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Fahrenheit: Indigo Prophecy Remastered - recensione

Una lunga serie di QTE con un'avventura nel mezzo.

Nel mare di rimasterizzazioni che va gonfiandosi minaccioso giorno dopo giorno, qualche titolo che effettivamente merita il trattamento rischia di passare inosservato nelle polemiche sull'invasione di versioni HD, definitive, ultimate, non plus ultra, e chi più ne ha più ne metta.

Se i dubbi sulla facilità di tali operazioni sono più che legittimi, titoli nati un paio di generazioni di console fa, e di conseguenza su PC ormai preistorici, possono però avere molto da dire in una forma che li renda adatti ai tempi che corrono e a farsi riscoprire da nuove generazioni di giocatori.

Tutto questo per dire che una rimasterizzazione di Grim Fandango (appena uscita), Homeworld (in arrivo), o di questo Fahrenheit/Indigo Prophecy, ad esempio, ha sicuramente più senso della riproposizione di titoli usciti appena uno o due anni fa. Il problema nel caso di titoli più attempati come questi è un altro: come sono invecchiati?

Prima di scoprirlo vale la pena di ricordare che Fahrenheit, ancora oggi, porta tutti i segni caratteristici di una creatura di David Cage, nel bene e nel male. È sorprendente constatare come Fahrenheit Indigo Prophecy Remastered abbia in comune, ad esempio, con Beyond: Due Anime, con alcune scene (ad esempio l'interludio nell'appartamento) che sembrano sovrapporsi seppure in contesti del tutto diversi.

I ritocchi apportati alla grafica non sembrano abbastanza: il gioco tradisce ancora troppo la sua età anche a colpo d'occhio.

All'epoca del suo lancio, Fahrenheit ha attirato l'attenzione per la forte enfasi posta sulla componente narrativa da David Cage, che compare nel tutorial in quel ruolo di regista virtuale che ormai gli è stato attribuito.

Sinceramente, i ricordi che avevo del titolo di Quantic Dream erano misti: da un lato, un'avventura diversa dal solito con cura di dettagli che altri avrebbero tralasciato. Dall'altro, sensazioni meno piacevoli legate soprattutto ad alcune sequenze frustranti a causa delle quali, immagino, più di un giocatore si sia cimentato all'epoca nella nobile disciplina del lancio del joypad.

Riprendere in mano questa versione rimasterizzata mi ha fatto capire quanto (e perché) fossero effettivamente indistinti alcuni di quei ricordi e, purtroppo, quanto sia invecchiata male la formula.

Togliamoci subito il dente della grafica: in Fahrenheit Indigo Prophecy Remastered non c'è molto di cui rallegrarsi da questo punto di vista. Come da tradizione, un tasto permette di passare dalla versione SD a quella HD, ma l'impatto dei cambiamenti è trascurabile.

Anche nella nuova veste, non c'è molto di Fahrenheit Indigo Prophecy Remastered che possa reggere il passo con i tempi, e la cosa sicuramente farà storcere il naso a molti. L'atmosfera è più o meno rimasta intatta, e quando scade lo fa per motivi slegati dal comparto visivo e di cui parleremo tra poco, ma ciò non toglie che anche la grafica "HD" tradisca in pieno tutti gli anni passati dal lancio dell'originale.

Non è raro vedere qualche personaggio femminile discinto. La rimasterizzazione è basata sulla versione non censurata dell'originale.

Al di là del lifting, Fahrenheit Indigo Prophecy Remastered è rimasto un'avventura molto particolare, un incrocio tra poliziesco, thriller e sovrannaturale che ci mette subitaneamente nei panni di Lucas Kane, vittima di una forza che lo spinge nel primo capitolo ad assassinare una persona senza rendersene conto.

La prima sequenza mette in mostra alcuni tocchi come le diverse inquadrature che mostrano in contemporanea vari eventi nelle vicinanze. Dopo l'omicidio dell'antefatto, avvenuto nei bagni di un locale, il primo compito è di nascondere il corpo ed eventuali tracce mentre le telecamere mostrano gli avventori del locale in cui si trova. Quando un poliziotto si alza e si dirige verso la porta, la situazione si fa comprensibilmente più tesa, e lo stesso espediente viene usato successivamente per mostrare dettagli e aiutare il giocatore a orientarsi.

Gli "enigmi" sono facilmente individuabili a causa delle icone molto esplicative che compaiono in prossimità di oggetti o aree particolari. Non ci sono molti puzzle veri e propri nel senso classico delle avventure, e spesso la necessità di interagire con l'ambiente è legata a limiti di tempo (indicati da una barra in cima allo schermo) o alla salute mentale del personaggio di turno controllato, che va mantenuta il più alta possibile.

A Lucas si affiancano ben presto due personaggi che in realtà sono suoi antagonisti, i detective Carla Valenti e Tyler Miles, inviati sul luogo per investigare. Spesso è possibile passare dall'uno all'altro in tempo reale, e tra un capitolo e l'altro va scelto quale dei tre impersonare (anche se si finisce comunque per doverli controllare tutti nei capitoli designati).

Il ritmo particolare di Fahrenheit Indigo Prophecy Remastered emerge nei primi capitoli, in cui ci si ritrova a vivere le vicende dei tre tra lavoro, allucinazioni e vita quotidiana, con tanto di scene di sesso molto esplicite nel caso si riesca a creare l'atmosfera giusta nell'occasione giusta.

Tutte le interazioni di Fahrenheit Indigo Prophecy Remastered si svolgono però in maniera estremamente ripetitiva, con un uso pesantissimo di QTE. Aprire porte, guardarsi allo specchio, prendere una bottiglia di gin e versarsi un goccio, sedersi di fronte al computer per controllare le email, alzarsi... tutto richiede movimenti molto ripetitivi del mouse (tasto sinistro + la direzione indicata) che trasformano anche il farsi una doccia in una serie di click decisamente pleonastici.

I personaggi si muovono secondo lo schema di controllo del primo Resident Evil, con un tasto per avanzare e altri per ruotare, che rende scomodo il posizionamento e impedisce di avere una visibilità ottimale sullo scenario nonostante la possibilità di spostare e ruotare l'inquadratura. Nulla si sottrae al tedio di dover ripetere all'infinito queste azioni: avete presente la scena di sesso menzionata sopra? Ecco, neanche quella, che tra l'altro non manca di barra del tempo tanto per causare un po' di sana ansia da prestazione.

Quando le cose iniziano a farsi serie e c'è da combattere, scappare o comunque agire, entrano in gioco i QTE che spesso non vedono un nesso tra i movimenti eseguiti dal personaggio e i comandi da impartire.

Che si tratti di suonare la chitarra, allenarsi al sacco o in palestra, o sfuggire a degli "acari" giganti, c'è sempre un QTE ad attendere dietro l'angolo, e a volte è anche dannatamente lungo. L'unica variante sono le azioni che presuppongono uno sforzo, che vanno invece eseguite premendo alternativamente i due tasti laterali il più velocemente possibile. E alcune sequenze abusano veramente all'estremo di queste meccaniche, trasformando scene potenzialmente interessanti come combattimenti à la Matrix in sezioni molto meno eccitanti di quanto si possa pensare.

Le inquadrature multiple sono una soluzione ancora oggi interessante, ma sfruttata in maniera poco incisiva.

Se la menzione degli acari giganti fatta poco fa vi ha fatto sollevare un sopracciglio come il Signor Spock, non avete tutti i torti. Questi "mostri" si presentano dal nulla come molti altri elementi sovrannaturali di Fahrenheit Indigo Prophecy Remastered, che mette in mostra alla lunga una trama un po' acerba e dai risvolti esageratamente sovrannaturali, un difetto che comunque incide poco rispetto al nocciolo delle meccaniche.

Come detto in precedenza, in Fahrenheit Indigo Prophecy Remastered si riconosce il tocco di David Cage: l'avventura è interessante da vivere grazie a risvolti e sviluppi meno scontati, ma la componente della sanità mentale è decisamente forzata, anche perché spesso non si hanno anticipazioni delle conseguenze di una data azione: leggere un giornale, ad esempio, potrebbe far deprimere il protagonista a causa di brutte notizie legate a ciò che gli è accaduto in precedenza e impossibili da anticipare.

Ciò che la rimasterizzazione non corregge, insomma, non ha nulla a che vedere con il tempo trascorso dal lancio. Parecchi anni fa, un'avventura del genere poteva farsi notare in positivo per una serie di elementi diversi dal solito anche se non riusciti fino in fondo, ma il tutto è invecchiato abbastanza male.

Visto che il prezzo non è altissimo (€8,99 su Steam) potrebbe valere la pena di farsi un giretto con Fahrenheit Indigo Prophecy Remastered, ma solo se i lavori firmati David Cage vi incuriosiscono e non vi dispiace l'idea di un'esperienza da vivere tanto come spettatore quanto come protagonista, o se avete un interesse "storico" nei confronti di un'avventura di un'altra epoca (in tutti i sensi). In caso contrario, forse sarebbe meglio dedicarsi a una delle avventure più recenti di cui il mercato di certo non scarseggia.

5 / 10

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Emiliano Baglioni

Contributor

Emiliano si affaccia al mondo dei videogiochi all’epoca del Vic 20. Vive la sua storia di giocatore pensando che prima o poi crescerà e mollerà il joypad, ma non abbandona mai la sua passione, che riesce in qualche modo misterioso a conciliare con tutto il resto.
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