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Lightning Returns: Final Fantasy XIII - recensione

Square Enix porta il gioco su PC ma ripaga solo in parte l'attesa.

Ci è voluto davvero tantissimo tempo ma alla fine Square Enix si è decisa a portare su PC Lightning Returns: Final Fantasy XIII. La compagnia giapponese ha fatto attendere a lungo i fan di Lightning possessori di un PC, che volevano a tutti i costi conoscere l'epilogo della storia senza dover scendere a compromessi acquistando una console.

Tra tutti i porting della serie questo è sicuramente il più riuscito dal punto di vista tecnico, pur non facendo gridare mai al miracolo. A differenza di quanto accadeva su console, infatti, in questa versione il gioco si distingue per l'utilizzo di texture migliori (non tutte, sfortunatamente) e per l'assenza dei fastidiosi rallentamenti sperimentati su PS3 e Xbox 360.

Considerando che le fasi esplorative delle versioni console del gioco erano letteralmente funestate da questo tipo di problemi, il fatto che la situazione su PC sia più stabile non può che far piacere. Dai 720p/30fps delle versioni console, inoltre, su PC gira tutto a 1080p/60fps senza troppi problemi, anche su hardware non recentissimi.

D'altra parte stiamo comunque parlando di un titolo di diversi anni fa e nato su hardware ormai datati, quindi i requisiti per farlo girare in modo ottimale non sono certo proibitivi. Peccato però, che nonostante il salto tecnologico ci siano ancora alcuni difetti derivati dalla natura old-gen del titolo.

Dalle opzioni è possibile scegliere se bloccare il frame rate a 30fps o se lasciarlo libero.

L'aliasing, in particolare, è ancora troppo marcato e penalizza una direzione artistica altrimenti superba sotto ogni punto di vista. Le ombre sono l'elemento che più di ogni altro soffre il peso del tempo, visto che sono visualizzate a una risoluzione estremamente bassa, con risultati a tratti raccapriccianti.

Al di là delle migliorie tecniche, comunque, Lightning Returns è ancora lo stesso gioco di un tempo, con i suoi pregi e difetti. In questa nuova avventura ambientata ben 500 anni dopo Final Fantasy XIII-2, Lightning viene risvegliata dal dio Bhunivelze per compiere una missione di vitale importanza.

A quanto pare, infatti, gli esseri umani hanno smesso di invecchiare e il mondo intero è destinato alla distruzione a opera del misterioso Chaos che si diffonde ogni giorno di più. L'unica a poter fare qualcosa è Lightning, che deve vestire i panni di un vero e proprio traghettatore di anime.

In sostanza il compito dell'eroina è quello di raggiungere il maggior numero possibile di persone, aiutarle, e fare in modo che le loro anime possano abbandonare gli involucri terreni per trasferirsi nel nuovo mondo promesso da Bhunivelze.

Nel corso dell'avventura Lightning non si evolve minimamente. Gli unici cambiamenti che la riguardano, sono quelli di armi e vestiti.

Per portare a termine la sua missione Lightning ha appena 13 ore, che nel gioco scorrono via con una velocità a dir poco eccessiva. Anche se il tempo non passa durante i dialoghi e i combattimenti, nelle fasi esplorative scivola via fin troppo in fretta, costringendo a rinunciare a parte della fase esplorativa da sempre elemento chiave dei JRPG.

Quando si vaga per il mondo di gioco, infatti, bastano appena 72 minuti per far passare un'intera giornata. Considerando che Lightning Returns è letteralmente pieno di quest secondarie, alcune delle quali anche piuttosto interessanti, dover giocare col terrore di perdersi qualcosa non è affatto piacevole. Fortunatamente, però, è possibile selezionare il New Game + dopo aver finito il gioco, per approfondire ulteriormente l'esperienza.

Al di là del limite di tempo, comunque, questo capitolo di Final Fantasy si lascia giocare in modo piacevole, principalmente grazie al suo sistema di combattimento ben studiato. L'unico personaggio a scendere sul campo di battaglia è proprio Lightning, che affronta l'avventura in completa solitudine.

A rendere vari gli scontri ci pensano gli Assetti, combinazioni di costumi, scudi, armi e abilità che permettono di modificare in modo profondo lo stile di combattimento di Lightning. Alcuni costumi sono dotati in automatico di abilità specifiche, ma in generale i preparativi prima delle battaglie riguardano proprio la scelta delle combinazioni più equilibrate e adatte allo scopo.

La versione PC del gioco è tecnicamente superiore a quelle uscite anni fa su console, ma il salto di qualità non è comunque così evidente.

Si possono equipaggiare tre assetti alla volta, e durante le battaglie è possibile (e necessario) passare da un Assetto all'altro tramite la semplice pressione di un tasto. Ogni tecnica usata consuma Punti Abilità legati a quello specifico Assetto, e l'unico modo per recuperarli gradualmente è cambiarsi d'abito al volo.

Una volta presa dimestichezza con il sistema degli Assetti il divertimento è assicurato, e si iniziano a sperimentare tecniche avanzate con cui disporre dei nemici più tosti. Sfruttando a dovere i punti deboli degli avversari (magari usando l'utile tecnica chiamata Scan) si possono assestare colpi micidiali.

Affrontando il combattimento nel modo giusto si portano gli avversari in modalità Crisi, durante la quale subiscono molti più danni del solito. Il sistema di combattimento di Lightning Returns è sicuramente l'elemento più riuscito del gioco (insieme ad alcuni drastici cambiamenti subiti da personaggi storici della serie, come potrete vedere giocando).

Peccato che per godere al massimo di questo pregio sia necessario giocare al livello di difficoltà più alto, che sfortunatamente si sblocca solo dopo aver completato il gioco almeno una volta. A livello normale infatti, gran parte degli scontri risulta fin troppo facile, a discapito del divertimento e della qualità globale dell'esperienza.

Imparare a sfruttare i punti deboli di ogni creatura è fondamentale, se si gioca al livello di difficoltà più alto.

La conversione per PC di Final Fantasy XIII: Lightning Returns è un prodotto di buon livello. Pur non migliorando il comparto tecnico quanto ci saremmo aspettati, con l'aumento della risoluzione e il raggiungimento dei 60fps quasi sempre costanti, rende l'esperienza estremamente gradevole, in particolar modo durante i combattimenti.

Di sicuro non è una conversione perfetta, ma viste le difficoltà riscontrate da Square Enix con i suoi titoli precedenti il risultato finale è piuttosto buono.

7 / 10

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Filippo Facchetti

Contributor

Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.
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