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Risen 3: Titan Lords, un GDR tra rum e magia - review

Si torna a solcare i mari tra pirati, magia e vodoo.

Gli sviluppatori di Piranha Bytes si trovano di fronte ad un bivio: dopo aver perso i diritti di sfruttamento del marchio Gothic hanno provato a riaffermarsi con Risen, serie di giochi di ruolo piuttosto originale nelle tematiche, ma molto classica nell'impostazione. Anzi, Risen 2: Dark Waters fu contestato dai fan per un approccio troppo poco hardcore, studiato per cercare di attirare un pubblico un po' più ampio e meno intransigente.

Il tentativo non fu un completo successo e ora tocca a Risen 3: Titan Lords provare a mediare tra queste due anime nella speranza di trovare una nuova affermazione non solo nei forum specializzati, ma anche nei negozi. L'impressione è quella che agli sviluppatori tedeschi le cose stiano sfuggendo un po' dalle mani, per via di un genere mai così dinamico come negli ultimi anni, con da una parte CD Projekt RED che dal nulla sta creando una serie da blockbuster capace di polverizzare qualsiasi concorrente dal punto di vista tecnico, scenico ed artistico e dall'altra BioWare che forte del suo pedegree decennale e della protezione di EA si sta apprestando a rilanciare in grande stile la serie di Dragon Age.

Risen 3: Titan Lords, infatti, affianca diverse idee ancora fresche ed originali, forse per il loro essere vecchia scuola, con una struttura tecnologica che comincia a mostrare fortemente i suoi limiti e il budget limitato. Dietro una patina piuttosto piacevole da vedere e spettacolare, fatta di verdeggianti foreste tropicali e assolate spiagge, batte infatti lo stesso cuore dei precedenti episodi, con le medesime limitazioni nelle animazioni, nell'intelligenza artificiale, nella gestione della telecamera e nelle compenetrazioni.

Il sistema di combattimento rimane impreciso, ma grazie alle tante abilità non ne pagherete le conseguenze.

Questo limita fortemente l'appetibilità di un gioco che, ripetiamo, ha dalla sua tantissime idee davvero notevoli, che lo rendono comunque un'esperienza divertente e gratificante, una volta scesi a patti con le sue limitazioni e imposizioni.

Risen 3: Titan Lords, come i suoi predecessori, parte in maniera lenta e goffa per prendere progressivamente slancio e mostrare tutte le sue qualità. Il protagonista di questo terzo capitolo non è più l'eroe senza nome che abbiamo interpretato in passato, ma un giovane pirata, figlio di Barba Argentata.

Durante una delle sue avventure viene attaccato un un gruppo di creature oscure e perde la vita. Un ottimo inizio, penserete. Fortunatamente Bones, uno dei personaggi incrociati nei precedenti episodi dedito al vodoo, riporterà il suo corpo in vita, ma non in maniera perfetta. La sua anima, infatti, è rimasta imprigionata nell'aldilà.

Questo darà il via ad un lungo viaggio per i mari, alla ricerca delle conoscenze necessarie per riunire le due parti del protagonista e, perché no, salvare il mondo nel frattempo. Le terre attraversate sono pressoché quelle visitate in Risen 2, solo che questa volta sono emerse due nuove fazioni: i Guardiani e i Cacciatori delle Ombre.

Piranha Bytes è riuscita a nascondere la sua vecchia infrastruttura sotto uno strato notevole di dettagli.

Le prime ore di gioco ricorderanno in maniera piuttosto fedele Risen 2: il protagonista partirà completamente all'oscuro di ogni forma e tipo di abilità e solo accumulando gloria potrà migliorare uno dei suoi attributi, in grado di conferirgli non solo maggiore abilità con le armi, ma anche la capacità di avere la meglio grazie solo all'uso della parola, alla sottile arte delle minacce fisiche o al vodoo.

Già questo tipo di approccio consente, lentamente, di apprezzare il gameplay di Risen 3: Titan Lords. Per completare una missione potrete quasi sempre scegliere come proseguire, se spaccando il cranio a chiunque, provando a parlamentare o usando una delle strane magie vodoo, che consentono di impossessarsi delle persone o di addestrare delle scimmie in modo che si intrufolino in luoghi inaccessibili rubando quello che ci serve.

Dopo alcune ore, però, sarete costretti a scegliere da fazione farvi aiutare. Questo vi conferirà diverse nuove abilità, utili principalmente in combattimento. I Cacciatori sono guerrieri fortissimi con le spade e in grado di lanciare alcuni incantesimi di attacco o buff per delle statistiche. I guardiani, invece, sono potenti maghi che utilizzano i poteri dei cristalli per scatenare gli elementi. Il loro modo di combattere potrebbe ricordare quello dei Monaci di Diablo III, ma posseggono anche magie dall'effetto più ampio.

Una volta scelta la fazione non solo la storia si dividerà in due, ma il vostro personaggio combatterà in maniera diametralmente opposta, mostrando sul suo corpo i segni della vostra decisione. Grazie alle nuove capacità si sfugge dallo schema spada-parata-pistola e si riuscirà a mettere in campo tutta una serie di evoluzioni più complesse e spettacolari.

Peccato che, come dicevamo, poi ci si scontri con i limiti tecnici del gioco e i nemici si muoveranno come automi verso di voi, attaccando uno alla volta con animazioni approssimative che non aiuteranno particolarmente a capire quando parare e quando colpire. Le lunghe animazioni, oltretutto, renderanno difficile, soprattutto all'inizio, anche colpire perché lasceranno ampi varchi scoperti per il contrattacco avversario.

Come se non bastasse, acquisendo maggiore mobilità vi renderete conto che la telecamera spesso non riuscirà a starvi dietro, finendo dopo poche schivate ad inquadrare ampie porzioni vuote dello scenario. Un po' di allenamento e soprattutto un personaggio sufficientemente avanzato vi aiuteranno a non avere grossi problemi durante questi scontri, ma nelle prime ore la frustrazione potrebbe essere dietro l'angolo.

Una cosa del genere vale anche per la componente ruolistica del gioco. Potrete decidere come agire, se avventatamente, d'astuzia o usando la parlantina, peccato che il gioco faccia fatica ad adattarsi alle vostre azioni. Se verrete scoperti a rubare basterà sconfiggere l'accusatore per non avere grosse conseguenze. Anche nel caso in cui verrete sconfitti, comunque, non vi succederà nulla, la refurtiva rimarrà nelle vostre tasche e dovrete solo cedere un po' di Gloria.

Inoltre il sistema è sempre un po' troppo rigido e non ammette "zone di grigio". Una serratura con difficoltà a 40 sarà sempre aperta da uno con 41 in destrezza, ma uno con 39 non potrà nemmeno tentare.

Diversi scorci sono molto evocativi e spettacolari.

Superate però le prime fasi, nelle quali verrete sconfitti anche dai polli giganti, Risen 3: Titan Lords comincia ad ingranare e vi regalerà diverse ore di divertimento tra tesori da trovare, strambe abilità da imparare, mostri da combattere, gare a braccio di ferro, bevute, lancio dei coltelli e missioni da completare.

I dialoghi sono scritti bene e spesso strappano un sorriso, l'ambientazione è affascinante e originale e la storia si lascia seguire e offre persino alcune sorprese. Il team è ambizioso, ma si vedono le sue limitazioni negli essenziali filmati o nelle missioni di intermezzo. Dopo aver giocato a Black Flag e a The Witcher 2 è difficile tornare indietro. Il rovescio della medaglia è che il gioco gira discretamente anche su hardware non all'ultimo grido, come alla fine sono anche Xbox 360 e PS3.

Risen 3: Titan Lords è sicuramente un gioco destinato a interessare gli amanti della serie di Piranha Bytes, dato che ripropone l'originale gameplay di Risen 2, unito ai bivi del capostipite e alle magie di Gothic, ma potrebbe scontentare coloro che sono alla ricerca di un gioco moderno caratterizzato da determinati valori produttivi, come una certa cinematograficità o un gameplay pulito e viscerale.

Scesi a patti con la sua natura, però, Risen 3: Titan Lords mostra le sue qualità, tra una bottiglia di grog e una scimmietta cleptomane.

7 / 10

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In this article

Risen 3: Titan Lords

PS3, Xbox 360, PC

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Luca Forte

Contributor

Luca si divide tra la gestione del ruspante VG247.it e l'infestare Eurogamer con i suoi giudizi sui giochi sportivi, Civilization, Fire Emblem, Persona e Football Manager. Inviato d'assalto, si diverte a rovinare le anteprime video dei concorrenti di tutto il mondo in modo da fare sembrare le sue più belle.

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