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Wasteland 2: old school fino al midollo - review

Il 'seguito' di Fallout che gli appassionati di RPG hardcore stavano aspettando.

Se siete appassionati di RPG old school e all'epoca avete mal digerito la trasformazione di Fallout 3 in un titolo open world in soggettiva, il momento della vostra riscossa è finalmente arrivato. Wasteland 2 è infatti l'erede più diretto che la saga di Fallout potesse desiderare: visuale isometrica, pochi fronzoli, nessuna concessione al mercato di massa e tanto, tanto gameplay. Un gioco che ci riporta indietro a quei fantastici anni in cui il gaming su PC era una cosa seria, i dialoghi contavano, i nemici uccidevano davvero e gli obiettivi delle missioni non erano segnalati da un colossale punto esclamativo luccicante...

Per riuscire a portare sul mercato di oggi un titolo così hardcore, Brian Fargo (creatore originale della serie) è dovuto ricorrere alla piattaforma di auto-finanziamento offerta da Kickstarter, raccogliendo in poche settimane la notevole cifra di quasi 3 milioni di dollari e dimostrando ad un'industria sempre più piagnona quello che è possibile fare con un budget che è circa un duecentesimo di quello che ha avuto Destiny.

Intendiamoci: basta superare la schermata iniziale del gioco per capire che i valori di produzione dei famigerati "tripla-A" sono lontani. L'aspetto estetico di Wasteland è infatti abbastanza spartano (ma non "brutto"), solo una piccola percentuale dei dialoghi è doppiata, sono del tutto assenti le cut-scene in stile cinematografico e così via. Ma è sufficiente giocare una mezz'ora per ricordarsi che questi aspetti di contorno non sono poi così importanti in un videogame. Quello che conta, alla fine, è l'esperienza di gameplay. E qui ce n'è da vendere.

A livello grafico, Wasteland 2 è onesto ma di certo non ambizioso. Guardando il lato positivo, questo significa che può girare piuttosto bene anche su hardware relativamente modesti.

Wasteland 2 riprende la narrazione lì dove l'aveva interrotta il suo ormai antico predecessore: siamo ancora nell'Arizona post-atomica e apparteniamo al corpo dei Desert Ranger, che a tutti gli effetti rappresentano l'ultimo baluardo dell'umanità civilizzata. Dopo un brevissimo filmato iniziale (con attori in carne ed ossa, in pieno stile vintage), dovremo creare un party composto da quattro personaggi, scegliendone attributi e caratteristiche da un elenco decisamente ricco, che costringe (orrore!) a leggere con attenzione tutte le descrizioni e concentrarsi almeno una manciata di minuti per distribuire i propri punti.

Pochi istanti ancora e dovremo già lanciarci nella nostra prima missione: una torretta radio ha infatti inviato un messaggio sospetto e il Generale Vargas, capo carismatico dei Desert Ranger, invierà noi, una semplice squadra di matricole, a indagare sul caso. Da qui in poi avrà inizio un'esperienza profonda e difficile, un GdR "vero" come pochi ne abbiamo visti negli ultimi anni, colmo di dettagliate descrizioni testuali come un'avventura d'annata e in cui le scelte che compiamo contano davvero.

Lo stile del gioco è classico che più classico non si può: l'unica concessione alla modernità è la presenza di un mondo isometrico poligonale, che consente dunque di ruotare e zoomare in qualsiasi momento l'area di gioco. Il resto dell'ossatura è indubbiamente quello dei primi Fallout: mappa del mondo esplorabile liberamente, progressione non-lineare, sistema economico incentrato su una carenza quasi costante di ogni risorsa primaria, combattimenti a turni basati sulla griglia di movimento e sul sistema (praticamente perfetto) degli Action Points e una grande importanza all'impiego della giusta skill al momento giusto.

La mappa di gioco è esplorabile liberamente da subito. Attenzione però alle zone radioattive: senza un'adeguata protezione, possono fare molto male.

Mantenere un approccio ragionato è infatti fondamentale. In Wasteland 2, avanzare in zona nemica senza scansionare costantemente il territorio, tramite le apposite abilità di percezione, è sostanzialmente un suicidio. Non avere con sé un personaggio dotato delle giuste abilità sociali e di dialogo può complicare enormemente una missione. Ingaggiare uno scontro a fuoco senza avere la giusta preparazione e disposizione tattica può risultare in una disfatta da game over.

Sono tutte doti che di certo non sorprenderanno gli estimatori del Fallout originale (un gioco in cui il boss finale si poteva spingere al suicidio senza sparare un solo colpo), ma che raramente si riscontrano nei titoli moderni, e che senz'altro contribuiscono a configurare un'esperienza di gioco gratificante come poche.

In particolare, il sistema di combattimento è la vera stella: tra dozzine di armi appartenenti a categorie diverse (da impatto, da taglio, fucili, esplosivi, armi ad energia eccetera), effetti di stato, abilità di cura, dinamiche di copertura, skill tattiche (come la possibilità di saltare un turno per effettuare una "imboscata" al prossimo nemico che entrerà nel nostro raggio d'azione) e quant'altro, gli scontri di Wasteland 2 sono sempre tesi e appassionanti. Fino a risultare difficili o addirittura impossibili se si sceglie di pestare i piedi alla persona sbagliata nel momento sbagliato, scatenando un combattimento che la logica suggeriva invece di evitare. Non c'è rete di salvataggio in questo gioco: quando si sbaglia, si muore e si ricarica la partita.

I combattimenti sono molto tattici, difficili e gratificanti. Sfruttare le coperture e realizzare imboscate è essenziale per ottenere la vittoria: l'assalto frontale non è altrettanto efficace.

Purtroppo, in questo suo essere old-school, Wasteland 2 include anche alcuni elementi meno desiderabili dei giochi di un tempo. Come, per esempio, i bug. Nella nostra prova ne abbiamo incontrati diversi, a partire da semplici texture mancanti fino a cose più insidiose (e fortunatamente solo sporadiche): nemici che svaniscono nel nulla nel corso di uno scontro, scrolling della mappa che si blocca, dialoghi che non sembrano presentare alcuna opzione "d'uscita", veri e propri crash e così via.

Da notare anche la situazione della traduzione italiana, che allo stato attuale è ancora molto carente. Anche cambiando la lingua, numerose linee di testo rimangono comunque in inglese, per non parlare di quando la traduzione esiste ma è sbagliata. Un esempio su tutti: al momento la voce di menu "Target Frame Rate", per qualche singolare scherzo del destino, in italiano diventa "Marcio e Squallido".

Ovviamente molti di questi problemi sono dovuti, con ogni probabilità, al fatto che la versione da noi recensita non è ancora quella finale, ma ci pareva comunque giusto segnalarli: non ci è dato sapere, infatti, quanti e quali bug verranno rimossi per la release ufficiale.

Wasteland 2: il trailer di lancio.

Ci sono altri difetti in Wasteland 2? A voler essere pignoli, sì. L'area del mondo di gioco, per quanto ricca ed interessante, non è enorme; la storia è forse meno ispirata (e senz'altro meno originale) di quanto non lo fosse 15 anni fa quella di Fallout; alcuni combattimenti (specialmente quelli casuali con i predoni nel deserto) sono piuttosto ripetitivi e nel complesso traspare in modo abbastanza evidente che le restrizioni di budget non hanno consentito a Fargo di curare al 101% tutti gli aspetti e creare il nuovo grande classico degli RPG.

Ciononostante, Wasteland 2 rimane un titolo più che solido, un vero monolite di gameplay nonché un grande tributo a tutti gli appassionati di RPG hardcore. In poche parole, il progetto Kickstarter perfetto.

8 / 10

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Wasteland 2

PS4, Xbox One, PC, Mac

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Luca Signorini

Contributor

Luca gioca e scrive da quando ha scoperto le meraviglie del pollice opponibile. È giornalista ma soprattutto appassionato; non gli toccate Metroid, Stallone, i Black Sabbath e la carbonara e sarete suoi amici per sempre.
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