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La crescita di Xbox One è un bene per tutta l'industria - editoriale

La buona performance di Xbox assicura il futuro della console nella compagnia.

Microsoft ha recentemente subito una grossa turbolenza finanziaria, dopo aver annunciato la sua perdita trimestrale più grande di sempre: 3,2 miliardi di dollari nei tre mesi che si sono conclusi questo giugno. Le azioni della compagnia non hanno perso valore tanto quanto ci si sarebbe potuto aspettare, dal momento che la perdita era largamente attesa (è dovuta principalmente allo smaltimento delle divisioni acquistate da Nokia alcuni anni fa), ma la notizia è comunque preoccupante e alcuni osservatori si stanno ponendo delle domande sulle possibili conseguenze che essa potrà avere, specialmente per quanto riguarda la performance delle divisioni enterprise dell'azienda.

Una sezione che invece ha postato risultati positivi è quella Xbox, dove i guadagni sono cresciuti del 27 per cento su base annua. L'ultimo trimestre dell'anno fiscale, che va da aprile a giugno, è tradizionalmente piuttosto tranquillo per l'industria dei videogiochi, quindi possiamo immaginare che tale crescita vada a tradursi in un incremento ancora maggiore quando arriverà la stagione natalizia. Questo risultato è ancora più impressionante se si considera che il prezzo di vendita medio di Xbox One è sceso di circa il 20% nell'ultimo anno, e che il medesimo trimestre dell'anno precedente includeva la grossa spinta alle vendite rappresentata dall'abbandono di Kinect e il conseguente taglio di prezzo di 100$ (nel giugno del 2014). Se gli incassi sono saliti del 27%, dunque, è probabile che il numero di console vendute sia aumentato di un margine ancora maggiore.

Una sana concorrenza tra le due console di punta è lo scenario migliore per tutta l'industry, utenti compresi.

Questo non significa che Xbox One sia finalmente fuori dalla palude, dal momento che le vendite di PS4 sono ancora ben lontane. Il successo di Sony significa che la missione di recuperare terreno per l'hardware Microsoft, in termini di base installata, sarà ancora lunga. Riuscire a ottenere di nuovo il primo posto non è del tutto al di fuori delle possibilità reali, ma richiederà un lavoro di diversi anni e una capacità di visione ed esecuzione impeccabili, sia dal punto di vista dell'hardware che della politica dei prezzi e, ovviamente, del software. Anche in caso tutto ciò si realizzasse, l'attuale divario di 10 milioni di unità che separa Xbox One da PS4 sarà molto difficile da colmare.

Il recupero compiuto da Xbox One sotto la guida di Phil Spencer è comunque impressionante, e chiunque sia interessato alle sorti della games industry (consumatori, sviluppatori e publisher) dovrebbe esserne contento. Sony ha creato una grande console e l'ha lanciata in modo impeccabile, promuovendola e supportandola a dovere, ma vederla diventare monopolista assoluta del mercato non è nell'interesse di nessuno. La concorrenza è una cosa sana e positiva: spinge l'innovazione e la creatività, forza le aziende a lavorare ancora meglio per soddisfare i propri clienti e rende il gaming più emozionante e più economico.

Ovviamente, le console odierne subiscono anche la concorrenza dei dispositivi mobile, dei tablet e di un mercato PC mai così in forma, ma anche la competizione "interna" è importante. Senza di essa, si potrebbe cedere alla tentazione di puntare sempre di più all'equivalente console di quelle che in campo mobile si definiscono "balene": i gamer disposti a spendere grandi cifre di denaro in modo costante e regolare per un tipo fisso di intrattenimento. Questi consumatori rappresentano ovviamente una fascia molto interessante, ma non costituiscono la totalità del mercato e non offrono grandi opportunità di crescita. Se le aziende non possono adagiarsi su di loro e sulle loro prevedibili abitudini di spesa, allora saranno costrette di rivolgersi ad altri mercati e pubblici potenziali, piuttosto che arroccarsi sempre di più in una nicchia lucrosa ma limitata.

Con l'avvicendamento di Satya Nadella alla direzione di Microsoft, si è chiusa un'era in cui Microsoft era disposta ad andare in perdita con leggerezza per imporsi sul mercato console.

È per questo che assistere al ritorno di Xbox One è fantastico, e lo è altrettanto vedere giochi come Splatoon che aiutano il Wii U ad arricchire la fase finale della propria travagliata esistenza. Quando sia Sony che Microsoft e Nintendo sono nella forma migliore è l'industria intera a trarne beneficio, mentre la situazione opposta (con un unico leader e due lontane inseguitrici) è indubbiamente lo scenario più negativo. Va anche sottolineato che Microsoft, essendo l'unica azienda occidentale ad aver trovato successo negli anni recenti come produttrice di hardware, ha portato qualcosa di nuovo alla cultura delle console da gioco: l'Xbox forse non si adatterà ai gusti di tutti i giocatori, ma ha un approccio e una cultura diversi rispetto a quelli di PlayStation o delle console Nintendo, e contribuisce ad aumentare la varietà nel nostro mondo. Perdere una simile ricchezza sarebbe davvero un peccato.

Del resto, il rischio di assistere alla scomparsa di Xbox negli ultimi anni è diventato uno scenario forse non probabile, ma di certo nemmeno impossibile. Microsoft non è più la stessa azienda che decise alla leggera di perdere 4 miliardi di dollari nel buco nero della prima Xbox. Oppure quella che accettò di offrire una garanzia totale per il problema del Red Ring of Death, che finì così per costargli 1 miliardo secco. Quella Microsoft è scomparsa nello stesso istante in cui Satya Nadella ha preso le redini dell'azienda come nuovo CEO. Oggi, dunque, l'intero progetto Xbox è più che altro un residuo del passato, di un tempo in cui Microsoft vedeva se stessa come un'azienda impegnata a conquistare non solo i nostri PC, ma anche lo spazio sotto alla televisione e le nostre tasche (con i suoi smartphone). Nadella ha una visione completamente diversa: molto più orientata ai servizi e alle imprese. È soprattutto da qui che nascono i continui rumor secondo cui Microsoft vorrebbe liberarsi del ramo Xbox.

Ad oggi, però, il futuro di Xbox all'interno di Microsoft sembra più sicuro: dopotutto, si tratta di una divisione che produce buoni incassi. Forse non si addice troppo all'attuale visione dell'azienda, ma il ramo operativo è senz'altro in uno stato di salute migliore rispetto ad un anno fa, e anni luce avanti rispetto al disastroso periodo di lancio di Xbox One. Finché continuerà a crescere e migliorare, l'Xbox probabilmente si garantirà la sua permanenza all'interno di Microsoft.

L'acquisizione di Nokia ha causato la perdita di $7,5 miliardi e 25.000 licenziamenti. Difficile che Microsoft possa accettare un passivo anche in altri settori, videogiochi compresi.

La domanda, dunque, potrebbe diventare: cosa succederà se invece ci saranno nuovi inciampi di percorso? Io non credo affatto che la "nuova" Microsoft sia ancora disposta a perdere soldi in questo settore così come fatto in passato. Da ora in poi, probabilmente, la console di casa dovrà reggersi sulle sue gambe: i capitali dell'azienda madre la aiuteranno a crescere, ma non rappresenteranno una rete di salvataggio per le cadute più brusche. In poche parole: l'Xbox è diventata grande, mamma Microsoft le ha tolto le rotelle e ora è il momento di pedalare da sola.

In fondo, abbiamo appena visto il modo in cui Microsoft tratta le divisioni che non fanno più parte della strategia complessiva dell'azienda e non riescono ad auto-sostenersi: pur di liberarsi dei rami acquistati dalla ex-Nokia, Nadella ha accettato di riportare perdite pari ad addirittura 8 miliardi di dollari. La divisione smartphone di Nokia era stata acquistata soltanto pochi anni fa, ma oggi è al di fuori dei piani dell'azienda, non riesce a produrre i giusti guadagni... e allora è il momento di scaricarla, a prescindere dalla tempesta che si scatenerà nell'immediato. Se qualcuno immagina che ad un'Xbox in difficoltà toccherebbe una sorte diversa, probabilmente si illude.

Una tale situazione potrebbe sembrare interamente negativa, ma io personalmente ho molta fiducia in Phil Spencer e nella sua capacità di proseguire nell'ottima opera di rilancio del marchio Xbox. In un certo senso, la scomparsa della "rete di salvataggio" per la console di Microsoft potrebbe portare ad un nuovo stimolo per l'intera divisione. L'importante sarà restare focalizzati, fare felici i propri clienti, creare una base di utenti fedele ed ottenere la giusta crescita attraverso una prudente ma costante innovazione (non con improvvisi cambi di rotta, come la bizzarra visione tutta basata su TV e sport). Spencer dovrà tenere alta la barra della qualità, dovrà comunicare con chiarezza i messaggi dell'azienda al pubblico e dovrà continuare ad offrire grandi giochi: una missione senz'altro alla portata del team Xbox.

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Rob Fahey

Contributing Editor

Rob Fahey is a former editor of GamesIndustry.biz who spent several years living in Japan and probably still has a mint condition Dreamcast Samba de Amigo set.

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