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Bound by Flame - review

Il potere delle fiamme contro non morti e demoni. Meglio di niente!

Che cosa manca al parco titoli per PlayStation 4? A seconda dei gusti o dell'obiettività la risposta potrebbe variare molto, ma quello che personalmente stavo aspettando era un gioco di combattimenti all'arma bianca, magari con un po' di esplorazione. Qualcosa che assomigliasse a Demon's Souls, Kingdom of Amalur, Gothic, The Witcher, Fable, non importa! Bastava che fosse una bella avventura in cui squartare i propri nemici.

Bound by Flame prometteva di essere proprio questo. Realizzato dai francesi Spiders, già responsabili di titoli quali Of Orcs and Men e Mars: War Logs (se non ve li ricordate ci sarà un perché), racconta la storia di un mercenario che finisce invischiato nella solita lotta tra il bene e il male, in cui la posta in gioco come sempre è la sorte del mondo e di tutti gli individui che lo popolano.

Forse la cosa migliore è andare dritti al punto. Immaginate un Kingdom of Amalur ma con un aspetto grafico molto più "drammatico" e serio, senza il bottino generato casualmente, con meno scenari, senza esplorazione e con un numero minore di abilità a disposizione. Per rendere più appetibile questa immagine potete aggiungere al piatto una trama con un paio di ramificazioni e una difficoltà calibrata in modo da spremere al massimo i giocatori con una certa esperienza. Non vi sembra molto?

Purtroppo questo è quasi tutto quello che può offrire Bound by Flame. Proprio come nel summenzionato titolo di EA di un paio di anni fa, il protagonista affronta i combattimenti poggiandosi su tre pilastri ben definiti e diversi tra loro, ovvero l'uso di un'arma a due mani spropositata per l'attacco brutale, il combattimento con due daghe per gli attacchi furtivi o i combattimenti più dinamici e all'insegna dell'agilità e infine gli incantesimi legati al fuoco di cui sopra.

Come fa a stare su quel corpetto? Che domande, con la magia.

Ognuna di queste specialità è personalizzabile guadagnando esperienza e livelli, spendendo poi i punti così ottenuti in altrettanti "alberi" che contengono sia abilità nuove che potenziamenti a quelle esistenti, un approccio pratico ma ben poco spettacolare. In ogni caso, la corretta alternanza tra le tre discipline determina il successo nel corso dei combattimenti, tutti all'insegna dell'estrema difficoltà.

"Immaginate un Kingdom of Amalur graficamente molto più 'drammatico' e serio"

Questa è l'unica vera caratteristica di spicco di un gioco che è in grado di mettere in crisi anche i giocatori più pratici. Al livello standard Bound by Flame inizia con combattimenti subito impegnativi: uno dei primi mostri da affrontare è uno zombi senza un braccio che è perfettamente capace di spezzarci le corna.

Dopo averlo sconfitto con una lunga serie di fendenti, parate, schivate e contrattacchi (le magie arrivano solo in un secondo momento) viene naturale chiedersi cosa sarebbe successo se si fosse presentato suo cugino, quello dotato di ben due braccia.

Le cose ben presto peggiorano (o migliorano, a una sana sfida non si dice mai di no) perché il gioco si preoccupa subito di metterci in mezzo a scontri con più nemici in cui qualcuno ci lavora ai fianchi mentre i suoi amici ci bersagliano da lontano e tutti assieme ci tengono occupati aspettando il bestione lento che potrà così spalmarci sul terreno.

La ruota dei comandi interrompe l'azione e paradossalmente è più comoda della selezione rapida perché spesso ci permette di riflettere e prendere fiato in combattimento.

In ogni combattimento siamo virtualmente costretti a usare tutte le armi del nostro arsenale, compresi gli apparentemente inutili colpi della balestra e le trappole esplosive. Un ulteriore aiuto ci viene dal compagno controllato dall'intelligenza artificiale, selezionabile tra cinque individui molto diversi tra loro: la maga malvagia e poco vestita, il guerriero nerboruto col suo spadone, l'elfo elegante armato di arco e frecce, la fanciulla che ci può curare... un po' stereotipati, in effetti, si salva solo il non morto che picchia e lancia le magie.

"I combattimenti di Bound by Flame sono subito impegnativi anche al livello standard"

Per la maggior parte i compagni servono a intrattenere i nemici e a morire al posto nostro mentre noi ne malmeniamo altri, ma occasionalmente possono dimostrarsi più utili e possiamo anche scegliere il loro approccio in battaglia.

Da questo punto di vista Bound by Flame è un gioco estremamente tecnico e portarlo a termine anche solo a un livello intermedio è impresa non da poco. Purtroppo al di fuori dei combattimenti lo scenario è assai povero e il quadro complessivo è quello di una produzione a basso budget.

I programmatori fanno i salti mortali per nasconderlo ma la coperta è invariabilmente troppo corta: possiamo personalizzare il nostro alter ego digitale ma le opzioni a disposizione non sono che una dozzina, veniamo allettati da un sistema di creazione degli oggetti che però si limita a darci la possibilità di realizzare dardi, trappole e pozioni oppure elaborare l'equipaggiamento aggiungendo dei modificatori al danno o alla difesa e che si manifestano graficamente come aggiunte vere e proprie (spalline, pomelli, guardie, ginocchiere), aggiunte che però finiscono per impiegare sempre gli stessi modelli.

Infine, i nemici da affrontare sono sempre gli stessi: ci sono gli zombi con il loro numero variabile di braccia, ci sono strani tuberi volanti, un po' di demoni, donne mostruose a sei arti (queste usate davvero alla nausea alla fine del gioco) e ben poco altro, il tutto copiato e incollato costantemente nei livelli: picchiare nell'ultimo livello le stesse creature incontrate all'inizio del gioco è abbastanza demoralizzante.

"Possiamo personalizzare il nostro alter ego digitale, ma le opzioni a disposizione non sono che una dozzina"

Gli sviluppatori provano anche a giocare la carta Dragon Age, spezzando il ritmo dell'avventura (un recensore maligno direbbe 'allungando il brodo') con missioni secondarie quali recupera l'oggetto, parla con il tizio o visita quel luogo e soprattutto sommergendoci con una sequela infinita di dialoghi (solo in inglese, sottotitolati).

In alcuni casi queste conversazioni possono generare biforcazioni nella trama, di solito perché il nostro personaggio è costantemente tirato da due parti, tra la sua natura mortale e l'influenza del demone che lo possiede ("Bound by Flame" perché all'inizio del gioco incappiamo in un rituale e veniamo letteralmente invasi da un essere demoniaco che ci permette di controllare le fiamme).

Dimostrandoci leali, disposti al sacrificio, parcheggiando dentro gli appositi spazi e consegnando gli articoli in tempo manterremo la nostra natura umana, mentre comportandoci in maniera sprezzante, ignorando le richieste di aiuto, viaggiando sull'autobus senza biglietto e messaggiando con il cellulare al cinema daremo spazio al demone che è in noi, cosa che influenzerà anche il nostro aspetto e le nostre capacità.

Ma gli zombi non dovrebbero essere delle creature scoordinate e goffe? Questo con una mazza ferrata gigante e ben due scudi non lo è di certo.

Il coinvolgimento però è mitigato dal fatto che i personaggi non brillano per carisma o simpatia (il migliore è forse il non morto che narra il gioco e ci accompagna) e da altri piccoli fattori: per esempio i menu un po' confusionari, contraddistinti da un sovrannumero di schede, o il fatto che il gioco si preoccupi di chiedere il nostro nome all'inizio dell'avventura per poi insistere a chiamarci comunque Vulcan (tipico nome fantasy). Grazie per l'interessamento!

"La maggior parte delle decisioni prese in realtà non influenza davvero la trama"

Ciliegina negativa sulla torta, la maggior parte delle decisioni prese in realtà non influenza davvero la trama. Vuoi liberare la maga cattiva? Non la vuoi liberare? Non importa, tanto va a finire nello stesso modo.

Dal punto di vista tecnico, Bound by Flame sembra semplicemente un gioco per PS3 in risoluzione un po' più alta, texture non particolarmente definite, modelli poligonali passabili e animazioni non troppo ispirate. Anche la colonna sonora, che pure punta sul nome di Olivier Derivière (Remember Me ma non solo) è ampiamente dimenticabile

Ovunque si cerchi non c'è traccia di "next gen", e l'unica concessione alle caratteristiche tipiche della PS4 riguardano l'uso del touchpad, che funziona da pulsante aggiuntivo o come scorciatoia (superflua) per alcuni comandi, e il fatto che la luce del pad brilla sempre di rosso, lampeggiando quando si sferra un colpo critico.

Ed ecco una situazione tipica di Bound by Flame, il caratteristico cespuglio di cazzotti. Finirci in mezzo porta invariabilmente guai.

Anche le possibilità offerte al giocatore sono limitate: si può scegliere il livello di difficoltà ma la cosa si ferma lì. Non c'è alcuna modalità multigiocatore o online, cosa che in fondo non mi dispiace nemmeno.

La parola che viene in mente pensando a Bound by Flame è "delusione". Potevamo vivere un'avventura coinvolgente, un gioco di combattimenti profondo con situazioni spettacolari, invece abbiamo un gioco impegnativo ma corto (cinque capitoli che possono essere coperti in tre o quattro giorni), un intreccio superficiale e un po' banale, personaggi bidimensionali e meccaniche appena accennate, con l'eccezione dei combattimenti. Se fosse stato un download da una ventina di euro...

6 / 10

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Bound by Flame

PS4, PS3, Xbox 360, PC

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A proposito dell'autore
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Marco Auletta

Contributor

Venticinque anni passati a perder tempo con i videogiochi, per lavoro ma anche perché un po' gli piacciono. Ha un'opinione su tutto e sicuramente finirà per farvela conoscere.
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