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Resident Evil Revelations 2, l'orrore si rinnova - prova

Un duo tutto femminile a caccia di non morti.

Milano - Gli spin-off di Resident Evil sono veramente tanti, alcuni riusciti solo a metà, altri capaci di guadagnarsi le attenzioni del pubblico e incominciare a vivere di vita propria. A quest'ultima categoria appartiene la serie Revelations che, dopo un primo apprezzato capitolo uscito prima su 3DS e poi su console fisse, arriva ora con il secondo episodio pensato direttamente per le piattaforme che abbiamo di fianco al televisore.

Grazie ad un invito di Halifax, il distributore nostrano, abbiamo potuto mettere le mani su una build del titolo in anteprima, e vedere come se la cava la nostra Claire Redfield nella sua ultima avventura.

Il gameplay del titolo sembra basato sul dualismo tra le due protagoniste, diverse sia dal punto di vista della sceneggiatura, che soprattutto da quello delle abilità che offrono al giocatore. Claire è chiaramente la più esperta delle due, del resto ne ha visti di non morti in tutti questi anni di servizio, e dopo pochi minuti diventa il braccio armato del dinamico duo.

Ad affiancarla troviamo Moira Burton, più giovane, più impaurita, ma non per questo meno utile, visto che già dalle prime battute si fa apprezzare con la sua torcia ed il piede di porco, entrambi oggetti molto utili nell'esplorazione della prigione di partenza.

I braccialetti al polso delle protagoniste cambiano colore con il loro livello di paura, una meccanica che vorremmo approfondire.

Partiamo dietro le sbarre infatti, in un sotterraneo di un non meglio identificato complesso carcerario che vede le nostre due protagoniste catturate da non si sa bene chi, anzi, sappiamo che è una voce femminile quella che ci sbeffeggia dall'interfono, ma non sono chiari i suoi obiettivi così come non sappiamo se sia da sola e a che gioco stia giocando.

Non c'è molto tempo per fermarsi a riflettere su queste domande, e allora si incomincia a muoversi guardinghi tra scaffali e stanze abbandonate, nelle quali compare qualche cadavere qua e là come da tradizione, e come da tradizione ogni volta si ha paura che riprenda vita proprio all'ultimo momento per saltarci addosso.

All'inizio l'esplorazione è piuttosto semplice, ci si muove alla ricerca di chiavi per aprire le porte e solo dopo qualche stanza appaiono i primi esseri mutati (non proprio zombie, in effetti) e subito è evidente la necessità di risparmiare sulle munizioni, non semplicissime da recuperare, così come le iconiche piantine verdi salvavita scarseggiano.

Il sistema di controllo permette di puntare alla testa dei nemici abbastanza agilmente, e nel caso questi venissero troppo vicini c'è sempre un attacco fisico per guadagnare spazio di manovra, anche se sul fronte dei movimenti siamo ancorati ad un'impostazione vecchiotta.

Dal punto di vista dell'atmosfera ci possiamo dire soddisfatti, anche se l'ambientazione è piuttosto canonica.

Claire e Moira sono abbastanza legnose quando camminano, ma in realtà è qualcosa a cui gli appassionati della serie sono abituati e che ha anche i suoi sostenitori, e alla fine il gioco sembra costruito proprio attorno a questa particolare mobilità, senza mai sopraffare il giocatore con i nemici e ammantandosi di un'atmosfera romanticamente retrò.

Anche le dinamiche tra le due non sono proprio il massimo della fluidità: Claire, dicevamo, sarà il personaggio deputato alla parte attiva di esplorazione e combattimenti, mentre Moira (almeno nelle prime fasi di gioco) si limita a dare una mano. Il passaggio tra le due non è fulmineo, ma l'intelligenza artificiale sembra tutto sommato sul pezzo nel seguirci, anche se dovremo giocare di più per capire quanto in là sappia spingersi.

Giusto per fare un esempio parliamo di quando, controllando Moira, abbiamo dovuto utilizzare la nostra torcia per cercare una chiave appesa a delle tubature sospese, così da permettere a Claire di farla cadere a colpi di pistola. Il piede di porco della protagonista più giovane, poi, può essere utilizzato sia per aprirsi la strada in alcuni frangenti, che come oggetto contundente per tenere a distanza le creature che ci attaccano, anche se chiaramente l'opzione migliore è la solita, sparargli in testa.

Se dal punto di vista del gameplay siamo nel terreno del conosciuto, con meccaniche strettamente legate ai canoni della serie, anche sul fronte della realizzazione tecnica l'impressione è che il motore grafico utilizzato inizi a subire lo scorrere del tempo.

Le due protagoniste hanno ruoli differenti sia sul fronte della sceneggiatura che su quello delle meccaniche ludiche.

Chiaramente non è più il caso del primo capitolo, che nascendo su 3DS non poteva certo ambire a vette tecniche irraggiungibili, ma anche in questo Revelations 2 non è che a schermo appaiano texture particolarmente rifinite o effetti indimenticabili. Non è male la gestione dell'illuminazione, ma anche questo è abbastanza normale per un titolo che punta tutto sull'atmosfera.

Ecco, l'atmosfera non manca, grazie anche ad alcuni filtri che sporcano l'immagine quel tanto che basta ed al solito accompagnamento di rumori industriali e lamenti che riesce a tenere alta la tensione. Ancora c'è qualcosa da fare sul fronte della localizzazione, l'italiano dei sottotitoli non sempre era perfetto, ma globalmente possiamo dire di esserci trovati davanti ad una produzione interessante, anche alla luce del curioso sistema di distribuzione pensato per l'occasione.

Il titolo, infatti, verrà diviso in quattro episodi che verranno venduti separatamente ad un prezzo di circa 6 Euro l'uno, puntando dunque ad una struttura simile a quella delle serie televisive. Il gioco vi stuzzica? Avete già finito The Evil Within e ne volete ancora? Ci sono buone probabilità che Resident Evil Revelations 2 sia quello che fa per voi, rimanete su queste pagine per saperne di più.

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Resident Evil: Revelations 2

PS4, Xbox One, PS3, Xbox 360, PlayStation Vita, PC, Nintendo Switch

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A proposito dell'autore
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Alessandro Arndt Mucchi

Contributor

Giocatore cronico, lettighiere notturno, cuoco discreto, giurisprudente perplesso, musicista part-time, giornalista dal 2006. Da sempre esperto di versetti.

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