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Inflexion Point Capital vuole dare nuova vita ai videogiochi giapponesi

Gli studio nipponici sono indietro di dieci anni, secondo il fondatore Kevin Lim

Inflexion Point Capital è un'azienda fondata da Kevin Lim che si pone come obiettivo quello di far riprendere ai videogiochi giapponesi l'importanza che avevano un tempo.

"Abbiamo perso dieci anni, in Giappone" ha affermato Lim a Gamesindustry.biz, spiegando però che c'è ancora una forte richiesta di giochi giapponesi in tutto il mondo.

Per questo ha creato la società, con lo scopo di cercare nuovi talenti e proposte interessanti da finanziare e portare al successo.

L'idea è quella di svolgere un ruolo simile al publisher, ma senza contratti restrittivi o alte richieste finanziarie, anzi, afferma Lim, l'intenzione è di rendere gli studio autosufficienti il prima possibile.

Ad aiutare lui e il suo staff nell'impresa ci sarà l'ex Capcom e attuale CEO di Comcept Keiji Inafune, che fornirà la sua consulenza nella valutazione dei progetti da finanziare.

"Vogliamo solo rimettere i creatori giapponesi di videogiochi di nuovo in pole position" ha spiegato Lim, "Abbiamo la netta sensazione che il Giappone abbia perso la spinta, non solo nel gaming ma in diversi campi dell'industria".

IPC si concentrerà principalmente sul mercato mobile, perchè ritiene sia il luogo in cui si avverrà la crescita maggiore, ma non esclude che in futuro possano essere considerate anche altre piattaforme.

L'azienda sarà ufficialmente operativa dal primo agosto.

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Avatar di Elio Cossu

Elio Cossu

Contributor

Morso da un C64 radioattivo in tenera età, si trasforma lentamente in un videogiocatore accanito e nerd di un certo livello. Lo si trova spesso a frugare tra i giochi indie alla ricerca di qualche perla nascosta.
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