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Space Hulk Ascension Edition: buona la seconda - review

Dal boardgame al videogame il passo è… breve?

Portare un boardgame in versione elettronica parrebbe un'operazione del tutto naturale per uno sviluppatore di videogiochi. Dopotutto, teoricamente, un gioco da tavolo fatto e finito ha già risolto tutte le questioni di game design e il PC (o la console a seconda del caso) dovrebbe occuparsi "solo" di gestire le operazioni più fastidiose (gestione delle regole, implementazione delle meccaniche...) e di rappresentare graficamente gli elementi di gioco. E invece, come spesso succede nei videogiochi, ciò che sembra semplice nasconde una enorme quantità di trappole...

Se ne saranno sicuramente accorti i Full Control nello sviluppo di Space Hulk, il porting del famosissimo boardgame omonimo pubblicato nel 1989 e che è ormai diventato una sorta di mito per tutti gli appassionati del genere. La storia di questo adattamento "problematico" traspare chiaramente dalla recensione del gioco; andiamo quindi a cominciare...

Space Hulk Ascension Edition mescola due generi: il tattico a turni e l'RPG. Compito del giocatore è portare i propri Space Marine al termine delle tre campagne confezionate dagli sviluppatori, passando di missione in missione. Ma di che missioni si tratta?

Per chi non conoscesse Space Hulk, si tratta di incursioni di squadre di soldati (una o due) pesantemente armati su enormi complessi simil-navi spaziali dal nome di, per l'appunto, Space Hulk. Questi complessi abbandonati a se stessi a vagare per lo spazio sono zeppi di forme aliene ostili denominate Genestealer, molto simili agli Zerg, per chi avesse più familiarità col mondo di Starcraft che con quello di Warhammer 40k.

Nelle tre campagne disponibili potrete utilizzare rispettivamente gli Space Marine, i Blood Angel e gli Space Wolves; ogni fazione si differenzia per le proprie specialità in combattimento.

Ora, la particolarità di questi Space Hulk è la conformazione dello spazio in cui vi troverete a muovervi, costituito perlopiù da stretti cunicoli (in cui passa un solo soldato/alieno alla volta) e da pochissime zone aperte. Ciò vuol dire che il gameplay ruota intorno alla gestione delle zone da cui i Genestealer possono giungere a impegnare i vostri soldati in corpo a corpo.

I vostri soldati hanno infatti il vantaggio di essere armati di fucili automatici (i Bolter) e di lanciafiamme, ma ciò è ampiamente equilibrato dal fatto che gli alieni sono in un numero decisamente superiore (una ratio che va da 10 a 20 volte le vostre forze).

Tutto questo crea un gameplay in cui regna il calcolo dei punti-azione, la gestione del fuoco di opportunità e l'attenzione per le munizioni e gli eventuali inceppamenti delle armi; il tutto considerando che se mai doveste venire a contatto con un alieno non avrete quasi mai più del 50% di possibilità di sopravvivere (0% nel caso l'alieno arrivi dal lato o da dietro).

Il gameplay è solido, interessante e quanto mai longevo poiché le situazioni che è in grado di generare sono infinite. I Full Control hanno portato l'emozione del boardgame su PC in maniera pressoché perfetta: pianificazione, tensione, gioia e terrore sono tutti momenti presenti in ogni missione, dall'inizio alla fine. L'atmosfera classica del brand Warhammer 40k c'è tutta, anche grazie a un comparto grafico all'altezza (pur non facendo gridare al miracolo) e ad alcune scelte decisamente azzeccate.

Quando la situazione si fa pesante, meglio avere lo specialista in armi pesanti col lanciafiamme a portata di mano…

Tra queste c'è il fatto che il giocatore scopre la mappa man mano che la esplora e che all'inizio della missione, quindi, vede soltanto i punti d'inserzione e gli obiettivi; da qui in poi dovrà spingere avanti i propri soldati per rivelare cosa lo aspetta. Per quanto riguarda i Genestealer, invece, ogni soldato è dotato di un raggio di "percezione" all'interno del quale potrete vedere i "blip" dei nemici in arrivo. Questi due sistemi si combinano in maniera perfetta per creare imboscate terrificanti o, diversamente, situazioni di difesa particolarmente efficiente.

Ciò che può essere sufficiente per un boardgame, però, può non esserlo per un videogame. Se si pensa bene all'esperienza di un gioco da tavolo, infatti, ci si rende conto di come essa sia molto differente. Se certe meccaniche sono ben adatte all'esperienza sociale del gioco da tavolo, altre si attagliano invece meglio per la sua trasposizione digitale; e nel caso si passi dall'uno all'altro, sarebbe il caso di cercare di cogliere il meglio da entrambe le realtà...

I Full Control sembrano aver fatto proprio questo ragionamento inserendo alcuni elementi particolarmente adatti al videogioco che, nel contempo, rendono anche l'esperienza più interessante. La progressione dei personaggi, insieme con qualche opzione di personalizzazione (in verità un po' poche), aiuta infatti moltissimo lo sviluppo narrativo: ora gli Space Marine vi saranno più cari, non solo perché gli avrete dato un nome e un aspetto, ma anche perché vi avrete investito punti-esperienza e sbloccato abilità. Allo stesso tempo, le prodezze dei vostri soldati in-game avranno ancora più significato, come sa bene chi ha giocato il recente X-Com Enemy Unknown.

Tutto bene quindi? Non proprio, rimane qualche pecca. L'interfaccia, in primis, è abbastanza problematica. Il team di sviluppo ha scelto di renderla meno intrusiva possibile utilizzando scritte e icone molto piccole e anche poco visibili; se normalmente si tratta di una giusta preoccupazione, questa volta si è esagerato, soprattutto in considerazione del fatto che sullo schermo c'è sempre molto nero dovuto a zone non esplorate.

Il gameplay di Space Hulk Ascension ruota intorno a uno scrupoloso controllo delle zone intorno alla vostra squadra; dimenticarne una il più delle volte porta alla perdita di uno o più soldati.

Il risultato è che per cliccare, per esempio, sulle diverse modalità di sparo dovrete spostare il mouse in una zona di pochi pixel e spesso vi sbaglierete con risultati disastrosi (anche perché non esiste la possibilità di annullare). L'interfaccia è anche confusa quando rappresenta il numero di punti-azione disponibili e quando dovete annullare l'impostazione di un comando non ancora confermato; il risultato è spesso un fiotto di ira, che non fa bene a nessuno...

In secondo luogo, la presentazione delle missioni è a dir poco minimalista con un testo di poche righe, nessuna immagine né, tantomeno, video. Considerando la ricchezza e la cura con cui il mondo di Warhammer 40k è stato creato si tratta di una scelta decisamente penalizzante.

Si potrebbe, in ultimo, indicare una certa ripetitività dell'intera esperienza, e magari anche il fatto che gli obiettivi sembrano un po' tutti uguali (si riducono a raggiungere una locazione o a uccidere un certo numero di nemici). Ma la natura del boardgame è esattamente questa: un gameplay decisamente ben confezionato in cui ogni elemento aiuta a creare decisioni e situazioni interessanti in una quantità di scenari potenzialmente infinita anche se, a lungo andare, un po' ripetitiva.

Che siate o meno dei fan del brand Warhammer, Space Hulk Ascension Edition è una perla di tattica e di game design. Mescolando insieme il gameplay collaudatissimo del boardgame con una gestione RPG dei propri personaggi, i Full Control hanno ricreato la formula magica che tutti gli amanti dei giochi tattici hanno imparato ad apprezzare. L'operazione è tutt'altro che scontata come sa chi cerca buoni titoli in questo genere; quindi se avete giocato X-Com in tutte le salse possibili avete ora l'opportunità di vedere la stessa formula applicata in un ambito un po' diverso, ma ugualmente appassionante.

7 / 10

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A proposito dell'autore
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Davide Pessach

Contributor

Studia, scrive, videogioca da tanto, tanto tempo. Quando si annoia rimescola le carte e sposta le priorità, ma i tre ingredienti principali rimangono quelli . Obiettivi? Solo due: curiosità e divertimento.
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