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Droga e videogiochi competitivi - articolo

C'è un problema di doping nel mondo degli eSport?

Qualche ora prima che Steven* completasse il suo secondo torneo professionale, un altro membro della sua squadra gli ha offerto una pasticca. “Prendevo Adderall quando ero giovane per tenere sotto controllo i miei disturbi dell'attenzione,” ci dice. “Così sapevo che mi avrebbe aiutato con lo stress e la concentrazione.” Steve, che aveva 16 anni all'epoca del fatto e ora è iscritto al terzo anno d'università in Kentucky, non ha esitato. “L'ho presa, non avrei dovuto, ma è stato fantastico. Come fosse dello speed [a base di anfetamine NdR] legale. Prima soffrivo di forte stress durante le competizioni in pubblico, era l'atmosfera, ma con l'Adderall riuscivo a concentrarmi solo su quello che succedeva sullo schermo, faceva di me un giocatore migliore".

L'Adderall, che qualcuno chiama amichevolmente Addy, è un'anfetamina utilizzata per il trattamento di narcolessia, iperattività o deficit nell'attenzione. In dosi sufficienti l'Adderall (come gli analoghi Vyvanse e Ritalin) incrementa notevolmente la capacità di concentrazione del soggetto che lo assume, e allontanano la fatica. Viene spesso chiamata “droga intelligente”, ed è diffusa tra gli studenti che devono passare sui libri lunghe ore senza pause. Adderall ha però degli altri effetti: diminuisce i tempi di reazione, e temporaneamente aumenta anche la forza fisica, il che lo rende perfetto per gli atleti.

"Prendevo pasticche regolarmente quando giocavo online o durante i tornei, mi sono ritrovato con una dipendenza da quella roba."

“Che l'Adderall sia un prodotto capace di aumentare le prestazioni è fuori discussione,” ha detto il Dottor. Gary Wadler, ex rappresentante del World Anti-Doping Agency's Prohibited List Committee al Seattle Times nel 2012, dopo che due giocatori di football americano sono risultati positivi durante dei test. Molti enti sportivi professionali hanno vietato l'utilizzo del medicinale nel corso degli scorsi 5 anni, e i giocatori beccati ad usarlo vanno incontro a penalizzazioni severe. Nel 2012 Carlos Ruiz, giocatore dei Philadelphia Phillies, ha ricevuto una sospensione di 25 partite per abuso di Adderall.

Nel mondo dei videogiochi non c'è bisogno di essere particolarmente atletici o forti sul fronte fisico, i cyber atleti non puntano a forza e simmetria nelle forme, lasciano che siano i loro avatar a farlo. In un certo senso sono più simili ai giocatori di scacchi professionisti: sedentari e legati ad un tavolo. Vista così potrebbe anche sembrare strano che si parli di doping, ma l'Adderall è particolarmente adatto alle esigenze del caso, quando la vittoria dipende dal livello di attenzione e dalla coordinazione occhio mano. Come un giocatore di StarCraft ha scritto sui forum ufficiali nel 2011: “L'Adderall è praticamente uno stimpack per i giocatori.”

Gli eSport continuano a crescere e la posta in palio aumenta. Lo scorso anno, durante il torneo di Dota 2 The International, c'erano in ballo quasi 11 milioni di dollari.

Dopo il torneo Steven è diventato un utilizzatore abituale di Adderall. “Ho preso immediatamente appuntamento col dottore e me lo sono fatto prescrivere,” ci dice. “Da lì in avanti l'ho preso regolarmente, quando giocavo a casa e durante i tornei. Sono diventato dipendente da quella roba.” Steven ha visto i benefici immediati, è entrato in una squadra di Halo e iniziato a negoziare per una sponsorizzazione. Da lì Steven rivela di avere giocato solo sotto effetto del medicinale: “Giocare con l'Adderall era decisamente diverso, non mi spaventavo, niente stress. L'adrenalina potrebbe anche essere utile negli eSports, ma i benefici dell'Adderall sono decisamente maggiori".

Sono pochi i cyber atleti professionisti che ammettono di utilizzare l'Adderall, molti che ne hanno parlato in privato hanno però rifiutato di parlarne per questo articolo, anche se promettevamo l'anonimità. Le discussioni sull'utilizzo di doping nell'eSport, però, sono comuni e alla luce del sole. Nel 2013 James 'Clayster' Eubanks, un giocatore professionista di Call of Duty che ha guadagnato circa 100.000 dollari in vari tornei, è stato accusato da una squadra rivale di utilizzare il medicinale. Ebanks ha tenuto una sessione di domande e risposte su Reddit nella quale ha ammesso l'utilizzo di anfetamine per gestire i suoi disturbi d'attenzione fin da quando aveva otto anni. Ha poi aggiunto di non averle mai date ai suoi compagni di squadra come fossero caramelle. Eubanks ha rifiutato di portare avanti la discussione, ma ha contrattaccato accusando i suoi accusatori di avere abusato delle sostanze. “Gli Impact cercano scuse per la loro sconfitta", ha scritto. “Poi se guardate i video si vede chiaramente che Karma e Killa sono fatti".

Steven crede che l'abuso di Adderall sia molto diffuso negli eSport in America. “È molto, molto diffuso,” ci dice. “Ero amico della maggior parte dei campioni di Halo e molti di loro prendevano l'Adderall, ma anche ai livelli più bassi si usa parecchio.” Steven sostiene che le pillole in questione siano vendute sistematicamente ai tornei. “I giocatori riescono a farselo prescrivere e poi o lo prendono, oppure lo vendono per prezzi che vanno dai 10 ai 40 dollari a pasticca. Io ne prendevo parecchio, una pillola da 25mg mi durava per sei ore, ma penso che gli utilizzatori più leggeri possano accontentarsi di 10, 15mg.”

La grande diffusione dell'Adderall soprattutto negli Stati Uniti, dove si stima che tra il 20 e il 30 percento degli studenti universitari l'abbiano preso almeno una volta, ha eliminato l'aura negativa dal suo utilizzo, ciononostante sono pochi gli atleti che ammettano di prenderlo. “Conosco diversi professionisti che lo usano,” dice Bjoern Franzen, da dieci anni nel settore del marketing dell'eSport. “Però è molto difficile che qualcuno voglia parlarne visto il rischio di rovinarsi carriera e capacità economica. Così come non ci sono calciatori gay, non ci sono cyber atleti dopati.”

Con la garanzia dell'anonimato, i giocatori sono più inclini ad ammettere l'uso del medicinale per il migliorament delle prestazioni. Un utente su Battle.net ha scritto: “L'Adderal e altri prodotti analoghi sono praticamente steroidi per la mente. Lo so perché li uso io stesso così come tanti amici.” Un altro commentatore concorda: “Uso l'addy e gioco a StarCraft in continuazione, aiuta. Una pillola da 30mg ha effetto immediato e mi dura 10 ore filate.”

“Conosco molti professionisti che usano l'Adderall, ma è molto difficile che qualcuno voglia parlarne.”

Qualcuno però crede che la risonanza data al fenomeno sia esagerata. “Queste dichiarazioni arrivano da gente a caccia dei suoi cinque minuti di fama,” Dice Alexander T. Muller, Managing Director di SK Gaming, una delle principali organizzazioni del mondo dell'eSport fondata in Germania nel 1997. “Dicono di avere visto questi medicinali in vendita ai tornei. Quando? Dove?” Muller dice che nei suoi dieci anni di carriera non ha mai visto l'Adderall in vendita e neanche l'ha visto usare. “Penso fermamente che sia tutta una questione gonfiata.”

Michal Blicharz è il managing director dell'Electronic Sports League, che sostiene di essere il maggiore ente al mondo dedicato all'eSport. Descritta da alcuni come il Bayern Monaco dell'eSport, l'ESL organizza eventi di ogni livello, dai tornei locali a giganteschi eventi tra i quali ricordiamo un torneo di Dota 2 del 2014 che si è tenuto al Madison Square Garden a New York. Blicharz è un ex giornalista che diversi anni fa ha messo il naso nel dibattito sulle droghe negli eSport. “Ritalin e Adderall sono spesso menzionati, ma non sembrava che gli atleti migliori li prendessero abitualmente all'epoca,” dice. “Conosco persone che prendono il Valium per calmarsi, ma è tutto qui. Non penso che in generale i giocatori vadano alla ricerca di medicinali per migliorare le proprie prestazioni. La cosa più importante negli eSport è una buona coordinazione occhio mano, e non ci sono molti ritroati capaci di migliorarla senza andare a colpire qualcosa d'altro come effetto collaterale.”

Per Blicharz, ci sono ragioni economiche alla base del suo convincimento sulla scarsa diffusione delle anfetamine negli eSports. “I premi per le competizioni, tolte alcune eccezioni, non sono abbastanza alti per spingere le persone a drogarsi. Poi va detto che i giocatori più bravi fanno i loro soldi con streaming su Twitch più che con i tornei. Questo toglie buona parte del bisogno di fare qualcosa di stupido.”

Franzen non è d'accordo: “Quando i premi dei tornei erano un paio di figurine, una coppetta e un bacio da un'hostess, i giocatori non avevano bisogno di rischiare la vita. Ora l'industra dell'eSport muove diversi miliardi di dollari, e i premi possono anche toccare il milione in alcune occasioni. Se sai di poter essere un ventitreenne con un milione di dollari in banca ecco che la vita ti cambia. L'incentivo a trovare qualcosa che ti possa dare un vantaggio aumenta.

Sasha Hostyn, uno dei nomi più importanti della scena di StarCraft 2, ha raggiunto la sua posizione in maniera pulita.

Alla stessa maniera, il bisogno delle squadre di attirare sponsor sia per legittimare i propri sforzi che per ottenere un guadagno, può spingere i giocatori a cercare scorciatoie secondo Franzen. “Le squadre che non vincono non hanno sponsor,” ci dice. “Se non hai sponsor non puoi permetterti di mandare i tuoi giocatori ai tornei, è un ciclo senza fine di pressioni su tutti i fronti. Gli sponsor vogliono un ritorno dagli investimenti, le squadre spingono i giocatori a vincere, e i giocatori hanno degli obblighi con le organizzazioni che li hanno messi sotto contratto.”

Sasha Hostyn, conosciuta con il nickname di Scarlett, è la migliore giocatrice di StarCraft 2 in Nord America da ormai diversi anni. Poco più che ventenne, i guadagni della Hostyn sono vicini alle stime di Franzen, ma lei dice di avere sempre giocato pulito. “Non ho mai preso niente come l'Adderall, e nessuno dei giocatori che conosco l'ha fatto,” ci ha detto prima di ammettere che il suo unico vizio è una tazza di cioccolata calda prima di un incontro importante. La tentazione allora ci sarà per i giocatori meno bravi? “Sarà successo sicuramente, ma dovrebbe essere vietato. Forse non siamo ancora al punto in cui i tornei sono abbastanza importanti? Gli organizzatori non hanno ancora regole per questo tipo di problemi, dovrebbero averle, ma non saprei neanche come fare ad applicarle senza risultare troppo invasivi.”

Molti tornei hanno in effetti vietato l'uso di medicinali capaci di migliorare le prestazioni, anche se nessuno ha esplicitamente vietato l'Adderal. Tra le regole dell'ESL troviamo, per esempio: “Giocare una partita, online o offline, sotto l'influenza di qualsiasi medicina, alcol, o altri potenziatori delle prestazioni è severamente proibito, e può essere punito con l'esclusione.” Riot Games, i creatori di League of Legends, insieme con gli organizzatori della sua lega professionale LCS, non bandiscono esplicitamente le sostanze. L'articolo 10.2.8 delle regole di Riot Games recita: “Un membro della squadra non può porre in essere alcun comportamento proibito dalla legge, o che potrebbe portare ad un'imputazione davanti agli organi competenti.”

Anche quando le regole ci sono, però, poco viene fatto per farle rispettare. Riot non esegue dei test sui giocatori, e ad oggi nessuno è stato bandito dalla LCS per abuso di sostanze: “Alcune organizzazioni hanno una politica di tolleranza zero,” dice Franzen, che ha lavorato con Muller a SK Gaming. “Ma non c'è nulla che possa reprimere le violazioni. Chi giudicherà un giocatore? Non è facile capire se chi ti trovi davanti è semplicemente su di giri o si è appena fatto una pasticca.”

Alex Lim è il segretario generale dell'International eSports Federation, un'organizzazione con base a Seoul che rappresenta le varie leghe davanti alle autorità degli sport tradizionali come Sport Accord, che rappresenta FIFA e il Consiglio Olimpico. “Abbiamo notato l'utilizzo di queste sostanze in eventi di eSport, e i seri effetti collaterali che ne derivano,” dice Lim. IeSF è tra i firmatari della World Anti-Doping Agency, che proibisce l'uso di sostanze capaci di migliorare le prestazioni durante i tornei, e tra quelle bandite troviamo anche l'Adderall in sport come il golf, il tiro con l'arco e la guida di auto o moto. Lim spera che un divieto del genere arrivi anche agli eSport: “IeSF ha recentemente proposto di aggiungere gli eSport alla lista di attività sportive dalle quali sono banditi i beta bloccanti come l'Adderall, la decisione verrà presa a breve.”

Oltre al rischio di gettare discredito sul mondo dell'eSport, Lim crede che ci sia una responsabilità morale di proteggere i giocatori. “Gli efffetti collaterali dei beta bloccanti sono significativi: nausea, diarrea, dispnea, bradicardia, ipotensione, problemi cardiaci, perdita dei capelli, allucinazioni, insonnia, disfuzioni all'apparato sessuale. La priorità è di proteggere gli atleti da queste condizioni“.

Il Dott. Carl L. Hanson, Professore Associato al Department of Health Science della Brigham Young University, ha recentemente condotto uno studio sull'uso di Adderall tra gli studenti statunitensi ed è ugualmente preoccupato. “L'uso di Adderall può portare a perdita di peso, appetito e altri effetti collaterali. Ci sono prove che l'abuso di anfetamine possa danneggiare il cervello.” Nel frattempo la U. S. Drug Enforcment Agency ha messo l'Adderall nella sua Schedule 2, una lista di sostanze ad alto rischio di abuso e capaci di generare dipendenza fisica e psicologica, ed effetti quali depressione, aggressività e paranoia.

Steven ha un ricordo chiaro di queste condizioni, risalente a quando utilizzava il medicinale. “Ho perso una ventina di chili in tre mesi, è incredibilmente rapido il processo e dovevo obbligarmi a mangiare. Poi ho iniziato ad avere problemi di stomaco.” Steven ha visto in prima persona gli effetti dell'uso prolungato: un suo famigliare è stato dipendente da metanfetamine. “Mio cugino mi ha detto che la sua esperienza con l'Adderall non era tanto diversa da quella coi cristalli di metanfetamine, è in quel momento che ho deciso di smettere. Non volevo continuare lungo quel percorso, avevo perso troppo peso.”

Dopo sei mesi di Adderall per migliorare le proprie prestazioni coi videogiochi, Steven ha deciso di smettere. Le conseguenze della sua decisione sono state importanti: “Ho fatto l'errore di smettere di colpo. Per due settimane ho avuto postumi terribili, non riuscivo ad alzarmi dal letto, tremavo. Mi sentivo come una gelatina, non riuscivo a muovermi e odiavo qualsiasi cosa.” Si è anche accorto di un calo nelle prestazioni. “Per circa un mese mi sono accorto di un calo nel mio rendimento durante le partite, poi la cosa è migliorata.”

"So quanto sono bravo con le pasticche, ma ricordo anche il loro effetto."

Steven non ci pensa due volte a dare il suo consiglio ai giovani giocatori: “Si tratta di qualcosa che dovrebbe essere eliminato, non solo dagli eSport, ma dal mercato in generale. Ci sono dei giovani tra i 15 e 16 anni che vanno ai loro primi tornei e qualcuno gli offre dell'Adderall, magari un compagno di squadra o qualcuno che lo vende. Non è qualcosa in cui si vuole entrare, non capisco neanche come possano ancora prescriverlo a qualcuno. Tutti gli organizzatori conoscono il problema, ma come lo elimini senza sottoporre a test i giocatori?”

Chi ha investito molto nella legittimazione degli eSport ha rapidamente copiato i comportamenti delle controparti degli sport tradizionali. Le squadre cercano sponsor e firmano contratti di marketing con manager super pagati. Alcuni stanno organizzando campus dove far vivere e allenare gli atleti. Gli organizzatori hanno spesso utilizzato templi sportivi per i loro eventi come lo Staples Center di Los Angeles, il Palais Omnisports de Paris Bercy e il Sangam Stadium in Seoul.

Il doping, forse, è un altro modo per i cyber atleti di imitare le controparti tradizionali, e dimostra che anche loro prendono le loro attività talmente sul serio da giustificare il barare. Fare dei test alla ricerca di sostanze potrebbe addirittura legittimare ancora di più gli eSport. Inoltre, il fatto che ci sia davvero una sostanza capace di migliorare le prestazioni, vuol dire che un certo livello di abilità è richiesto, aiutando lo spettatore casuale a capire meglio quello che succede tra indicatori, regole strane, effetti grafici e schermi pieni di oggetti in movimento. Per gli individui coinvolti, chiaramente, le ripercussioni vanno ben oltre però.

Oggi Steven gioca a Counter-Strike ed Hearthstone a livelli competitivi. A volte è tentato di tornare all'utilizzo di sostanze. “Rimane lì, in un angolo della mente,” ci dice. “So quando bene gioco quando la prendo, ma ricordo anche gli effetti sulla mia salute. E ricordo il periodo d'astinenza, terribile, odiavo tutto e odiavo me stesso. Non penso che lo farò mai più.”

L'abuso di Adderall, una sostanza meno stigmatizzata del non troppo lontano speed, non getterà troppo discredito sugli eSport. Per ora i videogiochi sono ancora troppo lontani dalla legittimazione culturale per essere travolti da un qualsiasi scandalo, ma le sostanze possono rovinarli ancora prima che siano diventati main stream. Le voci di corridoio porteranno gli spettatori a dubitare dello spettacolo, e ridurranno il loro senso di meraviglia davanti alle vittorie. Più chiaramente: l'Adderall crea dipendenza ed è pericoloso, e i giovani cyber atleti che ne abusano incontreranno effetti non solo sulla loro professione, ma anche fisici e psichici.

*Steven ci ha chiesto di non riportare il suo cognome in questo articolo.

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A proposito dell'autore
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Simon Parkin

Contributor

Simon Parkin is an award-winning writer and journalist from England, a regular contributor to The New Yorker, The Guardian and a variety of other publications.

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