienti si può rispondere con il potere della scienza. Le migliorie che si acquistano fra una missione e l'altra ci permetteranno di costruire tramite i BP (la risorsa garantita dai punti di controllo) torrette d'assalto, hangar da cui lanciare attacchi aerei, strutture che rigenerino la salute dei nostri uomini e molti altri ritrovati bellici.

I soldati stessi possono evolversi in più letali fucilieri, scout e ufficiali o, perché no, imbracciare un lanciafiamme, molto efficace dalla corta distanza. Difficilmente avremo a disposizione abbastanza risorse per potenziare completamente sia le truppe che le strutture e saremo costretti a trovare un compromesso o, al limite, a sacrificare un aspetto in favore dell'altro.

Le personalizzazioni di Infested Planet sono tante e varie e conducono ad opzioni tattiche che aiutano a rendere diversa ciascuna partita. Le missioni, invece, non godono purtroppo di altrettanta varietà.

Il dettaglio di due basi aliene e relativi abitanti.

Quelle principali provano ad offrire variazioni sul tema sfruttando alcuni cliché presi dagli RTS, come i familiari archetipi "scorta il convoglio" o "resisti N minuti", ma sono le missioni secondarie a risultare un po'troppo sotto tono.

"La difficoltà cresce sensibilmente ad ogni missione"

Queste si riducono infatti a fornire un'esperienza piatta, senza variazioni di rilievo, volta principalmente ad accumulare abbastanza valuta da acquistare i potenziamenti e non si rivelano un'aggiunta efficace nel contesto della campagna. Anche perché, se proprio ci si volesse concedere una partita veloce, c'è la modalità Skirmish che offre proprio la possibilità di catapultarsi immediatamente nel vivo dell'azione.

Le interessanti missioni settimanali migliorano la situazione, con tre incarichi di difficoltà crescente che mutano periodicamente e che mettono in competizione i giocatori di tutto il mondo grazie ad un sistema di classifiche integrato con cui i migliori disinfestatori del pianeta potranno mettersi in mostra.

Il comparto tecnico, come avete in parte modo di verificare dalle immagini a corredo dell'articolo, convince. La grafica 2D oltre ad avere uno stile piacevole è funzionale ed evidentemente digeribile da quasi ogni PC esistente. L'engine riesce poi a muovere grandi quantità di avversari, senza le quali gran parte dell'appeal del gioco andrebbe perduto.

Tutte le missioni della campagna del gioco.

Solo discreta, invece, la colonna sonora. I brani proposti accompagnano bene le partite ma senza entusiasmare e senza risultare memorabili. In prospettiva, considerando le scarse dimensioni del team di sviluppatore e la natura indie del titolo, si tratta di una pecca secondaria, sebbene comunque presente.

Infested Planet è attualmente proposto su Steam a €13.99. Nel caso foste indecisi sullo spendere o meno questa cifra sappiate che il gioco potrebbe essere proposto ad un paio di euro in più e risultare comunque un buon affare. Probabilmente non sarà il gioco della vostra vita, ma si tratterà comunque di un valido acquisto.

7 / 10

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A proposito dell'autore
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Matteo Tabai

Contributor

È un ragazzo abbastanza alto, appassionato di videogiochi, musica, montagna e buon cibo. Onnivoro sia a tavola che con un controller in mano, ha l'assurda pretesa di fare dei videogames la sua professione. Chi vivrà, vedrà.

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