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Shadowgate, sfida aperta a Legend of Grimrock - review

Un dungeon crawler vecchia scuola.

C'era una volta Dungeon Master, gioco che chiunque abbia più di 30 anni ha sentito nominare almeno una volta. Per quelli che invece hanno passato infiniti pomeriggi in sua compagnia, riducendo il proprio Atari ST (o Amiga) ad una sorta di tostapane fumante, l'arrivo di The Legend of Grimrock - e dell'imminente seguito - è stato a suo tempo salutato con grida di giubilo.

Tali grida potrebbero ora ripetersi grazie a Shadowgate, che ha l'ingrato compito non solo di confrontarsi col titolo appena citato (oltre che fare da apripista al suo imminente sequel) ma anche col gioco originale uscito nel lontanissimo 1987 su Macintosh e reso poi famoso dalla versione NES.

Per chi non l'avesse mai sentito nominare, trattasi di un GdR appartenente alla categoria dungeon crawler, con visuale in soggettiva e meccaniche di gioco che richiamano le avventure grafiche del tempo che fu. Il giocatore non ha il controllo libero e diretto del protagonista ma può impartire semplici comandi come "Guarda", "Prendi", "Usa", Colpisci" e così via.

Nel titolo originale il giocatore veniva a trovarsi di fronte ad una lunga serie di schermate statiche, contraddistinte da una grafica scarna (ma neanche tanto per l'epoca) ma efficace. Ovviamente il tutto è stato rivisto con un restyling totale e il risultato finale è piuttosto soddisfacente. Oltre ad ambientazioni completamente ridisegnate e ricche di dettagli, questa versione moderna di Shadowgate propone anche personaggi ottimamente animati e splendidi da vedere.

Ogni singola azione va compiuta tramite i comandi in alto. Non potete prendere un oggetto o tirare una leva semplicemente cliccandoci sopra.

L'inizio dell'avventura è essenziale: una porta, un'arma base, una torcia e il mistero assoluto che circonda il maniero in cui state per addentrarvi. Un tutorial (opzionale) permette di prendere confidenza con le meccaniche di gioco che miscelano la risoluzione di puzzle ai combattimenti contro nemici di vario genere... e dimensioni.

Il tempo scorre col procedere delle azioni del giocatore, il che significa che se non vi muovete non succede nulla. Questa meccanica potrà sembrare un po' arcaica e troppo statica ai giocatori più moderni, ma chi ha vissuto i gloriosi anni '80/'90 non può non versare una lacrimuccia di commozione.

Ogni schermata ha un diverso numero di "punti d'interesse", ovvero di zone con cui è possibile interagire tramite i comandi descritti poc'anzi. Nella parte bassa dello schermo il testo descrive in maniera piuttosto dettagliata cosa si staglia di fronte a noi e rivela qualche minimo indizio su cosa fare per procedere. In sostanza Shadowgate può essere tranquillamente visto come l'anello mancante tra un gioco di ruolo moderno in stile Oblivion/Skyrim e un libro fantasy.

Molto spesso alcune delle interazioni non sono utili per procedere e alcune addirittura fanno guadagnare oggetti che raramente userete nel prosieguo dell'avventura ma, forse, è proprio la presenza di elementi così apparentemente superflui a rendere il gioco migliore. Questa libertà d'azione apparente dà la sensazione di poter decidere cosa fare, anche se in realtà non è così.

Nel caso non riusciate a trovare indizi o modi per uscire da una situazione, chiedete informazioni al vostro amico scheletrico... il teschio Yorick!

D'altro canto, seguendo la strada del "prendo tutto e subito" vi capiterà spesso di riempire il vostro limitato inventario e di doverlo di conseguenza svuotare di tanto in tanto per fare spazio a cose realmente utili alla risoluzione dei puzzle. A tal proposito, è possibile modificare la mappatura dei comandi in modo da rendere più immediate le azioni che vengono usate maggiormente. Può sembrare una caratteristica scontata ma così non è, e constatarne la presenza fa sempre piacere.

Il puntatore del mouse, invece, consente d'ispezionare oggetti o di muoversi verso un'altra location tramite un semplice doppio click. Purtroppo il team di sviluppo non ha previsto la presenza di fast-travel o cose simili, il che spesso costringe a muoversi da una parte a l'altra cliccando forsennatamente per raggiungere la location desiderata.

Va anche segnalato che alcuni puzzle non sono esattamente intuitivi ma il gioco farà sempre e comunque il suo dovere per instradarvi verso la direzione giusta. A volte tali suggerimenti sono fin troppo espliciti, il che potrebbe far correre un brivido di raccapriccio lungo la schiena degli avventurieri più navigati.

All'inizio è possibile scegliere tra diversi livelli di difficoltà, che differiscono tra loro per la quantità di tentativi a disposizione durante gli enigmi, la "qualità" dei suggerimenti offerti dal gioco e così via. Il consiglio che posso darvi è di selezionare la difficoltà massima solo nel caso abbiate già una certa confidenza con titoli del genere. In caso contrario non sentitevi in imbarazzo se sceglierete il livello più basso o quello intermedio: anche in questi due casi non sarà comunque una passeggiata, vista l'enorme quantità di modi in cui è possibile morire.

Shadowgate: il trailer di lancio.

A differenza di altri giochi simili (in realtà non è che ce ne siano poi così tanti), Shadowgate propone anche uno pseudo-combat system. Nel corso del gioco, infatti, si è chiamati a utilizzare uno scudo per evitare di finire arrostiti/folgorati/ecc. e un'arma con cui attaccare i nemici. Non aspettatevi niente che assomigli a Skyrim et similia però.

Detto questo, pur restando sulla soglia dell'Olimpo dei giochi da acquistare assolutamente, Shadowgate merita comunque attenzione sia per l'ottimo lavoro svolto dal team di (ri)sviluppo che per l'effettiva soddisfazione che si ricava giocandoci. Va detto che il prezzo di vendita di 19.99 è un pelo sopra le aspettative, ma se la vostra lista di titoli Steam si è assottigliata dopo l'abbuffata dei saldi, questo è comunque un buon modo per portargli nuova linfa. Prima di cliccare su "Acquista", però, tenete presente che il gioco è totalmente in Inglese, sottotitoli compresi.

7 / 10

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Shadowgate

PC, Mac

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Daniele Cucchiarelli

Contributor

Lavora nel giornalismo videoludico da oltre 20 anni. Anche se tutti quelli che lo conoscono gli hanno consigliato di "trovarsi un lavoro serio", resta sempre fedele al suo primo amore.
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